Emozionante incontro con la madre di Giuliano

Emozionante incontro con la madre di Giuliano Emozionante incontro con la madre di Giuliano Brucianti invettive contro Pisciotta: un Caino, un Giuda - Sette denunce sporte da lei. anche contro il capitano Perenze - "Daremo il sangue, ma gli uccisori di Turiddu dovranno scontare...,, - La monumentale tomba del bandito (Dal nostro inviato speciale) Montelepre, 28 gennaio. Sulla porta della casa di via Castrense di -Bella 195, all'im bocco di Montelepre, un rettan golo di stoffa nera incornicia un cartoncino sul quale è stam pato: < Per mio adorato figlio Salvatore >. Un pezzo di stoffa nera che il sole di trenta mesi va spegnendo in toni verdastri. E' l'insegna del lutto della famiglia Giuliano. Come se il dolore fosse di ieri, a lutto sono la madre e la sorella. E' l'espressione del mito di Salvatore, quel mito che ha fatto costruire una tomba fastosa per la sua spoglia. Una specie di mausoleo in pessimo stile moresco, tra 1 frassini, ornata di colonnine in finto marmo. Ma, dentro, è profuso il marmo Vero. Di fronte all'uscio l'altare: a destra, l'arca di Salvatore, pesante, monumentale. A lettere dorate, sul coperchio, il noto epitaffio, quei quattro versi ingenui e cigolanti che il marmista ha inciso in tre righe: « Poveri sogni miei d'amor beati, nel meglio del - gioir siete periti; sorgestivo fieri ma sfortunati, che come - gli uccelli nei boschi siete periti >. Sotto è la firma dell'autore: Giuliano. Sulla fiancata, da una parte e dall'altra del cerchio che ac- EIItllIlllILI Hill II! 11111111(11 Umilili a a o a i i. o r i i a, : e, o , i a e - i coglierà il suo medaglione, la data di nascita e di morto: 16 novembre 1922 - 5 luglio 1950. « Quelle parole sono sue — dice la madre Maria Giuliano. — Me le lasciò in un pezzo di carta, mi chiese di metterle sulla sua tomba. Mi sono svenata per fargliela come se la meritava. Non so quanto è costata. Forse un milione, forse più. Non li ho fatti i conti >. "Mariannina non divorzia,, Stava snocciolando un piatto di olive, condite con aceto, olio, menta, cipolla e aglio, sarebbero servite da pietanza al marito che va a lavorare la campagna. < Abbiamo un po' di terra, ci bada lui stesso. Ha 87 anni. Io non so quanti ne ho, non sono domande da farsi a una donna > (Ne ha poco più di 60). Un bambino gridava, tirava calci e pugni, tentava di mordere chi si slanciava per acchiapparlo. Una crisi impressionante di violenza. Era Peppuccio Sciortino, figlio di Pa squale e di Mariannina Giuliano. Avevo appena lasciato Mariannina. Gestisce un negozietto di commestibili con annesso laboratorio di maglieria. E' una bella donna, spenta nei suoi abiti a lutto. Somiglia al fratello, di cui ha, in particolare, lo sguardo fiero. Per fierezza ha parlato con tono dimesso, per fierezza ha negato che il marito voglia divorziare da lei. La sorella Giuseppina è più esplicita, ha raccontato tutto. « L'altro giorno Mariannina ha avuto la visita dell'avvocato Sotis, di Roma. Le ha chiesto di dare il consenso alla domanda di divorzio presentata dal marito. Mia sorella non ha accettato. Il matrimonio si è fatto con tutte le regole, nessuno può scioglierlo. E, in più, c'è il bambino >. Il bambino è Peppuccio, ha cinque anni, è molto sveglio e intelligente. Ora si è calmato, accetta qualche caramella, stando sulle ginocchia della nonna recita alcune poesie. < Facci sentire la canzone di papà, quella che cantava alla mamma >. Lui abbassa gli occhi, si fa torvo. < Non la canto. Io allora non c'ero >. Peppuccio non conosce il padre, è nato il 5 febbraio del 1948, sei mesi dopo la sua partenza. Mariannina era sposata da tre mesi quando Pasquale accettò l'invito del cognato Salvatore di andarsene in America, e nell'estate del '47 emigrò clandestinamente. « Pasquale Sciortino era ragioniere — racconta Giuseppina — volle unirsi a Salvatore. Tanto lo stimava e gli voleva bene, che per diventare suo cognato chiese di sposare Mariannina senza nemmeno conoscerla. Il matrimonio fu fatto in casa nostra, abbiamo avuto la dispensa dal vescovo di Monreale. Si sono sposati ir 24 aprile del '47. Bisognava vede re che gran festa c'è stata. Salvatore volle dare il braccio a Mariannina nel condurla al llllllllllllltllllllltlllllllllllllllilllillllllllllltllllllll l'altare >. « E' venuto 'qui?». « Naturalmente >. < E i carabinieri? >. « I "arabinieri erano attorno al paese. E gli amici di Turiddu erano attorno ai carabinieri. E' stata una festa grande, abbiamo ballato tutta la notte. Turiddu è ripartito all'alba >. « Ed ora — dico — tutto è finito, anche per Mariannina. Suo marito non la vuole più, si è già sposato con una donna americana ». « Non l'avrà il divorzio, il mio signor genero — continua. — Qualche mese fa è venuta sua madre, Nunzia Sciortino. Mi ha proposto di fare atto di donazione a Peppuccio di sei « salme » di terra (corrispondono a circa 18 ettari), cioè metà di quanto possiede, se Mariannina dava il consenso al divorzio. Nemmeno per cento " salme " l'avrà >. Sono andato a Sancipirello, dove