Tito fa tutto lui

Tito fa tutto lui Tito fa tutto lui Eletto Presidente della Repubblica è pure Capo del Governo, comandante delle Forze armate e segretario del Partito (Dai nostro corrispondente) Belgrado, 14 gennaio. Un solo deputato su S69 componenti l'Assemblea popolare si è opposto all'elezione del maresciallo Tito a presidente delle Repubbliche Federali Jugoslave. Cinque minuti sono durati gli applausi nella grande aula della Scupcina mentre la Divisione della guardia che ha le sue caserme alle porte della capitale salutava l'avvenimento con salve di artiglieria e raffiche di mitra. Tito, che per l'occasione vestiva di scuro con cravatta grìgia, ha ringraziato i deputati col primo discorso della sua carriera politica non polemico e non impegnativo; le solite frasi generiche che si dicono da un Capo di Stato. Ricevute le congratulazioni dai capì delle Missioni diplomatiche occidentali (quelle cominformiste sono ignorate dal protocollo jugoslavo) il Maresciallo si è ripreso mezza ora dopo parlando col suo solito stile alla folla affluita dalle strade piene di neve in vicinanza del Parlamento: «In Jugoslavia — ha affermato Tito — si sta attuando il socialismo seguendo i principii di Marx e di Lenin non deformati dall'imperialismo burocratico di Stalin >. In sostanza l responsabili del regime comunista jugoslavo hanno ripudiato la Costituzione sino a ieri vigente perchè era stata copiata da quella sovietica. In più si è voluto, anche in senso polemico, ignorare l'interpretazione marxista effettuata in Russia dall'avvento di Stalin in poi, cercan do di essere ortodossi interpre ti dei testi marxisti ricollegali doli ai tentativi di Lenin per dare autonomia ai consigli di fabbrica. Ma soprattutto si è voluto attuare il primo passo sulla strada del cosiddetto esperimento dello Stato preannunciato da Marx. Nella nuova costituzione, infatti, non esistono ministri, ma del segretari che nella maggioranza sono dei semplici funzionari; di fianco alla Camera dei deputati vi è quella degli eletti dal responsabili della produzione industriale e agricola e degli artigiani che deciderà sulle questioni economiche. Altra esperienza in atto è la decentralizzazione, soprattutto economica, che permetterà alle varie imprese di sganciarsi dalla burocrazia centrale per curare direttamente le esportazioni e le importazioni. Si tratta, in definitiva, di un grosso tentativo per dare alle aspirazioni dei comunisti jugoslavi una entità teorica e funzionale mentre il contrasto con i comunisti fedeli a Mosca era ormai ridotto a una lunga lite fra parenti prossimi. Non rimane, prima di formulare un giudizio, che aspettare i primi risultati di questa serie di esperienze sociali 'che anche qui vengono chiamate < costruzione del socialismo >. Occorre intanto ricordare che per quanto riguarda gli uomini non si è verificato alcun cambiamento essenziale. Tito, oggi presidente della repubblica, conserva il grado di comandante supremo delle forze armate, di segretario generale dei comunisti jugoslavi e avrà in più le funzioni di capo del Governo essendo stato nomi¬ nato stasera presidente del Consiglio esecutivo generale. I principali componenti del disciolto politburò: Kardeli, Rankovic, Mose Pijade e Gilas, come vice-presidenti del Consiglio esecutivo, formeranno con Tito una specie di Consìglio dei ministri ristretto. L'expresidente del Consiglio degli Affari economici Kidric è rimasto fuori solo perchè gravemente colpito da una forma di leucemia, ma fa parte in ogni caso del Consiglio esecutivo stesso. L'ex-capo di S.M. generale Kocia Popolic sembra infine sia stato nominato segretario per gli Esteri in seguito al successo della sua missione presso il Pentagono per ottenere 1 primi aiuti militari americani. m. f.

Persone citate: Gilas, Kocia Popolic, Lenin, Marx, Mose Pijade, Stalin

Luoghi citati: Belgrado, Jugoslavia, Mosca, Russia