I pescatori e la croce

I pescatori e la croce — VIAGGIO IN INDIA — I pescatori e la croce Dai ricordi del viaggio in India, compiuto come inviato de « La Stampa », Carlo Levi ha tralto questa curiosa « pasteggiata» in un paesaggio colorito o gremito dì strane figure. Per andare a Warsova, al villaggio dei pescatori, dobbiamo traversare, in tutta la sua lunghezza, l'immensa città di Bombay. Al di là della « frontiera » (il blocco stradale di controllo, per la stretta applicazione del proibizionismo), passiamo, sotto il fuoco del sole, tra greggi sterminati di capre e di pecore che vanno al macello, maicatc, come reggimenti dalle mostrine colorate, di rosso, di blu, di arancio, di marrone, di giallo, di viola; e i capretti seguono le madri, col collo cinto di collane di perline e di fiori. Poi comincia una campagna deserta, mista di terra e di acque, con casette lontane e tempietti ih mezzo all'acqua, distese di fango screpolato dal so le, palme isolate, e le automo bili della campagna antimalarica. Le palme si fanno più fitte: ne pendono, come una costruzione trasparente, reti nere. Per terra si ammucchiano, sotto la vampa del sole, gamberi e pesci; a sinistra si apre la grande spiaggia falcata, fino al mare chiaro e li-[scio, su cui, qua e là, si aggira-ino, su barchette colorate, ncriÌpescatori dalle lunghe pagaje. Nel silenzio del sole, un cavallo ■corre sulla sabbia. Uomini e don- ì ne seminudi giacciono, isolati e ìlontani, sulla spiaggia: .che cosajè, in questo spazio, in questa lrplcPrglcracrlMdgnl«gamcdbgèluce, un corpo umano? 1 Arriva una barca: si portanoI dalle lunghe prue su cui è di-!| i 1 terra le ceste dei pesci, che guizzano come barbagli di sole. Le donne portano in testa le ceste: sopra ogni cesta, altissimo in cielo, si aggira un avvoltoio. In un'insenatura si affollano barche pìnto un occhio, e fiori sul timone, come navi antiche. Oltre un canale, fr ' ialine, si stende un labirinto, un paese di ingraticciate, come scheletri di case, con palchi su palafitte e mura di pali intrecciati, su cui le donne appendono, ad uno ad uno, miriadi di pesci a seccare al sole, lavorando, come vendemmiatrici, nel volo dei corvi, tra le reti nere, le corde, le ceste, o conversando in riposo nell'ombra sotto le impalcature. Il pesce minuto è disteso, come il grano sull'aia, su spiazzi di terra battuta o di cemento, che le donne vanno scopando: diviso secondo le specie, come vegetali, erbe, foglie secche di granturco, o ammucchiato come sabbia o spaziatura secca. Tra le capanne di foglie di palma, di terra, di sterco di vacca o di mattoni, corrono, sotto gli occhi delle donne accovacciate sulle soglie, bambi- j ne nude, con un filo attorno alla i cintura, da cui pende, per qualche ragione magica, una chiave. All'ingresso di Warsova, prima di un caffettuccio coperto di cartelli dipinti, c'è una croce cristiana con su scritto INRI. Qui comincia la via principale, coi negozi, il mercato, gli artigiani, tutta la vita multiforme di una comunità isolata : le case dipinte con affreschi popolari, di dèi e di vacche, del santo Sahibaba, di|Shankar col serpente (sotto il | portico, davanti alle case, stan- ; no appese le fotografie di fami- \ glia, le immagini degli dèi, le ! mczzelune mussulmane, gli spec- i chi, gli orologi a pendolo, le i ligure di Gandhi e di Nchru in- ! corniciate di fiori); i negozi di betel, i sarti coi loro forbicioni; le vècchie carrozze su cui giocano i bambini, le galline, i cani; le porte, con la gente in terra che mangia sul pavimento; i venditori di banane; gli arcolai; i letti su cui sono appoggiate, come foglie bianche, le sogliole; le donne che pestano il ghiaccio; il dispensario di allopatia e omeopatia del dottor Misquitta M.B. B.S.H. of Omcopathy, Phisician and Surgcon; la maternità del dottor Purandarc; gli ombrellai-, la casupola dell'Hindata Hindu Hotel, il tempio indù con le bandiere rosse appese, e splendide dee-bambole di marmo vestite a colori. Svoltando per Market Lane, dove 1 venditori di fiori infilano collane, e le donne tagliano il pesce con grandi accette ricurve, o si affollano coi secchi di rame, tra le vacche, ad un pozzo, arrivo a una stradetta che finisce con un crocefisso dipinto su una croce di pietra imbiancata, e la data 1813: un marmctto sulla base dice : « Reerected by parishioners in 1905 ». Un vecchio lampione obliquo pende verso la croce. Al collo del Cristo c'è una collana di fiori. Una scrofa nera e pelosa si aggira sulla strada, seguita da uno stormo di maialini pezzati. Una campanella suona: è un venditore di cibarie, di semi, di pallottole e di pietruzze bianche, che si incro eia con la campanella e il trici clo del venditore di bibite colo- j [Master of Magic Art». La porta icra chiusa. Il vento muoveva apÌPella la te,1(la della finestra; e dallo spiraglio mi apparve, sedu ■ta a un tavolo, nel momento ì fuggevole che la tendina fiorata ìsi alzava, una bambina castanojbionda' identica a quella che io lavcvo dipinto un giorno, e che rate. Dalle case pendono dei palloni bianchi a forma di stella: sono