Tre anni al professor Jachino 10 mesi alla Mantelli e alla prof. Bianchi

Tre anni al professor Jachino 10 mesi alla Mantelli e alla prof. Bianchi LA SENTENZA NEL PROCESSO PER LO SCANDALO DEGLI ESAMI A TORINO Tre anni al professor Jachino 10 mesi alla Mantelli e alla prof. Bianchi L'immediata scarcerazione delle due donne • Assolti per insufficienza di prove la professoressa Danese e con formula ampia l'ing. Baraldi - Emozionante reazione degli imputati alla lettura del verdetto - Il ricorso in Appello TI processo per lo scandalo agli esami si è concluso ieri sera. Alle ore 18 il Tribunale (Pres. Carron Ceva, P. M. Buscaglino, cane. Renda) ha pronunciato la seguente sentenza: «Il prof. Jachino è dichiarato colpevole dei reati di millantato credito continuato, di truffa continuata e di falso in assegno; è assolto per insufficienza di prove da quello di corruzione; con la concessione delle attenuanti generiche, è condannato complessivamente a 3 anni di reclusione, a 56 mila lire di multa e alla interdizione dai pubblici uffici per la durata di S anni. « La signora Teresa Marzaroli in Mantelli è dichiarata colpevole di millantato credito (reato consumato nella "vicenda Lavorino"); è assolta per insufficienza di prove dal reato di truffa ai danni della famiglia Ldimrino e assolta, perchè il fatto non costituisce reato, dalle imputazioni mossele in riferimento al " caso Baraldi"; con la concessione di tre attenuanti (generiche, minor partecipazione al reato, restituzione del denaro ai Lavorino) A condannata a 10 mesi di reclusione ed a SO mila lire di multa. « La prof.a Giuseppina Annone Bianchi è dichiarata colpevole drl reato di rivelazione di segreto d'ufficio e assolta per insufficienza di prove da quello di corruzione; è condannata a 10 mesi di reclusione e all'interdizione dai pubblici uffici per la durata di 3 anni. « Tutti e tre sono inoltre condannati in solido al pagamento delle spese processuali e il prof. Jachino c la signora Mantelli anche alla liquidazione dei danìii alla Parte Civile (SO mila lire )c al rimborso delle spese di costituzione di P. C. (100 mila lire). Il Tribunale ha accordato alia signora Mantelli c alla prof.a Annone Bianchi il doppio beneficio della condizionale e della non iscrizione e ne ha ordinato la scarcerazione immediata. « Ha assolto per insufficienza di prove la prof.a Wanda Danese dall'imputazione di ricettazione (reato ravvisato dall'Accusa nel fatto di avere essa ricevuto 35 mila lire dal prof. Jachino), e assolto l'ing. Decio Baraldi dall'imputazione di emissione d'assegno a vuoto e postdatato perchè il fatto non costituisce reato. Il Tribunale ha infine dichiarata la falsità della firma "Annone Bianchi " apposta dal Jachino all'assegno di 300 mila lire da lui ricevuto dall'ing. Baraldi». Con questo verdetto è assai improbabile che sia definitivamente conclusa, in sede giudiziaria, questa dolorosa vicenda. Infatti, se pur non è stato ancora ufficialmente annunciato, si dà per certo il ricorso in appello almeno di quegli imputati ai quali la sentenza può arrecare grave danno nei riguardi della loro attività professionale. A questo proposito è opportuno riferire che nei confronti dei tre professori coinvolti nella vicenda verrà aperta dal Ministero della Pubblica Istruzione una inchiesta amministrativa fino ad ora tenuta in sospeso In attesa dell'esito del processo. La sentenza servirà di base alla Commissione ministeriale per stabilire 1 provvedimenti da prendere; provvedimenti che possono variare da sospensioni temporanee degli imputati dall'attività professionale Ano al loro allontanamento definitivo dalla scuola salvo le modifiche che senz'altro verrebbero adottate in armonia con quelle che potrebbero risultare da una t atura sentenza della Corte d'Appello. Interrogato in merito ad un suo eventuale ricorso il P. M. dott. Buscaglino ha dichiarato che si riserva di esaminare attentamente il dispositivo della sentenza per decidere. Comunque non si è dimostrato insoddisfatto del verdetto