A tavola con Clare Boothe Luce candidata all'ambasciata di Roma di Paolo Monelli

A tavola con Clare Boothe Luce candidata all'ambasciata di Roma PRIMO INCONTRO CON I GIORNALISTI ITALIANI A NUOVA YORK A tavola con Clare Boothe Luce candidata all'ambasciata di Roma Biondissima e sottile, con una testolina da dama del Guardi ed un sorriso timido - Una conversazione dotta e grave: concedemmo subito il nostro gradimento alla nomina - Un confronto che le ha fatto piacere (Dal nostro Inviato speciale) Nuova York, gennaio. € Non so se io vada o non vada ambasciatrice a Roma, ma ad ogni modo, a Roma o qui, con funzioni ufficiali o no, io e mio marito avremo sempre molto interesse e simpatia per le cose e le questioni d'Italia y, ha detto iersera la signora Clare Boothe Luce alla fine di un pranzo intimo, nella soletta riservata di un albergo, a cui abbiamo partecipato noialtri giornalisti italiani di qui e alcuni alti rappresentanti della banca, del commercio e dell'industria italiana; radunati dal nostro console generale al quale la signora Luce, alcuni giorni fa, .aveva appunto espresso il desiderio di incontrarsi con noi. E per conto mio, avrà non avrà eccezionali qualità diplomatiche la bella donna, ma quest'idea di conoscere prima di tutto i iiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiii giornalisti del Paese dove andrà, di cominciare la sun esperienza proprio da noial tri, ci pare promessa di In voro serio e intelligente. Certo quando arrivò nell(i^\ saletta dei cocktails, ed user \ dalla pelliccia di visone in rn pittoresco vestito rosso, sontuoso e sobrio insieme, con due grossi fili di perle al collo e tintinnanti mon'.li al braccio, biondissima e sottile, con una testolina da dama del Guardi ed un sorriso timido, per conto nostro le concedemmo subito Z'admittatur o il placet 0 come si chiama il gradimento diplomatico alla nomina, la immaginammo già nell'atto di esercitare arti nuove di persuasione vietate a quei grossi e maturi signori quali sono in genere i diplomatici al sommo della carriera, la vedemmo parlare ad un ammansito Togliatti, ad un raddolcito Nenni, irretiti più dalla dolcezza dei modi e dal suono della voce che dagli argomenti. E cominciammo subito a studiare, it suo contegno, come fosse una prova generale di come si comporterà nelle cerimonie ufficiali. Richiesta cosa volesse bere non disse < niente, grazie » o peggio c forse un succo di pomodoro », chiese un Martini, < molto secco », aggiunse; ma poi ne bevve due o tre sorsi, e il bicchiere restò mezzo pieno sul marmo del caminetto. (E a tavola gustò dei vini toscani che le furono propinati, un bianco e un rosso, con discernimento e misura). Il « grillo » di Eisenhower Depose sopra un tavolino un giocattolo rosso, ut} facsimile di grosso grillo, di quelli che a premerli sul dorso spiccano un salto; « questo — spiegò — è i'Eisenhopper>, e a chi non la sapeva raccontò la storia} che è questa. Giorni fa Eisenhower aveva convocato alcuni suoi futuri collaboratori, e parlava di programmi con essi e di cose serie, ma ogni tanto faceva un movimento con la mano e un grosso grillo rosso balzava improvvisamente davantil all'interlocutore sbalordito; la cosa >l»l Iti II •■ 1(1 rlf I II lltlllltlfll ■■ Il »1 II 11 II 11 II 1 si riseppe, fu raccontata in giro a prova del carattere faceto del generale pur fra le cure del Governo; e poiché grillo in questo idioma si dice .Grasshopper, cioè saltatore nell'erba, il giochetto èstato chiamato Elsenhopper. Poi si lasciò tirar dentro a discutere, divertendosi, che titolo spetta al marito di una ambasciatrice; forse quello di ambasciatore consorte? E si proponeva il problema, come farsi chiamare in Italia, Clare o Chiara o Clara, Boothe che è il suo cognome di fanciulla o Luce che è quello di suo marito, il noto