Washington invita Londra a collaborare con l'Europa di Gino Tomajuoli

Washington invita Londra a collaborare con l'Europa Washington invita Londra a collaborare con l'Europa Pressioni di Acheson su Churchill - Prossimo viaggio di Dulles in Estremo Oriente per frenare l'espansionismo sovietico (Dal nostro corrispondente) Washlngton, 12 gennaio, La prima autorevole indiscrezione sul colloqui avuti da Churchill coi capi dell'Amministrazione uscente si è avuta quest'oggi quando si è appreso che Acheson, sostenuto dai maggiori esponenti della politica militare e economica americana, ha fatto pressioni sul premier per una più costruttiva collaborazione inglese alla creazione dell'esercito europeo ed al componimento delle crisi iraniana e egiziana che mettono in pericolo lo schieramento occidentale nel Medio Oriente. L'appello di Acheson sarebbe stato fatto durante il pranzo privatissimo all'Ambasciata inglese giovedì sera, al quale parteciparono Truman, Bradley, capo di Stato maggiore generale, il generale Bedell Smith nominato ieri Sottosegretario di Stato al Dipartimento di Stato e l'amministratore uscente della M.S.A. (Mutual Seen¬ miiiiimiiiiiiiiiimmiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiini rityAgende) Harriman. Churchili non mostrò molta incli-nazione a condividere gli argo- a o i a e lllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll menti addotti da Acheson a sostegno dell'appello. Acheson. però, non chiese formalmente a Churchill di promettere l'entrata dell'Inghilterra nell'esercito europeo e Churchill non disse di voler abbandonare le riserve inglesi contro la partecipazione all'alleanza continentale, sebbene sia Bradley che Harriman appoggiassero con validi argomenti le tesi di Acheson. Que ste si svilupparono press'a poco su questa linea: i grandi progressi realizzati negli ultimi dieci anni verso l'unificazione dell'Europa e del Medio Oriente sono ora minacciati da una crisi di assestamento che riguarda'sia i piani per la collaborazione difensiva che quelli di unificazione politica euro pea. E tuttavia proprio ora si presentano speciali possibilità per raggiungere gli obiettivi finali in Europa e per risolvere con minori difficoltà la crisi con l'Iran e con l'Egitto. Proprio in questo momento, però, l'azione di guida che è stata essenziale nello spingere innanzi queste politiche, sarà indebolita dal cambiamento di Amministrazione. La crisi potrebbe essere evitata solo se l'Inghilterra prendesse decisioni audaci ed illuminate, abbandonando la sua presente politica di limitata e tepida collaborazione all'unificazione delle forze europee. Soprattutto nei prossimi mesi, quando la nuova Amministrazione non sarà ancora in grado di agire, l'Europa avrà bisogno della collaborazione e della guida inglese. Churchill si limitò a difendere la sua politica ammettendo però che la situazione sia in Europa che nel Medio Oriente ha raggiunto un punto nel quale sarà necessaria un'azione più decisa. L'Inghilterra tuttavia considera eccessivo e infondato l'allarme americano per la situazione iraniana e sul fatto che il partito comunista persiano Tudeh possa impadronirsi del potere e non ritiene che sia possibile fare al Governo egiziano quelle concessioni, sulla questione della sovranità sul Sudan, che il Dipartimento di Stato vorrebbe veder adottate. Questi appelli alla collabora ziono inglese fatti dall'Amministrazione democratica proprio all'ultimissimo momento hanno fatto supporre in questi circuii diplomatici ciré Acheson abbia motivo di temere che l'Amministrazione repubblicana sia tendenzialmente In. cline a rivedere la politica americana di difesa dell'Euro pa e del Medio Oriente. Per tale motivo, quindi, ha fatto appello alla collaborazione britannica. Il portavoce del Dipartimento di Stato Mac Dermott interrogato in proposito ha riufiutato di avvalorare o smentire che l'appello sia stato fatto, ma nei circoli diplomatici ameri cani si pensa piuttosto che Acheson abbia intero sottolineare a Churchill le difficoltà del prossimo critico periodo della politica americana durante il quale nè l'Inghilterra nè l'Europa possono attendersi un Impegno americano alla soluzione dei principali problemi pari a quello esercitato in passato Ciò che si teme a Washington è che al Cairo ed a Teheran abbiano ;1 sopravvento tendenze politiche che potrebbero, se si permettesse il loro consolidamento, far rovinare l'edificio occidentale costruito con tanta pena dalla Amministrazione democratica. I timori sull'indirizzo della politica estera repubblicana sembrano in parte confermati dall'annuncio che il prossimo segretario di Stato Dulles compirà un mese dopo il suo insediamento un viaggio in India Pakistan ed in altri Paesi dell'estremo Oriente per tentare di convincere quel governi a collaborare ai piani difensivi contro la possibilità di una aggressione comunista^ Il viaggio comunque non potrà aver luogo prima della metà di marzo poiché Dulles dovrà Incontrarsi alla fine di febbraio con Eden e il Cancelliere dello Scacchiere Butler e probabilmente con André Mayer. Subito dopo dovrà partecipare in Europa al Consiglio atlantico. Apparentemente quindi tali timori sembrano infondati, poiché Dulles ava ampio campo di fissare la politica americana verso i problemi europei, sia nei suol colloqui con gli inglesi, sia durante la riunione del Consiglio atlantico. Ma polche si afferma che Dulles ritenga che la maggiore minaccia dell'espansionismo sovietico si eserciti ora in Oriente e che non è da attendersi un attacco sovietico in Europa, si pensa che, tutto sommato, nei primi tempi del nuovo Governo l'attenzione della diplomazia americana mirerà sopratutto a concludere in Estremo Oriente un sistema di alleanze parallelo ed integrato a quello europeo. Ed i vaghi timori espressi da Acheson a Churchill avrebbero quindi un certo fondamento. Gino Tomajuoli GIULIO DE BENEDETTI DIRETTORE RESPONSABILE