Il Procuratore generale svizzero forniva notizie segrete alla Francia

Il Procuratore generale svizzero forniva notizie segrete alla Francia SEVERA INCHIESTA A BERNA SUL CASO DI SPIONAGGIO TELEFONICO Il Procuratore generale svizzero forniva notizie segrete alla Francia Il magistrato suicida non avrebbe agito per lucro, ma per avversione a Nasser - Si dice che in base alle sue informazioni i francesi poterono catturare l'aereo che trasportava i capi dei ribelli algerini (Dal nostro corrispondente) Berna, 25 marzo. Anche oggi le autorità federali si sono chiuse in un ermetico riserbo su tutto ciò che riguarda quello che ormai la stampa svizzera definisce lo < scandalo dello spionaggio telefonico >, tragicamente culminato sabato scorso col suicidio del Procuratore generale della Confederazione, René Dubois. Come è finora emerso dall'inchiesta attualmente in corso, egli aveva rivelato alla Francia il testo delle conversazioni fra i diplomatici egiziani residenti in Svizzera e il governo del Cairo. Data la gravità e la delicatezza della materia, il riserbo delle autorità inquirenti è perfettamente comprensibile, tanto più che Intempestive anticipazioni potrebbero oetacolare lo svolgimento delle Indagini. Tutto sommato, si tratta di un grave inconveniente per il governo elvetico, il quale sta ora facendo del suo meglio per timitarne le fastidiose conseguenze.'' Anche in questo doloroso frangente la Svizzera ha proceduto con estremo rigore; la tragica morte del Procuratore generale della Confederazione, che si è drammaticamente reso conto di quanto egli abbia nuociuto al proprio Paese con 1 suol favoreggiamenti verso la Francia ai danni dell'Egitto, sta a provarlo Dedicando largo spazio all'episodio, i giornali elvetici (quelli della Svizzera Romanda in special modo) tratteggiano la figura e la carriera del Dubois. I quotidiani ricordano che egli all'epoca della crisi del Canale di Suez non fece aieun mistero, nemmeno in pubblico, della sua totale adesione alla tesi franco-britannica, rivelandosi un accanito avversario del regime di Nasser. Queste sue convinzioni personali lo hanno portato ad una tragica conclusione della sua vicenda. Specialmente agli ambienti giornalistici (che egli avvicinava con molta cordialità) era ben nota la sua tendenza a non moderare il proprio tempera-; mento nettar.■ -mte contrario al modo d'agire di Nasser. Si dubita fortemente che egli abbia fatto dello spionaggio per venalità. Tutti I commenti sono peraltro improntati a un senso di disapprovazione per non aver egli avuto sufficiente equilibrio nelle parole e soprattutto nelle azioni; la carica di alto magistrato avrebbe dovuto indur¬ lo alla massima prudenza e alla più assoluta obiettività. Alcuni, per attenuare in qualche modo le sue responsabilità, tendono à presentare il Dubois come un ingenuo caduto nella pania di qualche troppo scaltro agente del servizio di controspionaggio francese. A tale proposito si ricorda che nel 1956 il Procuratore generale si recò a Parigi in compagnia di un agente francese, per studiarvi il meccanismo dei servizi di sicurezza di quel Paese; e non si esclude che proprio allora egli si sia lasciato troppo suggestionare da chi ne aveva Interesse. Secondo le Indiscrezioni raccolte oggi in ambienti ufficiosi, René Dubois avrebbe fornito le prime informazioni alla Francia un paio di mesi prima dell'intervento franco-britannico nella zona del Canale di Suez. A questo punto è necessario precisare che la polizia federale, dato il momento di tensione internazionale, aveva deciso di tener d'occhio i numerosi diplomatici che il Cairo aveva accreditato a Berna e che svolgevano, come sarebbe risultato da diversi indizi, attività spionistica. Ad alcuni agenti della polizia federale veniva dato incarico di registrare su nastri magnetici le conversazioni telefoniche fra 1 diplomatici egiziani nelle va.ie città elvetiche e con il governo del Cairo. Era procedura normale che al Procuratore generale venisse consegnata una copia del conte¬ nuto di tutte le conversazioni intercettate a Berna. Verso la fine dell'anno scorso, l'Ambasciata d'Egitto informò la polizia federale d'aver avuto la netta sensazione che la Francia fosse stata messa inspiegabilmente al corrente di alcuni suoi importanti segreti. René Dubois promise al capo della polizia dott. Dick di svolgere una rapida inchiesta. Contrariamente alle sue abitudini, i'Dubois condusse le indagini con una certa lentezza cercando di minimizzare tutta la faccende, cosa che non mancò di allarmare alquanto 11 capo della polizia federale. Accortosi della diffidenza dei suoi collaboratori, il Procuratore della Repubblica tentò il tutto per 11 tutto, facendo addossare la colpa dello spionaggio sull'ispettore Max Ulrich, une venne arrestato mercoledì scorso nelle vicinanze dell'Ambasciata ai Francia. Il funzionario incriminato, sottoposto a stringenti interrogatori da parte del capo della polizia federale, riuscì però a dimostrare che, se egli non sembrava del tutto innocente, non era tuttavia il principale responsabile (le manchevolezze dell'Ulrich non dovrebbero essere molto gravi, dal momento che egli è stato messo in libertà, sia pure provvisoria). Nella mattinata di sabatc gli avvenimenti precipitavano: non appena René Dubois giunse nel suo ufficio, fu chiamato dal ministro di Giustizia e Polizia, Markus Feldmann. Al termine del - drammatico colloquio il Procuratore generale, seguito da due agenti in borghese, si allontanò subito dal palazzo federale per tornare nella sua abitazione alla Schosshaldenstrasse. Dopo essere rimasto chiuso per alcune ore nel suo studio, si portava nella soffitta delia propria casa dove, con due colpi di pistola alla tempia, poneva fine ai suoi giorni. In mancanza di notizie ufficiali, negli ambienti diplomatici e giornalistici di Berna si avana» 'ano oggi le più svariate ipotesi sul contenuto delle informazioni passate da René Dubois e dai suoi eventuali complici alla Ambasciata di Francia. Qualche giornale pretende addirittura che se i francesi poterono a suo tempo impadronirsi dell'aereo a bordo del quale sì trovavano alcuni capi del « Fronte nazionale algerino» lo dovettero alle In-formazioni avute dal Procurt tore della Confederazione. Come si ricorderà, l'aereo prove- niva dal Marocco ed era diretto a Tunisi. Non appena si trovò al di sopra del territorio dell'Algeria, alcuni aerei francesi da caccia lo obbligarono a dirigersi verso l'aeroporto di Algeri e ad atterrare. Secondo altre versioni, nelle conversazioni intercettate dagli agenti'della polizia federale, le spie egiziane trattavano soprattutto questioni concernenti acquisti d'armi in Europa. Nella seduta di domani il Consiglio federale elvetico si occuperà della faccenda dello spionaggio Lelefonico. E' probabile che nel tardo pomeriggio venga diramato un comu- nteato ufficiale. | £ Il Proc. gen. Bene Dubois