direttore e proprietario di Life, di Time e di Fortune f (Luce, che è forse cognome di origine italiana, qui si pronuncia Lus). « Stia tranquil- 1 ■ TI II I ■ ■ ■ Il • 111 Hill lilimt ■tllltlltl«ltlllllf HtlltH lassnluqcpdculidaubpebdbmvvd la — le disse uno dei presenti — lei sarà sempre e soltanto Luce per gli italiani, pronunciato all'italiana, luce, chiara luce »; e in quel momento al lume delle candele il suo viso era proprio luce, sotto il caschetto dei capelli chiarissimi, corti, con la riga in mezzo, come di un Cherubino di Frate Angelico che si fosse fatto fare dal parrucchiere una testa alla paggetto, e' gli occhi di un azzurro leggero. Che amabile padrona di casa sarà, pensavamo, sarà piacevole essere invitati alla sua Ambasciata. « Quanto a me, diceva, non darò pranzi; farò soltanto buffet, cioè quel modo di mangiare senza sedersi a tavola, con i camerieri che vanno attorno con le bevande e viveri; questo facilita il fare e il disfarsi dei crocchi, rende più agevole la conversazione, con quei gruppetti in circolo che si fanno e si disfanno, nei quali le idee girano attorno più in fretta, rimbalzando dall'uno all'altro e salendo sempre più verso il cielo, come diceva quel filosofo cinese >. O disse < diplomatico cinese i't La parola non mi arrivò netta all' orecchio, parlava con voce sommessa, e anche per questo fu lodata da alcuno di noi. Cosi parlano i più consumati diplomatici, ricordate l'acuto Renato Prunas che parlava sempre come in confessionalet €.Non vi fidate, disse un. altro, è solo un poco raffreddata; ma mi ricordo di averla sentita cinque anni fa al Congresso, quando era deputata, attaccare Roosevelt e la sua politica, con argomenti che poi i fatti dimostrarono profetici, ma soprattutto con una voce squillante, tagliente, poderosa, da donna avvezza ai comizi »; gran meraviglia per me che tanta piena di eloquenza sonora uscisse da cosi fragile e composta personcina. Piacevoli inganni Ci sedemmo a tavola, e quanti di noi non ebbero la ventura di starle accanto invidiammo quella sua trovata del buffet. Per tutto il tempo del pranzo conversò con i due o tre vicini, tuttavia lampeggiando ogni tanto un sorriso amabile, versando lMMI<9iMtIlt lIlMIIMbllllllllilllll IlllUd un'occhiata lunga e cordiale a qualcuno dei lontani come per dire che avrebbe volentieri cambiato posto per seìergli da presso, per conversare un poco anche con lui, wrebbe tenuto tanto a conoscere la sua opinione; non che questo dovesse essere proprio il suo desiderio, ma la diplomazia, si sa, è arte di piacevoli inganni e di pietose bugiole;^ come dicono gl'inglesi, l'ambasciatore è persona mandata all'estero to lie for his country, e He si sa che vuol dire tanto < mentire » quanto « mettersi comodo, giacere, riposarsi ». Wa il riposo per questa donna energica, che si occupa di tante cose, scrive sui giornali, parla alla radio, esce da un'attiva campagna per la candidatura di Eisenhower, ha fatto rappresentare quattro commedie fra le quali quella divertente intitolata < The Women », le donne, satira feroce della donna americana, sarà un riposo se andrà ad occupare gli uffici di palazzo Margherita, o non piuttosto una nuova fatica, un nuovo impegno con se •stessa, una nuova battaglia da vincere? Potrebbe proprio essere ccfsì giudicando da quel che avvenne alla fine del pranzo, quando rivolgendosi a tutti noi chiese che le spiegassimo certe faccende nostre, volle la risposta a certe domande che rumina in mente da quando le han detto che la manderanno a Roma, sulla nostra politica interna e internazionale, su cose che ci stanno molto o troppo a cuore. Ascoltava con la bocca stretta e risoluta, senza sorriso più, intenta; aveva una linea diritta fra gli occhi che si eran fatti duri, spogliati di dolcezza; cercava con cura le parole che non