Dubbia una soluzione a Cremona nonostante le speranze comuniste

Dubbia una soluzione a Cremona nonostante le speranze comuniste Dopo fe elezioni oftiitiinìstrqtive di domenica Dubbia una soluzione a Cremona nonostante le speranze comuniste I due consiglieri socialdemocratici risaltati eletti possono decidere la crisi schierandosi a sinistra, oppure con la d.c. - Febbrili consultazioni con le direzioni dei partiti (Dal nostro inviato speciale) Cremona, 26 marzo. Sui muri della città sono stati affissi manifesti del partito comunista inneggianti «alla vittoria conseguita nelle elezioni amministrative > e alla futura Giunta di sinistra, o « Giunta rossa >, come è già stata definita da altre parti. Al balcone della Federazione provinciale del PCI sventola una grande bandiera rossa, unita a una piccola bandiera tricolore. A pochi passi è la sede del partito socialista nenniano che ha avuto leggere perdite, ma è sempre secondo dopo la Democrazia Cristiana: nessuna bandiera, nessun segno esteriore ad eccezione di una copia dell' Avanti!, con cauti commenti ai risultarti delle elezioni. Gli altri partiti non sono meno riservati. La formazione di una Giunta di sinistra, con appoggio più o meno esplicito dei saragatiani, è la più viva speranza dei comunisti, i quali vorrebbero concretare in tal modo il loro avanzamento di oltre mille voti rispetto allo scorso anno. Ma nulla è stato ancora deciso dalle parti interessate, In particolare dai saragatiani," i quali a tarda sera hanno inviato un incaricato a Roma per avere lumi dall'on. Matteotti, ed hanno rimandato ogni decisione al Direttivo provinciale del partito, che si riunirà giovedì. I saragatiani hanno in mano la chiave della situazione: infatti il partito comunista conta nove seggi, il partito socialista dieci. Per arrivare alla maggioranza di 21, occorrono due seggi, esattamente quelli dei socialdemocratici. H PSDI cremonese è senz'altro molto avanti sulla via dell'unificazione col partito di Nenni. Il grande interrogativo che lo riguarda è questo: spingerà la sua < originalità > fino a rendere possibile un'amministrazione con i comunisti? II Direttivo provinciale dovrà decidere se scartare la soluzione opposta: accordo PSDI-PSIDC con un totale di ben ventotto seggi e quindi maggioranza larghissima Ma il PSI non nasconde un certo risentimento verso le « chiusure > da parte democristiana, ripetutesi lo scorso anno (in un comunicato della Federazione si parla di < esclusivismo integralista democristiano> e di «propositi egemonici > democristiani). Lei democrazia cristiana, da parte sua, sembra tutt'altro che disposta a un'< apertura a sinistra > stando a quanto ai è udito nei comizi e negli ambienti del partito. A questo proposito era stata molto commentata a Cremona, specialmente negli ambienti del partito socialdemocratico, la presa di posizione dell'Agenzia parlamentare italiana, la cosiddetta sinistra democristiana, che dopo avere auspicato una politica libera da prevenzioni, diceva: < Sarebbe gran cosa liberare una volta per tutte la religione dalla politica, la politica dalla supplenza confessionale. Ma occorre perciò avere idee chiare, sinceri propositi, coraggio cristiano >. I saragatiani avevano affisso pubblicamente il giornale che riportava queste parole alcuni giorni fa. E' da tutti riconosciuto che 1 comunisti hanno capovolto le previsioni. Il partito comunista ha sottratto voti ai due partiti socialisti che hanno fatto passi indietro in periferia, guadagnando invece qualcosa nel centro cittadino. Anche la D.C. ha guadagnato, probabilmente a spese delle destre. Ma il fenomeno più interessante è quello del comportamento dell'elettorato comunista e socialista. Sembra di poterne dedurre che la « crisi comunista > ha finora intaccato soltanto gli strati intellettuali e le masse più evolute, capaci di valutare il significato degli avvenimenti interni e internazionali. Le altre masse si sono invece irrigidite in una fedeltà e in un dogmatismo che hanno influenzato le masse socialiste non preparate al « nuovo corso democratico > di Nenni. I braccianti delle cascine, la popolazione dei quartieri più poveri, in lotta con un'esistenza dura, (nel Cremonese si possono riscontrare situazioni paragonabili a quelle delle regioni economicamente e socialmente più depresse), sono stati facilmente indotti a dubitare del nuovo atteggiamento del P.S.I.. Gli attivisti comunisti, mobilitati in gran numero (si era trasferito a Cremona anche il direttore dell'« Unità >, di MnspcdcszsptfdspdcpvnnSgddcrnsfisns Milano, Rubens Tedeschi) hanno potuto convincere i dubbiosi dell'opportunità di votare per il P.C.I., « il solo partito che dia garanzia di lotta e di difesa >. La lotta fra il partito comunista e il partito socialista di Nenni è stata quindi senza esclusione di colpi ed ha lasciato qualche segno, come si può notare dai commenti piuttosto acidi o volutamente confusi, comparsi sui giornali dei due partiti. Altra constatazione: le masse non hanno gradito q compreso il nuovo atteggiamento del P.S.I. contro la Russia e contro certi atteggiamenti del partito comunista. Non si deve dimenticare che qui esistono stati di esasperazione, se non di fanatismo: nei giorni della rivolta ungherese l'on. Secchia fu accolto da un migliaio di persone con 11 grido di: «.Viva la Russia>. Quando Nenni venerdì scorso parlò con violenza del sistemi russi e proclamò l'esigenza di lottare con sistemi democratici, rinnegando ogni dittatura di destra o di sinistra, gli applausi furono scarsi o nulli. C'erano in piazza troppi comunisti e soprattutto c'era un uditorio non ancora avvezzo a sentire simili espressioni. Il P.S.I. ri¬ conosce questo stato di cose e spiega il suo regresso come « implicito in una politica che, come quella socialista, per niente immobile, tende a mutare pazientemente ma radicalmente la situazione del Paese>. Ce lo ha detto l'on. Ricca nel corso di un colloquio questa sera. Ma non per questo il P.S.I. rinunciò alla collaborazione con i comunisti, «se è nell'interesse della città». Un comunicato del partito socialista dice: «Dalla ripartizione dJi seggi il Comune risulta acquisito alla sinistra». Dopo enunciazloni abbastanza involute, il comunicato aggiunge: «E' evidente che la soluzione da noi auspicata circa la formazione della Giunta, dovrà realizzarsi nella più ampia collaborazione democratica e senza discriminazioni preconcette». In altre parole, i nenniani vorrebbero fare la Giunta senza unirsi troppo strettamente ai comunisti, ma senza metterli da una parte. Vorrebbero farla con i saragatiani, il cui aiuto è indispensabile, ma senza impegnarli tanto da creare imbarazzo troppo grande ai loro « cugini ». Fatica davvero non lieve. Mario Fazio

Persone citate: Mario Fazio, Matteotti, Nenni, Rubens Tedeschi, Secchia

Luoghi citati: Cremona, Milano, Roma, Russia