poiché questo, nel fissare sostanzialmente la responsabilità degli imputati e nel condannare le loro azioni, riafferma conseguentemente l'alta importanza della scuola nella vita sociale e ribadisce la serietà e la profonda moralità a cui questa funzione deve essere improntata. La reazione degli imputati alla lettura del verdetto fatta, come si è riferito, alle ore 18, è './tata assai emozionante. Già ai termine dell'udienza antimeridiana traspariva chiaro dal loro volti che la tensione gervGsr., che gradualmente si ra acuita con l'avvicinarsi dell'epilogo, era ormai giunta all'estremo; e quando il Pre La l'olla nel corridoi, In attesa della fine del processo dt h iit lfi if dll f A me verso il marito e gli ha sorriso racconsolata. La crisi di pianto si è comunicata alla prof.a Annone Bianchi che si teneva aggrappata alla sbarra per non cadere; il marito e altri familiari e amici le si erano frattanto avvicinati per confortarla. Già in mattinata, al termine dell'udienza, aveva ceduto alla tensione nervosa ed ora, al limite delle sue forze, piangeva a dirotto e si abbracciava alla prof.a Danese anch'essa con gli occhi umidi di pianto. L'ing. Baraldi — giunto in aula all'ultimo momento — se ne stava rigido in piedi accanto alla moglie. L'esito del verdetto non poteva che lasciarlo soddisfatto; eppure era scuro in volto. Si levavano frattanto, rumorosi, i commenti del pubblico che anche per l'ultima udienza era giunto numerosissimo e assai per tempo in Tribunale; commenti disparati, naturalmente, non tanto sulla sentenza quanto sul significato del processo. Le affermazioni più marcate pronunciate dagli avvocati nelle loro arringhe si riudivano dalle bocche degli spettatori che le ripetevano ora per convalidare 1 rispettivi convincimenti. E le discussioni vertevano in genere sul tema se questo era stato il processo dei professori oppure quello del padri e del figli. La domanda se l'era posta, prò prio al mattino, l'avv. Cnauvelot che aveva il compito tutt'altro che facile di difendere il prof. Jachino; ed egli aveva risposto che era il processo dei padri e dei figli. cOggi i giovani — aveva esordito — si sentono dire: sei un incompreso, povarlno; hai ragione, i tuoi professori hanno torto. E molti genitori pensano che con le conoscenze e 1 denari si possa supplire alla ignoranza dei loro figlioli. Nei casi normali i soldi si spendono con ■ ripetitori, in altri, gravi, si spendono in altro modo... >. «E perchè dunque sul banco degli imputati — aveva proseguito — non siedono accanto al professori corrotti 1 loro corruttori? >. Toccato questo tasto delicato l'avv. Chauvelot — penultimo oratore della difesa — si è poi Inoltrato nell'esame degli atti d'accusa rivolti al suo cliente; e diamo il riassunto delle tesi sviluppate nel corso della sua convincente arringa. Egli ha asserito che il reato di falso non esisteva perchè la firma apocrifa della prof.a Annone Bianchi era stata apposta su un documento che non poteva essere considerato atto pubblico in quanto l'assegno di 300 mila lire compilato dall'ing. Baraldi era nullo. Ha spiegato di avere denunciato l'ing. Baraldi per Impedirgli di presentarsi come teste contro il Jachino o di costituirsi Parte Civile. Sulla scorta di recenti sentenze della Cassazione ha dimostrato che le due distinte accuse di millantato credito e di truffa mosse al suo cliente costituiscono un reato unico. Nell'esaminare il " caso Baraldi " l'avv. Chauvelot ha illuminato sapientemente alcuni punti dei verbali di interrogatorio in rnodo da poter concludere che non esistevano prove nè di corruzione nè di truffa. Concludendo, aveva esclamato: «Fate giustizia, non troncate la vita ad un padre che non può abbandonare solo il figlio infermo ». E proprio poco prima al prof. Jachino la sorella aveva comunicato che il ragazzo aveva avuto un peggioramento nella malattia. Ultimo a parlare è stato l'avv. Mario Risso in difesa della prof.a Annone Bianchi. Il penalista ha discusso la causa in linea di diritto. Ha