Come è morto Marius Renard il ragazzo con il rene materno di Sandro Volta

Come è morto Marius Renard il ragazzo con il rene materno Come è morto Marius Renard il ragazzo con il rene materno La notizia ha colpito la Francia come una sciagura nazionale - Le ultime parole: "Voglio ritornare a casa„ ~ Al momento del trapasso era solo (Dal nostro corrispondente) Parigi, 28 gennaio. La morte di Marius Renard non è certo giunta inaspettata; da tre giorni il ragazzo era entrato in agonia e soltanto gli artifici della scienza riuscivano ormai a prolungare, di ora in ora, una parvenza di vita; eppure questa notizia ha colpito la Francia come se si fosse trattato di una sciagura nazionale. E' certo che da alcuni anni a questa parte nessun avvenimento ha tenuto in sospeso un intero popolo come la vtcenda del giovane operaio sul cui corpo gli nomini in camice bianco stavano combattendo una disperata battaglia contro la morte; da almeno una settimana la battaglia poteva considerarsi perduta, ma ognuno conservava la segreta speranza in un miracolo, un miracolo per coronare il sacrificio della madre che aveva dato il proprio rene al figlio. Il 18 dicembre un apprendista carpentiere di 16 anni, Marius Renard, di Berthecourt nell'Oise, cadde da una impalcatura al terzo piano di una casa in costruzione e rimase svenuto al suolo. Il giorno stesso il chirurgo dell'ospedale di Beauvals constatò che un rene del ragazzo si era spappolato nella caduta e che era necessaria l'immediata asportazione dell'organo. L'operazione riuscì perfettamente, ma l'urgenza dell'intervento chirurgico aveva impedito di eseguire una radioscopia e soltanto tre giorni dopo, poiché il paziente non aveva più orinato, ci si rese conto che, per un rarissimo fenomeno della natura egli era nato con un solo rene: quello che il chirurgo aveva eliminato. Marius Renard fu allora trasportato nell'ospedale Necker di Parigi, dove si trova una delle più famose cliniche urologiche del mondo. Il caso era disperato: l'unico tentativo da compiere poteva essere quello di sostituire il rene, ma era un tentativo con scarsissime probabilità di successo perchè sinora non è mai riuscita nessuna operazione di questo genere. Comunque fu deciso di affrontare la prova, ma un nuovo contrattempo impedì di farlo situilo: Cera un morir bdredsmMpmMrLddrtmanpctccpfdetllllllllillllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll bondo, un uomo sano che, cadendo, aveva riportato un'irreparabile frattura del cranio, e si stabilì di utilizzare uno dei suoi reni nel momento stesso della morte. Egli però morì un paio d'ore prima che Marius Renard fosse pronto per l'intervento e bisognò rimandare l'operazione. Fu allora, che la mamma di Marius offrì uno del propri reni per la salvezza del figlio. L'offerta però poneva un caso di coscienza assai grave ai medici, perchè una cosa è togliere un organo sano a un morto, un istante dopo il trapasso, ma tutt'altra cosa è sottrarlo a una persona sana che rimane così minorata e può essere posta in pericolo di vita. E il caso di coscienza diveniva tanto più angoscioso in quanto c'erano scarsissime probabilità che il sacrificio della madre potesse riuscire utile per il figlio. Ma la madre insisteva e si disperava per l'incertezza e la esitazione degli scienziati. D'al¬ tra parte nessun trapianto re lllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllUIII o , i . naie si sarebbe potuto compiere in condizioni più appropriate di quelle: la madre apparteneva allo stesso gruppo sanguigno del figlio, aveva lo stesso fattore RH e un tipo morfologico ^jlto simile al suo. Non c'è dubbio che quello era il rene ideale per eseguire il trapianto nelle più perfette condizioni biologiche. D'altronde non c'era tempo da perdere e, messi da parte gli ultimi scrupoli, i dottori decisero l'intervento. La doppia operazione ebbe luogo il giorno di Natale, simultaneamente in due sale operatorie comunicanti fra loro: il rene della madre fu trar piantato nel corpo del figlio ed allacciato alla sua uretra. La salute di Marius rifiori immediatamente. In %k ore egli eliminò 4 litri di liquido e la dose di urea discese quasi subito da 4 grammi a un grammo e SS. Anche la febbre era ormai scomparsa. Qualche complicazione vi fu il S gennaio annunziata da un improvviso aumento di temperatura. Si pensò a una trombosi o a una occlusione vascolare, ma in realtà si trattava di' un semplice episodio postoperatorio perchè, poco dopo, tutto ritornava normale e al ventesimo giorno le condizioni del ragazzo sembravano ormai tali da poterlo far considerare fuori pericolo: la dose di urea era discesa a 080 grammi e il rene funzionava in modo regolare. Marius potè alzarsi da letto. Mangiava, beveva, leggeva i giornali che parlavano di lui, discorreva con i genitori e con qualche amico che era andato a trovarlo: aveva ricominciato a vivere. Chiese a suo padre di comprargli un giubbotto di cuoio che desiderava da tanto tempo, disse che gli avrebbe servito quando fosse tornato al lavoro. Promise alla mamma che da ora in poi sarebbe stato più prudente nell'andare a lavorare in luoghi pericolosi. Ma al 23° giorno, improvvisamente, l'emissione dell'urina cessò e i medici decisero un intervento immediato per conoscerne la causa: chiusura dell'uretra o alterazione dell'innesto. 'Fu constatata la seconda ipotesi, ciò che rendeva pressoché nulle le possibilità di salvezza. L'organo innestato stava ormai morendo, si tumefaceva ed era diventato nero. Allora in tutta la Francia e anche in altri paesi europei ci fu una aara di solidarietà umana: decine di persone scrissero ill'i direzion, d*H'ospfd" le Necker per offrire uno dei loro rem al malato. Per una settimana gli specialisti tentarono ancora di eliminare l'urea e le sostanze azotate che stavano a poco a poco intotiicandn l'organismo del ragazzo. Gli furono prati rate trasfusioni del sangue t dialisi nerilonati però tutto era inutile, l'urea diminuiva ncr qualche oro ma poi tornava subito ad aumentare. Sabato scorso, dopo una settimana d'anuria quasi completa, la partita era ormai perduta: sopravvenne il coma urenico e Marius Renard è morto la notte scorsa dopo tre giorni di agonia. Durante quei tre giorni il ragazzo era rimasto in uno stato di incoscienza quasi assoluta; ieri mattina però aveva riconosciuto i suoi genitori aveva pronunciato le sue ultime parole: *Papà, mamma. — 'aveva mormorato con un filo di voce — noti voglio morire qui, riportatemi a Berthecourt ». Poi non aveva detto più nulla; ogni ora gli veniva fatta un'iniezione di morfina per calmare le sofferenze. Nel momento del trapasso un po' prima di mezzanotte, nessuno vegliava l'ammalato I medici erano riusciti a convincere i genitori, disfatti dalla fatica e dal dolore, della necessità di un po' di riposo II babbo e la mamma di Marius avevano preso una dose di sonnifero e forse in quel momento sognavano il figlio guarito, sognavano il ritorno del figlio a Berthecourt col suo giubbetto di cuoio nuovo. Sandro Volta Il giovane Marius sul suo letto di dolore e di morte

Persone citate: Durante, Marius Renard

Luoghi citati: Francia, Oise, Parigi