L'asma bronchiale di Angelo Viziano

L'asma bronchialeL'asma b Per la malattia caratterizzata da sete d'aria si affacciano nuovi rimedi derivanti da un'ultima interpretazione della sua genesi Sempre nuove armi 3i vanno affilando per vincere l'asma bronchiale. Lo temono, gli asmatici, l'accesso improvviso drammatico; lo temono per le tinte del quadro sintomatologico che esso comporta. Occhi sbarrati, quasi imploranti, gesti disordinati, angosciati nell'annaspamento per cercare aria, tanta aria, di cui sembra precluso improvvisamente l'ingresso ai loro bronchi. Ed, invero, quei canali e canaletti che portan di solito aria ossigenata agli alveoli polmonari, diminuiscono di colpo, durante l'accesso, il loro calibro, per una contrattura spasmodica della loro sottile muscolatura; mentre dalle pareti interne dei bronchi stessi sovente avviene una trasudazione, che aumenta l'ostacolo al passaggio dell'aria respiratoria. Di notte, per lo più, l'accesso esplode ed il colpito imperiosamente si drizza sul letto ed il tentativo di spingersi verso la finestra conferma la sua angosciosa preoccupazione di restar senza fiato, asfittico. Il suo volto si imperla di sudore; il torace sembra bloccato, tanto rari si fanno i suoi moti respiratori, difficoltati, incompleti. Si tratta, dunque, di una sintomatologia esplosiva, che compare e si dilegua, rapidamente o lentamente, per far succedere un accesso all'altro, sino a risolversi, per un pronto soccorso o magari spontaneamente. Più o meno sfumate o gravi, le crisi lasciano nel colpito un ricordo si spaventoso, da rendere penosi gli stessi periodi intervallar! tra un episodio e l'altro, per lunghi che essi siano. Il ricordo difatti, si fa o'sessione: l'asmatico teme l'agguato nd ogni svolta. Nella sfera psichica sì ^anno, p«rt .nto, forcr^ijlo In- tricati processi, per cui a far esplodere la crisi asmatica da un momento all'altro può non occorrere nemmeno più l'agente effettivo che l'ha indotta. Ben noto è a tutti come in primavera molta gente entri in allarme per la dispersione di pollini nell'aria. E' gente che conosce l'origine di certi starnuti, di strani arrossamenti d'occhi, di lacrimazioni improvvise, di quella forma, cioè, che risale ad un'intolleranza acquisita di fronte all'uno od all'altro polline, che in precedenza abbia sensibilizzato il soggetto. Tale fenomeno morboso, capostipite dell'ormai ben nota allergia, si spinge sovente addirittura alla manifestazione asmatica. Basta questo fatto per comprendere come alla base di molte forme di asma bronchiale stia una causa proveniente dall'esterno. Se in primavera si tratta di polline, dalle cento e cento varietà, in altri momenti la causa può identificarsi in un altro elemento provocatore. Polvere di casa o d'officina, fuliggine, cascami di seta, muffe dalla presenza insospettata, olii essenziali, forfora di animali domestici, piumini d'oca, ciprie e profumi, per non dir d'altro, possono trasformarsi in altrettanti stimoli scatenanti le crisi, nell'uno o nell'altro soggetto. Tali insidie agiscono per via inalatoria, ma altre ve ne sono capaci di insinuarsi nell'organismo per via gastrica, come per ingestione di uova o pesci, frutti di mare o cioccolatto, vegetali o latte, ecc. Non è da escludere, d'altra parte, che l'elemento sensibilizzatore in un primo tempo e scatenatore del malanno successivamente abbia a penetrare nell'organismo attraverso la cute |Si poisono, infine, verif care 'crisi asmatiche sollecitate da r a n a. n ri e e ti nmè, a d eil rn nao e di udi auo e e, a soe o, tigr e la, o on e, re aale ripetute infiammazioni catarrali dell'albero respiratorio. Nè sono da escludere forme sostenute da infezioni batteriche; mentre si annoverano ancora le crisi asmatiche scatenantisi solo in seguito a sforzi. I sofferenti di quest'ultima categoria non sono, talvolta, meno ossessionabili di altri, al punto che sono stati registrati casi, nei quali lo sforzo colpevole è consistito in un puro sogno (asma onirico) fatto mentre il soggetto si trovava mollemente sdraiato a letto, addormentato, immobile. Droghe non mancano oggi per sedare gli accessi, risolvendo prontamente la contrattura dei bronchi. Ma, vinte le crisi, è a tutta la piattaforma della malattia asmatica che bisogna dare il colpo di grazia. Innumerevoli sono i mezzi proposti a questo scopo: ma balza in primo piano la «desensibilizzazione », vista l'impossibilità di pretendere la modificazione del terreno organico costituzionale del soggetto, di indubbia importanza predisponente al malanno. Per desensibilizzare occorre evidentemente riconoscere, di volta in volta, l'agente (o «al lergene») asmatizzante. A questo scopo valgono prove di reazione cutanea eseguite con l'impiego delle sostanze so spettate. Nel caso di asma bronchiale da polline, ad esempio, una volta individuato il responsabile delle crisi, si procede alla desensibilizzazione, quasi quanto dire ad una vaccinazione immunizzante, mediante iniez'oni a dosi minime e di stanziate di suoi estratti flui di. Anche a mezzo di aerosol si sta tentando tale prevenzione. Ma per premunirsi non bi re al sogna attendere la primavera, A metà febbraio è proprio il momento per cominciare. Così riafferma oggi Blamoutier; mentre rende nota una nuova tecnica, idonea specialmente per i disturbi da pollini di graminacee (i più frequenti). Cominciar, dunque, è meglio circa tre mesi prima dell'epoca consueta della comparsa dei primi sintomi del raffreddore da fieno, Tutto ciò sta bene, senonchè all'orizzonte di nuove terapie (ci si consenta di non rievocarne altre, di cui già facemmo cenno in precedenti occasioni) si profila una cura che sgorga da una concezione nuovissima dell'asma, secondo Jac quelin, Turiaf, Roman, Martinetti ed altri. Questi studiosi non circoscrivono l'asma ad un complesso di sole perturbazioni respiratorie; ma fanno assurgere la malattia asmatica ad un'entità più vasta, con la partecipazione ed anzi in di pendenza della compromissione del diencefalo, cioè di una importante regione del cervel lo. In essa sono allogati tutti quei centri « neurovegetativi » superiori, la cui alterata funzione renderebbe conto di tanti altri disturbi, che invero ac compagnano lo stato asmatico. Data tale premessa, i citati autori propongono una terapia ormonica diencefalica, a base, cioè, di un estratto contenente due grammi dì diencefalo ogni fiala. E' ancora troppo pres:o per poter avallare o meno il nuovo tentativo terapeutico, mancando una sufficiente casistica probativa. Riserva doverosa questa; pur considerando che gli stessi studiosi affermano di aver ottenuto già molti successi con la radioterapia della zona diencefalica. Angelo Viziano

Persone citate: Martinetti, Turiaf