Nessuna ombra sulla nostra scuola di Filippo Sacchi

Nessuna ombra sulla nostra scuola DOPO LO "SCANDALO DEGLI ESAMI,, Nessuna ombra sulla nostra scuola Non condivido il parere di quel lettore che esprimeva ii dubbio se non sarebbe stato opportuno tenere il processo per lo scandalo degli esami a porte chiuse. Egli si chiede se, creando intorno a questo triste affare tanto scalpore, non si corra pericolo di ingenerare nelle famiglie, e, ciò che sarebbe ancor peggio, nei giovani, un sentimento di sfiducia e sospetto verso la scuola che, per la sua altissima funzione dovrebbe, come la moglie di Cesare, stare al di sopra di tutto. A parte che non credo esistano appigli giuridici per togliere carattere pubblico a un processo come questo, e sempre tenendo presente in ogni modo che il cercar di nascondere avrebbe fatto pensare ancor peggio, nulla assolutamente autorizza da questo caso isolato di corruzione e dalle risultanze . emerse nell'amplissimo dibattimento, ad inferire la benché minima ombra sul- . la onorabilità della nostra scuola. La quale avrà molte pecche, pecche dovute nella maggior parte dei casi ad organico difetto di ordinamenti ed inefficienza di governi, e insomma ad incapacità della scuola italiana di diventare adeguata alle necessità nazionali, ma è profondamente sana, servita da un corpo di insegnanti che sente i suoi doveri, e li assolve con coscienza e spesso con sacrificio. E vado più in là, sostengo che nel generale allentamento di condotta e di scrupoli portato nell'ultimo trentennio dalle guerre, dalle dittature e dallo squilibrio economico, la scuola è, di tutte le classi e le professioni, quella tra noi che più se ne è serbata immune. Certo l'affare Jachino è brutto. Però guardate come da tutta l'inchiesta giudiziaria, da tutte le deposizioni, dich'arazioni, perorazioni non sia mai uscito il minimo giudizio, il minimo diretto addentellato che possa far supporre l'es'stenza di un costume di prevaricaz'one diffuso, di una assuefazione ambientale alla transazione e alla busterella. La stessa inesperienza tecnica ed ingenuità commerciale con cui è stato organizzato il colpo prova che siamo ancora, per fortuna, in una compagnia di principianti. Chi ha esperienza*'di crneste cose vi cita uffici e amministrazioni in cui per i vari servizi ci sono addirittura pronte le tariffe. D'altronde, diamo un'occhiata indietro, quanti sono stati gli scandali scolastici nella vita ital'nna? Ci fu, due anni fa, a Roma, il caso di quel preside che favorì per denaro un candidato in un certo concorso. Al momento non ne ricordo altri. Ma, si dice, naturalmente non si vengono a sapere. So no cose che i genitori per primi hanno tutto l'interesse a tacere. I genitori, forse: ma chi fa tacere le madri? Fuor di scherzo, credete sul serio che, se domani fosse uso di qua'che insegnante vendere sottomano le sufficienze eie promozioni, presto la voce non correrebbe ? Vuol dire non conoscere la profonda contagiosa omertà che le ga le famiglie che hanno fi glioli nella stessa scuola, la congiura permanente delle mamme contro la professo ressa di matematica o il prò fessore di latino; vuol dire non essere mai stati a « par lare col professore », cioè a quelle udienze che in determinati giorni l'insegnante dà ai familiari che vogliono informarsi sul ragazzo, e non aver ascoltato, durante l'attesa nel corridoio, le confidenze e gli sfoghi delle buone signore che fanno la coda E voi vi illudete che un se- freto di quel genere potreb e essere mantenuto? Giuro di no. L'insinuazione più comu nv che si ode mettere avanti dai pessimisti ostinati è che molti professori facciano un diretto mercato attraverso le ripetizioni. Alcuni di essi usano, qualche volta, ai genitori dello studente debole in una determinata materia consigliare come ripetitore un collega amico loro, il qua le a sua volta si farebbe poi premura di consigliare ai suoi scolari bisognosi di lezioni il nome dell'amico, così, attraverso questo tacito « do ut des », assicurandosi un gruzzoletto. Innanzitutto vi sono professori che, appunto per evitare questo sospetto, evita no di indicare un ripetitore; in secondo luogo non è logico, e arrivo a dire fino ad un certo punto doveroso, che, rimandando il mio allievo ad un aiuto fuori della scuola, io lo affidi ad un insegnante che conosco e di cui ho particolare stima? Ed ammettiamo che ci sia in certuni la speranza di un corrispettivo. Peri*' questo corrispettivo egli non se lo intascherà come una man eia. ma fornirà una presta zione reale, cioè una lezione, cioè un'assistenza pedagogica e spirituale al ragazzo, che varrà certamente^ di più di quelle ottocento-mille lire (o anche meno) che gli potrà pagare la famiglia PncbigaprpsCctlbgstnuqMablsndddc<cli Prevedo l'argomentazione : non è giusto, non è democratico che la famiglia debba sopportare questa spesa in più, ma non è neanche giusto che i ragazzi' siano asini come spesso sono. E poi, non fatemi ridere. Paragonate questa spesa supplementart a quello che costerebbe la scuola privata. Ci sarà sempre un bel marcine per voi Insomma, se il disgraziato processo di Torino avesse lasciato in qualcuno un'ombra, la discacci. E mantenga alla nostra cara gloriosa scuola italiana tutto l'affetto ed il rispetto che merita. Filippo Sacchi ( 1111P111 r 11111L1 ! 1111111111 r 111111 > 1111 r 111 [ 111111F11 [ H F1 r

Persone citate: Jachino

Luoghi citati: Roma, Torino