"Dopo 30 anni di promesse gli inglesi devono andarsene,,

"Dopo 30 anni di promesse gli inglesi devono andarsene,, IMPORTANTI DICHIARAZIONI DI NABHIB "Dopo 30 anni di promesse gli inglesi devono andarsene,, Nessun fermento o disaccordo sul fronte interno - L'Egitto non aderirà ad organizzazioni difensive fino a che non sarà libero - Solenne promessa al Sudan per l'autodecisione (Nostro servizio speciale) Il Cairo, 16 gennaio. Il generale Mohammed Naghlb, l'uomo forte d'Egitto che estromise dal potere Re Faruk ed è oggi a capo del Governo, mi ha dichiarato che l'Egitto non entrerà a far parte di una alleanza per la difesa del Medio Oriente organizzata dagli occidentali fino a quando nella zona del Canale di Suez rimarranno truppe britanniche. < Ecco il testo delle domande che ho formulato e delle risposte fornitemi dal Premier: D. — Sisono iniziati di fatto colloqui anglo-egiziani relativi alla presenza delle forze britanniche nella zona del Canale? R. — Da trent'annl o anche più si protraggono le conversazioni anglo - egiziane sulla presenza di forze britanniche In Egitto, e da settant'anni ci vengono date, con abbondanza, promesse di evacuare queste forze. Ciò che ora cerchiamo è l'effettiva evacuazione. Siamo pronti a discutere in qualsiasi momento i particolari tecnici dell'operazione. Per noi la questione dell'evacuazione o meno delle forze non esiste nemmeno. D. — Sono comparsi recentemente sulla stampa egiziana forti attacchi da parte del tenente colonnello Abdel Nasser e del ministro di Stato FatMi Radwan nei confronti degli Inglesi. Vorrebbe commentare queste dichiarazioni? (Nasser ha recentemnete dichiarato che se l'Egitto non potrà metter fine all'* occupazione > britannica, 1 capi del presente Governo inizieranno una guerriglia contro le truppe inglesi. Analoghe minacce ha fa,tto Radwan. Nasser è considerato il numero due della gerarchia dell'esercito dopo Naghib). R. — Dalla risposta alla sua prima domanda il mondo può vedere che nessuno biasimerebbe gli egiziani se perdessero la pazienza. Ma siamo gente realistica e siamo pronti a parlare sensatamente se 1 nostri indiscutibili diritti saranno rispettati. L'intero popolo, inoltre, sente che è questo il momento per evacuare le truppe britanniche dall'Egitto. Questa è la condizione suprema per II ripristino della -reeforoca flducia-faa-B-Vtclnxrf Oriente e l'Occidente. D. — Qual'è la situazione relativa al Sudan? Si dice che siano stati compiuti dei progressi; le spiace i'ustrare la vera situazione? Crede che sarà raggiunto presto un accordo? R. — Per quanto riguarda 11 Sudan, posso assicurarla che tutti 1 partiti sudanesi chiedono all'unanimità che gli Inglesi lascino la regione. Nella carta recentemente firmata, questi partiti appoggiano pienamente il memorandum egiziano consegnato al Governo britannico due meBi fa. Gli Inglesi hanno sempre affermato che aderiscono alle richieste del popolo sudanese. Ora ecco le domande del popolo sudanese espresse assai chiaramente dai partiti politici che rappresentano il Sudan. Non riesco a comprendere la sorprendente esitazione degli inglesi a far fronte ai diritti naturali dei sudanesi; questi diritti all'auto-governo in base ai quali soltanto si può decidere in completa libertà l'autodecisione. Abbiamo dato la nostra parola al Sudan. Non verremo mal meno al nostri impegni col popolo sudanese. Tocca ora alla Gran Bretagna decidere se intraprendere o no un'azione in appoggio della richiesta sudanese di libertà, e stiamo attendendo questa decisione. Quanto alla possibilità di un accordo, sono certo che I punti controversi potranno esser facilmente superati se il Governo britannico ottempererà alle promesse fatte al popolo sudanese. Questo aprirebbe certamente la via a una miglior comprensione fra la Gran Bretagna e l'Egitto in merito ad altre questioni. D. — Sono in corso a Londra e altrove conversazioni relative alla formazione di una organizzazione di difesa del Medio Oriente. Qual'è atteggiamento dell'Egitto nei confronti di questa proposta organizzazione? R. — La risposta è che l'Egitto non può prendere in considerazione una tale questione fintanto che vi sono sul suo territorio truppe straniere. D. — In diversi suoi discorsi pubblici ella ha accennato al desiderio di vedere la nazione unita. Può spiegare come pre vede che sarà ottenuta questa unione? R. — L'unità del popolo egi ziano per quel che riguarda i suol obbiettivi estimi c interni è una realtà. Tutti gli egi ziani concordano sulla neces sita di liberare l'Egitto dalle truppe straniere. Io predico sempre una maggiore unità di azione e di pensiero, in modo da aumentare la produttività della nazione al massimo grado possibile. D. — Voglia essere cosi cortese da comunicarmi 11 suo punto di vista sulla questione del cotone. Per esempio, vi so no state notizie secondo cui il cotone sarà venduto all'Italia, alla Cina comu .ala e ad altri Paesi. Può darci qualche cifra? K. — Per quel che concerne II cotone posso assicurarla che la nostra posizione è orsi molto migliore di primo. Le nostre vendite durante le ultime settimane sorpassano le ven dite del corrispondente periodo della passata stagione. E vendiamo sempre più, malgrado 11 fatto che alcuni dei nostri clienti — Intendo dire gli Inglesi — hanno messo di ac¬ qdvcslscfqippfQffgivlAddmoLiasgmiSIdPrcrnrglssfdvtm^ quistare cotone di nostra produzione. Altri comprano, e noi vendiamo a chiunque voglia comprare. D. — Infine, le sarei grato se volesse dirmi qualche parola sulla situazione interna. Vi sono state voci di fermento, come pure voci di disaccordo fra 1 dirigenti della nazione su questioni di politica estera e interna. Nella sua posizione di premier e comandante in capo, vuol darmi un chiarimento. R. — Tengo a dirle che 11 fronte interno è assai forte. Quelle che lei definisce voci di fermento e di disaccordo sono fabbricate dai nemici del regime e da coloro che odiano il veder unito l'Egitto, sulla via di una sistemazione e all'inizio di una grande impresa. Abbiamo preso quale slogan del nostro movimento < Unità, disciplina, lavoro >. Rimarremo fedeli al nostro slogan e ogni egiziano farà altrettanto. L'Egitto è deciso ad andare innanzi, per realizzare le sue aspirazioni, incrementare la sua economia ed avere li suo giusto posto fra i Paesi del mondo quale nazione libera e indipendente. Walter Collins

Persone citate: Abdel Nasser, Faruk, Mohammed Naghlb, Naghib, Nasser, Radwan, Walter Collins