tradissero il pensiero; se la risposta le pareva evasiva o generica ripeteva la domanda, minuziosa, un po' pignola; a chi parlava sentimento replicava che voleva piuttosto fatti; non credo sarà facile per i nostri «omini politici, sempre un po' sbadati, sempre un po' scettici, giocare d'astuzia con questa damina quando vuole essere solo personaggio politico. (Però, però, parlando cosi dotta e grave, faceva giocare ' i bei monili del braccio, si ritoccava la zazzeretta liscia, si considerò una volta o due nello specchietto). Un cerchio magico Prima, rivolgendo la parola ad uno che sedeva un po' discosto, chiese se ci fossero già stati casi da noi di donne diplomatiche; le ricordammo la contessa Castiglione, che Cavour mandava presso le corti straniere con compiti segreti; ma soprattutto un precedente più illustre e più esatto, Santa Caterina da Siena, inviata plenipotenziaria dei fiorentini a Papa Gregorio XI; e credo che il confronto le abbia fatto piacere, a questa novità della Chiesa cattolica. « Intrepida combattente per la libertà e la giustizia universale* la salutò il nostro console generale barone De Ferraris, sorgendo a dirle alcune parole di benvenuto, e citando alcuni passi di quel suo bel libro, « Europe in the Spring y, primavera europea, con le sue corrispondenze del primo tempo della guerra mondiale, in cui appunto essa ricorda quelle parole della dichiarazione di indipendenza, « Liberty and justice for all>. Rispose, cosi seduta alla buona a tavola, parlando in giro a tutti, come ho detto, esitante sulie prime, quasi le parole e le idee non le venissero; ricordò alcuni momenti di un suo viaggio fra noi verso la fine della guerra, quando era deputata per il CueqzdmsgiafsinAiscrmrpqtdddfcDcsrnnfsnBntBqnsptfCtznnPncBsnBagttdsc! cspsmMsI nrddtuildllllilIItlllllMlllllllllllIMMI MMtlJJIIlMllllIllM Connecticut; l'incontro con un soldato americano, suo elettore, che si chiamava qualcosa come Antonio Pizzicato o Sbardellato, che le dette una lettera per la famiglia nel Connecticut in cui scriveva che sperava che i genitori e i fratelli stessero bene, fossero okey; tanche io so?io okey, e sono okey anche il nonno e la nonna che ho incontrato qui a casa loro. E poi il colloquio divenne quello che ho detto, un dialogo attento, vivace; domande ben nette, ben formulate, con un desiderio reale di apprendere, di essere informata; e dicendo all'occorrenza, subito, senza infingimenti, in che cosa la risposta non la soddisfaceva. E ci rendemmo conto quali potranno essere le sue prime difficoltà sé verrà fra noi, a che cosa le capiterà di urtarsi, i primi tempi della sua missione; essa tutta dati di fatto, tutta situazioni reali, ed un rispetto molto ameri¬ iniHwiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii cano per l'opinione della gente, del man in the Street; e noi italiani per i quali i sentimenti sono spesso più forti più importanti degli interessi e del tornaconto. Due o tre volte intervenne a parlare il marito, mister Luce, per spiegare o appoggiare le parole di lei; essa ascoltava con una graziosa docilità, di moglie devota e sollecita; disse sorridendo, « vedete il vantaggio? l'America avrà due ambasciatori in Italia al prezzo di uno ». Fu un'ora bene impiegata, per i presenti; la tavola con i sedici commensali divenne proprio quel cerchio magico di cui parla il filosofo o il diplomatico cinese, le idee, le opinioni, i giudizi vi correvano intorno, balzavano dall'uno all' altro, arricchendosi e moltiplicandosi. < Non ti pare di vedere Caterina di Russia circondata dagli enciclopedisti? », mi sussurrò il mio dotto vicino. Paolo Monelli iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiin Wm //»- #-.&V$,-i: >tr -Mae *.<i Clare Boothe Luce la probabile Ambasciatrice riseppe fu raccontata in la le disse uno dei pr