La pioggia aveva reso pesante il campo di Ferrara

La pioggia aveva reso pesante il campo di Ferrara La pioggia aveva reso pesante il campo di Ferrara Scivolone dolio Juventus 0-3) sul terreno fangoso dello Spnl DAL NOSTRO INVIATO Ferrara, lunedi mattina. Troppo lenta la Juventus per una Spai così acattante, troppo involuta e impacciata per un avversario mirante cosi praticamente al sodo. I bianconeri sono stati battuti prima di ogni altra cosa, in velocità e in concezione lineare di gioco. Un violento rovescio d'acqua si era abbattuto su Ferrara poco prima dell'inizio della partita: un piccolo nubifragio. Al.momento in cui le squadre si schieravano davanti al pubblico, più non cadeva che qualche goccia, ma u campo era divenuto pesante « sfiancante. Non vi era acqua sul terreno, ma solo ta superficie e il fondo erano vischiosi all'estremo, se non proprio melmosi. Su un rettangolo in simili condizioni, l'uno squadra, quella di casa, si trovò a suo agio, l'altra risultò frenata in ogni sua mossa e ^iniziativa. E' cosa questa ohe si vide subito, fin dai primi .scambi: e l'incontro stava terminando, che ancora la differenza di comportamento dei due contendenti in fatto di adattamento alla situazione'ambientale risultava evidente. Incompleta la Spai per via di Ferraro e di Villa, non in piena efficienza la Juventus per l'assenza di Hamrin di Viola e di Montico. Da quale parte dovesse pendere la bilancia nella giornata lo si vi¬ Al 4 lo minuto della ripresa de fin dalle prime battuta. / ferraresi arrivavano prima su ogni pallone in disputa, puntavano diritto innanzi a sé e facevano sfoggio di una velocità veramente notevole per le condizioni del terreno. Dopo pochi minuti di gioco, un gran tiro alto partito dal piede di Sandali su punizione richiamava subito -l'attenzione mettendo in pericolo la rete juventino. Valvassori deviava miracolosamente in aito per un calcio d'angolo: a primo di una serie che doveva divenire numerosissima nel corso dell'incontro. Che gli ospiti si trovassero, nelle circostanze, in imbarazzo, doveva risultare evidente poco dopo quando U loro portiere, nel tentativo di respingere un pallone alto, per poco non segnava un'autorete. Fu la sbarra trasversale a salvare la situazione in questo caso. D'altra parte, il primo attacco condotto a fondo dai juventini vedeva Antonlotti mancare una buona occasione per la palese sua incapacità di districare i piedi, dal fango. La prevalenza più qualitativa che numerica delle offensive era sempre più dei padroni di casa, col passare dei minuti, e Di Giacomo aveva appena sfiorato il successo con un impetuoso tuffo seguito da un colpo di testa, quando veniva in modo un po' strano posta la prima pietra al risultato. Si era giunti al 33° minuto e la Spai premeva insistentemente da parecchio tempo. Dalla destra, l'ala Brocdni si portava leggermente verso U centro e, giunto all'altezza dell'area di rigore, faceva partire, in direzione diagonale, un forte tiro a mezz'altezza. Vavassori pareva ben piazzato per la parata e davanti a lui stava, pure in ottima posizione, Nay. Nella ressa che si era formata in area, la palla viscida toccava improvvisamente Oppezzo e prendeva una deviazione che metteva fuori causa tanto a mediano quanto il portiere. Vavassori poteva ancora sfiorare, ma non più trattenere la sfera, che entrava in rete a filo del montante. La reazione della Juventus era rappresentata da una bella azione condotta da Boniperti e terminata con un tiro a lato. Ed al i3° minuto la Spai raddoppiava il suo vantaggio. Portatosi fin sul limite del campo e in piena area torinese, lo svedese Sandell, a tre o quattro metri dal palo, sparava improvvisamente basso in direzione del lontano angolo della rete. Vi era tutta una serie di gambe davanti alla porta in quel momento: la palla, combinazione, le sfiorò tutte senza urtare in nessuna e andò a finire a bersaglio, un metro circa al di là del montante sulla sinistra del portiere. Due a zero. Mancavano un paio di minuti al riposo di metà tempo, e in quel breve spazio gli ospiti trovarono modo di diminuire la distanza, a mezzo di Anloniotti che se ne andava via sulla destra, e di Stivanello che, portatosi al centro, sorprendeva tutti comparendo dove nessuno se raddoppio del vantaggio dei padroni di casa. Prima Di Giacomo colpiva a sua volta la traversa con un tiro da lontano. Poi, al 40°, con un tiro di punizione dai bordi dell'area di rigore, Di Giacomo infilava con un tiro basso un corridoio lasciato libero nulla destra juventino e batteva nuovamente Vavassori. Per poco, proprio negli istanti finali, Corradi andato a 'finire fra gli avanti non diminuiva nuovamente la distanza, a seguito d'un bel passaggio di Boniperti su tiro di punizione. Ma la morale della favola è che non era quella la giornata e 'tev erano quelle le condiziotA in cui la Juventus di ieri potesse emergere. Il risultato è giusto. Vaspettava e deviando in rete a fil di palo. Nella ripresa, Boniperti e Colombo si scambiavano il posto e il numero della maglia, e per ìfl minuti la partita andava avanti con una lontana possibilità di pareggiare da parte della Juventus. Al pareggio stesso si sarebbe senz'altro giunti poco prima della mezz'ora su imi improvviso tiro di Colombo, se la sbarra trasversale della porta ferrarese non si fosse opposta. La cannonata del torinese partiva da alcuni metri fuori area, e andava a colpire la traversa, quasi all'incrocio col montante, mentre l'obiettivo era scoperto e il suo difensore estremo ben lontano. Allora la Spai ritornava ai suoi scatti e alle sue puntate in velocità, e invece del pareggio si giungeva a un Vittorio Pozzo uiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiumiiiiiiiiiiiiiiiininiiiiiiiiiiiiiiiiniii Stabilimento Dott. ROCCHIETTA - Pineroxo 25-7-1949 Un medico d scrive: « Ho usato il

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