abita la vedova Nunzia Sciortino. Non era in casa. Una giovane nipote giurò che la zia era appena uscita, che non sapeva dov'era andata nè quando sarebbe rientrata, e che non aveva mai sentito parlare di una proposta del genere. Pareva sincera. Ma non ho capito se si trattava di sincerità genuina, o di menzogne abilmente camuffate dà sincerità. Giro d'orizzonte, tra ieri e oggi, nella zona Giuliano. Le arance maturavano nei giardini, mandorli e peschi già fiorivano. Ma le montagne erano brulle e deserte, aride e desolate. Questo fu il regno di Salvatore Giuliano, il re di Montelepre. Il regno del terrore e del sangue, ma anche della sua disperazione e della roa|angoscia. "Devono mangiargli il cuore,, A Partinlco, il padrone di una trattoria: «Devono mangiargli 11 cuore, a chi l'ha ucciso. Qui c'erano centinaia di carabinieri, avevo la trattoria sempre piena. Di solo vermut e marsala ne vendevo trenta litri il giorno. Con la sua fine, tutto è ritornato deserto >. A Sancipirello, al circolo dei Civili: «Qui davanti Giuliano, la notte del 24 aprile '46, uccise due che gli erano stati segnalati come spie. Ne mise quattro al muro, qui dinanzi, proprio contro la grondaia spararono e due caddero. Suilloro cadaveri fu trovato al!mattino un cartello dov'era scritto che le anime delle spie non vanno in paradiso. Gli altri due fuggirono. Quelli di Giuliano tirarono loro dietro, ma non li presero. Non che sparassero male, era gente che, di solito, ci sapeva fare. Ma quelli andavano come fulmini; e poi, si sa, come l'emozione è non soltanto per chi prende i colpi ma anche per chi li dà». A Castelvetrano, casa De Maria: « Qui dormi l'ultimo lllllllllllllllllllillllllllllllllllllllllllllllllllllllllt sonno Giuliano, qui fu ucciso da Gaspare Pisciotta. E qui, nel cortile, fu trascinato 11 suo cadavere e dal capitano Perenze ricevette l'ultimo colpo». Rieccomi a Montelepre. Maria Giuliano rievoca la scena, i suoi occhi lampeggiano. « A un morto sparò. A mio figlio morto, che ormai non rappresentava più nessun pericolo. Da vivo non c'erano riusciti ad avvicinarlo. Hanno dovuto ricorrere al tradimento, per liberarsi dall'incubo che egli rappresentava per loro. E a tradirlo fu proprio Gaspare Pisciotta, che Turiddu considerava un fratello. " Marcio morirà in galera „ « Nel sonno lo uccise. Lo tradì come Caino, come Giuda. Mio figlio è morto da cristiano. Ma lui dovrà morire marcio in galera». Ha gli occhi aridi, durissimi; è una furia immota e senza lacrime. — <E' cominciato un processo, a Palermo, che chiamano di Giuliano. Il vero processo Giuliano comincerà dopo. E finalmente tutti conosceranno la verità sulla fine di Salvatore Giuliano; e il suo carnefice, quel vigliacco infame, si prenderà un altro ergastolo. Ho denunciato tutti coloro che hanno contribuito alla sua fine. Qualche mese prima egli mi aveva detto: c Se mi capitasse di non poterti far avere mie notizie, rivolgiti a Domenico Albano di Borgetto. Lui sa tutto di me. Quando ebbi notizia della sua fine, non rimasi convinta. Andai a trovare Domenico Albano. Mi raccontò come si erano svolte effettivamente le cose. |£?,^L *55u^SLSU^*LiS^?' coloro che avevano partecipato al fatto. < E pochi mesi dopo, cioè nel dicembre del 1950, andai a Palermo e presentai alla Procura una denuncia contro di loro. Anzitutto contro Pisciotta; e anche contro Di Miceli, Manasole, Marotta, e contro De Maria, detto l'Avvocaticchio, tutti d'accordo con i carabinieni. E infine contro lo stesso Albano. Se sapeva tutto, era perchè aveva preso parte anche lui al complotto per uccidere mio figlio. E, infine, anche contro il capitano Perenze, che gli aveva sparato dopo morto. Sette denunce ho presentato e la giustizia dovrà la.vere 11 suo corso. Questo sa !1!8- "vero processo Giuliano. Prenderemo una fila di avvocati, i migliori che ci siano. Daremo il nostro sangue, ci ridurremo all'elemosina, ma quelli che hanno tradito e ucciso Turiddu e che hanno infierito contro di lui, dovranno scontare le loro colpe ». Ha parlato cqn un tono di voce inesorabile, implacato. Non si stacca dal bracere quando Giuseppina mi accompagna sopra a visitare la camera del fratello. E' una stanzetta vuota, adibita a ripostiglio; il «leone della foresta» dipinto su una parete, fissa malinconico mucchietti di grano, di olive e di fichi secchi. Ma entrando era accaduta una scena imprevedibile: la stanza era piena di passeri, introdottisi per beccare il grano e 1 fichi. Subito ella si slanciò a chiudere i vetri. Ne rimasero tre che svolazzarono impazziti. E, infine, furono catturati, e Peppuccio e altri due cugini ebbero in mano un giocattolo inconsueto, un giocattolo vivo e trepido, sulla cui infelicità per la cattura e la fine inevitabile un « poeta » simile a Salvatore Giuliano, avrebbe potuto ripetere, come nel suo epitaffio: «Nel meglio del gioir siete periti ». Giuseppe Faraci Maria Giuliano, come una furia immota e senza lacrime evoca la fine del Aglio: «Hanno dovuto ricorrere al tradimento per liberarsi dall'in cubo che egli rappresentava»