Fu vittima forse di un ricatto il Procuratore svizzero suicida

Fu vittima forse di un ricatto il Procuratore svizzero suicida Si attendono nuovi sviluppi nella vicenda dello « spionaggio telefonico» Fu vittima forse di un ricatto il Procuratore svizzero suicida Per salvare un dipendente avrebbe ceduto alle minacce di un agente francese fornendo altre informazioni riservate - L'ultimo messaggio alla moglie: «Sono innocente» - Un comunicato del governo (Dal nostro corrispondente) Berna, 26 marzo. Dopo due giorni di assoluto silenzio, il Dipartimento svizzero di Giustizia e Polizia ha diramato In serata un laconico comunicato sulla vicenda dello « spionaggio telefonico». Il documento, pubblicato al termine della riunione del governo, dice testualmente: «Nel. la sua odierna seduta, il Consiglio federale ha deciso di far procedere a un'istruttoria preparatoria conforme all'art. 108 del Codice generale, allo scopo di far luce su tutto l'assieme dei fatti in relazione alla morte del procuratore generale Dubois e ai rimproveri rivolti ad un ispettore della polizia federale. Essendo ogni ulteriore procedimento unicamente di competenza del procuratore generale, il governo) ha deciso di affidare a Hans' Fuerst l'incarico di procuratore generale cui sono state conferite le funzioni di P. G. straordinario. Il dott. Fuerst, presidente del Tribunale distrettuale di Horgen presso Zurigo era rappresentante permanente del P. G. <*ella Confederazione per la Svizzera tedesca». Poiché (come risulta da indiscrezioni ufficiose) l'inchiesta contro il funzionario Max Ulrich è lungi dall'essere terminata, 11 tono quanto mal cauto del comunicato governativo non ha sorpreso. L'odierno annuncio sembra avere più che altro lo scopo di mostrare alla pubblica opinione, rimasta profondamente scossa dagli avvenimenti degli ultimi giorni, che le autorità stanno procedendo con il massimo rigore nei confronti del responsabili. I giornali continuano naturalmente a prospettare le più svariate Ipotesi sulla parte che può aver avuto nello « scandalo dello spionaggio' telefonico > l'ispettore Max Ulrich; egli, arrestato mercoledì scor¬ so nelle vicinanze dell'Ambasciata di Francia, è stato poi messo di nuovo in libertà. Per ora si è potuto accertare che, sia il funzionario della polizia federale che il procuratore Dubois, avevano frequenti contatti con diplomatici francesi accreditati a Berna e in particolar modo con il colonnello Mercier che appartiene al Servizio di controspionaggio francese, noto con le sigle D.G.E.R.. Secondo indiscrezioni attinte in ambienti di solito attendibili, l'ispettore Ulrich avrebbe avuto, in cambio delle sue informazioni, importanti ragguagli che il colonnello Mercier sarebbe riuscito ad ottenere sulle truppe sovietiche nella Germania orientale. Nel corso degli Interrogatori avvenuti alla line della scorsa settimana, l'ispettore Ulrich avrebbe detto di essere stato autorizzato — dal Dubois — a rivelare all'agente francese qualche segreto egiziano — frutto di intercettazioni telefoniche — in cambio di altre informazioni. L'organo federale del partito, socialista, il Wolksrcchl di Zurigo, isi sa che il Procuratore suicida apparteneva allo stesso partito) dedica oggi un'intera pagina allo «scandalo dello spionaggio telefonico > prendendo chiaramente le difese del Dubois. Sulle colonne del quotidiano di Zurigo è fra l'altro scritto: < René Dubois e rimasto vittima di un ricatto da parte dell'agente francese Mercier. CI risulta che in occasione del suo viaggio a Parigi nel novembre del '56 in compagnia dello stesso colonnello Mercier, 11 Dubois fece qualche imprudente dichiarazione sul conto delle spie egiziane in Svizzera. Quando, alcune settimane fa, la Polizia elvetica si accorse dell'illecita attività svolta dall'Ispettore Ulrich, il Mercier tornò nuovamente dal Dubois, ponendolo davanti al seguente dilemma: o egli avrebbe cercato di soffocare l'inchiesta contro l'ispettore della Polizia federale o sarebbe stato denunciato allo stesso Governo elvetico dall'Ambasciata francese. Il Dubois, che aveva un carattere molto sensibile, perse il controllo dei suoi nervi e considerò come la migliore soluzione quella del suicidio ». Lo 6tesso giornale afferma che, contrariamente a quanto riferito in un primo momento, il Dubois non ebbe sabato mattina alcun colloquio con il ministro Feldmann, capo del ministero di Giustizia e Polizia. La ultima persona con cui si intrattenne è stato 11 capo della Polizia federale dott. Dick, cui avrebbe detto: «Non ci si può fidare di nessuno». Tali parole avvalorerebbero, secondo il giornale zurighese, la tesi del ricatto da parte del colonnello Mercier. Alla moglie il Dubois lasciò un higliettino con le parole: «Sono innocente!». 1. f.

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