polemizzato con il rappresentante dell'Accusa perchè «aveva tracciato una figura falsa. Tutti i testimoni hanno giurato invece sulla sua dirittura morale, sul suo disinteresse, sul suo spirito di sacrificio», L'avv. Risso, sottoposti ad una acuta analisi gli atti processuali, ha tratto le seguenti conclusioni: l'atto della professoressa fu solo un atto di cortesia verso il prof. Jachino; questi non ritrattò — nei confronti con l'Annone Bianchi avvenuti alla presenza del P. M. — la sua prima accusa per non essere imputato anche di calunnia; la. mancanza della corruzione è evidente: «Se si condannerà la professoressa — ha esclamato — per avere accettato a Natale tre bottiglie di liquore, un regalo d'uso, saranno messi in pericolo tutti i funzionari della pubblica amministrazione! ». Quanto alla violazione del segreto d'ufficio, l'avv. Risso ha ritenuto che 11 prontuario delle domande d'esame giunto al giovane Baraldi dimostra nella sua vastità e nella sua complessità che la signora Annone Bianchi poteva vagliare a fondo la preparazione del candidato. Concludendo il patrono della difesa ha chiesto « con piena tranquillità di coscienza la assoluzione dell'imputata ». Il Tribunale non ha poi aderito mripoliasudIntevcieslasifaposcriDpd39dmfrvpngntrremlabNdputriWve ddzidedegtebCadumAscsutomtadIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIItlllllllllllHIIIIIIIItlllI alle sue tesi; ma pur ritenendo colpevoli l'Annone Bianchi e la Mantelli, nell'esprimere 11 suo giudizio si è dimostrato nello stesso tempo severo ed umano: ha ridato la libertà alle due donne che in lagrime, strette fra una folla di parenti e di amici anch'essi In lagrime, seguite dal pubblico commosso sono uscite dall'aula. La Mantelli, dato il braccio al marito, salutato un'ultima volta il prof. Jachino, si è subito allontanata. Fuori, nel cortile del Palazzo dì Giustizia, attendevano due automobili su cui hanno preso posto la Mantelli e la prof.a Annone Bianchi ed 1 carabinieri muniti dei documenti per ottenere in Questura la scarcerazione delle due donne. Il i 1111 ! 11M11111111E111T1S ( 111111111111T111T ■ 111 f 111T11111 La Danese se n'è andata mesta, con la madre ed il fidanzato che l'hanno sempre confortata con la loro presenza al processo. Tutte libere, ieri sera stessa sono tornate alle loro famiglie: l'Annone ha potuto riabbracciare 11 suo bambino di 5 anni e la Mantelli 11 suo ragazzo. Il professore Jachino, Invece, scortato dai carabinieri, è uscito ammanettato dall'aula per salire sul carrozzone cellulare che lo portava In carcere. Camminava curvo, come sotto un gran peso e, mentre stava per prendere posto sull'automezzo, uditi sommessi singhiozzi si è voltato: ha visto la sorella ed è scoppiato anch'egll a piangere. n. p. |11 r 11M T111 ■ ITT ■ 91111M1111111 f 111111 1111l111111 ■ 11 La sorella del prof. Jachino piange alla lettura del verdetto ■ 1111 > 11111 f 11111 ■ 111 • 111111111111 i 11111 i 11111 r 111 ■ 111 i 111 [ 11111111 ■ 1111 ! 111111T1111111111111J1 [ 11111 ( 111111111 11 Bidente ha cominciato a leggere il dispositivo della sentenza è sopravvenuta la crisi a cui .non hanno più avuto la forza di reagire. Il prof. Jachino sembrava uno straccio e fra le rughe del volto che gli ai son viste approfondire giorno per giorno, scorrevano le lagrime. La sarta Mantelli, che già aveva cominciato ad essere scossa da singulti all'ingresso del giudici in aula quando ha udito di essere stata condannata a 10 mesi di reclusione, è scoppiata in pianto dirotto. Poi gridando si è abbattuta sulla panca. «Oh povera me! povera me! > urlava disperata e nè le parole dei carabinieri nè quelle del Presidente non servivano assolutamente a calmarla. Si è tranquillizzata un po' quando il Presidente, riuscito a proseguire nella lettura della sentenza, ha detto che sarebbe stata scarcerata immediatamente. Allora ha rivolto il viso inondato di lagrl- ■ I ma* La professoressa Danese esce dall'aula del Tribunale.' h

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