case indù. Su un'altra casa è scritto : « Porto di Pace. P. M. Butheln. Ispettore sanitario B.M.C, a riposo dal 3 giugno 1954 ». Una vècchia, sull'uscio, mi dice che quella e una casa cristiana. L'ispettore sanitario mi mostra i quadri che ha alle pareti. C'è il ritratto del cardinale indiano Gracias, una riproduzione dello Sposalizio della Vergine di Raffaello, parecchie Madonne e santi, le fotografie del suo matrimonio, e un'immagine della cerimonia dell'incoronazione del re di Inghilterra nella cattedrale di W'cstminster. « La gente vede male queste figure — mi dice —, ma io dico a tutti: freedoiiì. La nostra comunità è molto antica, siamo sei- bstcImeddgttrgMppcento cristiani, in questo paese 1 di ottomila anime ». In terra, ibambini dell'ispettore stanno leg-gcndo un quaderno, che, vedo, è scritto in inglese. « Noi cristiani — mi dice il padre — preferiamo l'inglese ». Più avanti, nella stradetta, di fianco al crocefisso, sorge un bungalow isolato. Sulla porta mi attira una grande targa : «Professor V. H. Pearce M. Se. M.M.C. 1 sta sulla soglia del mio libro Le I Parole so"° pietre, con la stessa bocca, lo stesso sguardo. Battei alla porta. Mi aprì un giovane, il fratello del professore di arti magiche: ma la ibambina era scomparsa. Venne la moglie, una goanesc, e mi disse che il marito !lavòrava all'aeroporto e sarebbe | venuto alìa sera, che aveva stru i menti perfetti per la sua arte : li faceva venire dall'America. Mi avvio, tra i campi, verso la parrocchia. In un prato, dei bambini, vestiti con pantaloncini europei, giocano al cricket. An nessa alla chiesa e alla casa del parroco c'è una scuola: i bambini sono occupati in un esame Una bambina corre per la scala a chiamare il parroco, ma scen de ridendo a dirci che il parroco dorme. Il terreno davanti alla chiesa è selciato di tombe dai nomi portoghesi ( Misquitta, Gonsalves, Benedicto, Fernandes, e così via): i bambini vogliono essere fotografati. Mentre i bambini indù restano fermi, estatici, davanti all'obiettivo, questi bambini indo-cristiani si atteggiavano, come avrebbero fatto i nostri, in pose, in smorfie, in gesti. Rientrando nelle stradette, col j sl8aro acccs'J- P'sso lc,,t0- e i l'aspetto meglio nutrito di quan to qui non sia abituale, ricevevo dalle soglie saluti e benedizioni : gli amici indiani che erano con me mi sussurravano che certamente ero stato preso per un prete. Ma già si incontrava un tempio indù, coi demoni scolpiti sugli scalini, perché si possano calpestare entrando, e una grande stanza che sembrava la sala di riunione di una coopera tiva, con suonatori seduti per |r;rra, e dèi nelle nicchie tutto l | attorno. Più in là, nella sede dei ; la Società di traspòrto dei pesca \ tori, 1 dirigenti mi spiegano che ! ci sono in paese quattro società : i due di trasporto e due per l'or i ganizzazione del lavoro. Prima, ! la pesca era totalmente indivi- duale. Ma dopo la liberazione dell'India, dieci anni fa, il governo ha dato il denaro per for- mare le società. Prima non c'era- ; no i camion, e il pesce doveva essere tutto seccato: ora, coi camion comprati col denaro prestato dal governo, si può portarlo fresco al mercato di Bombay. Ci sono nove mesi di lavoro all'anno: non si può lavorare con il monsone. La società presta ai pescatori poveri e ai nuovi pescatori; il rimborso avviene in cinque anni. Il sole è alto in cielo, cammino per le stradette tra le reti, i carretti di ghiaccio coperti di segatura, i carri tirati dai buoi che portano carichi di carbone spugnoso, gli arrotini, i barbieri, i calzolai, i venditori di tamburi. Un bambino gioca con un gabbiano addomesticato. Il villaggio finisce tra graticciate, palafitte, cestoni, come quelli delle guerre seicentesche, pieni di pesce secco; un'architettura di reti violanero, ripetuta per .terra dall'om bra, attorno a un tempietto, coli 'portico pieno di reti e di informi dèi rossi; e i barconi a secco, e una piana di arbusti, e il mare; e poi un'isola piena di palme: e, in cielo, il nero volo dei corvi. Tra le casette di terra gira, con passo furtivo, una giovane donna dagli occhi sfavillanti, che porta in capo uno strano oggetto, un grande scatolone di metallo poligonale con parecchie japerture. Grida e canta, e 1 barn-1 bini si affollano intorno a lei. Lo scatolone viene appoggiato a un treppiede: è una lanterna magica, un cinematografo portatile. I bambini scrutano in quella camera misteriosa. Si vedono città europee, le regate di Oxford, donne nude, profili di fabbriche, donne con fiori, cose meravigliose. La donna, girando a scatti le immagini, canta : « Guardate il film di .Madras, guardate la regina dei delitti! Come è bello, guardate! Guardate il film di Madras! ». Usciamo da Warsova per tornare in città. Sulla strada, tra le palme, incrociamo i camion che vengono da Bombay, pieni sci- ; pati di donne, che gridano e ridono, le venditrici di pesce che tornano allegre dal mercato. Carlo Levi

Persone citate: Carlo Levi, Fernandes, Gandhi, Gonsalves, Gracias, Pearce, Shankar

Luoghi citati: America, India, Inghilterra, Oxford