Pioppi e contratti agrari

Pioppi e contratti agrari M O T SS DI A G A I C O L TURA. ; J.w %m m. mm ■» ^ Pioppi e contratti agrari Inlviidianio qui parlare delle e o ' piantagioni che si vogliono effet | mare sulle ripe, cioè al marcine di fossi, canali, strade e contini, Perché in varie Provincie già si I notano iniziative tendenti a eia i borare questa materia precisando te norme per la sostituzione di 'parte delle piante capitozze (gabbe) e del cedui con i pioppi, i quali producono legna da opera e da cartiera e forniscono un red dito soddisfacente. Per quanto non vi siano stotisticlic precise al riguardo, si ritiene tuttavia chx; circa un terzo della produzione nazionale del pioppo venga ricavata dalle ripe (10-12 milioni di piante). Nei contratti di affitto e di mez zadria che normalmente vengono stipulati, da decenni si legge che il patrimonio legnoso è del proprietario del fondo e l'imprenditore ila solo il diritto alio scalvo (rami o branche che si tagliano di solito ogni 3 anni) e. l'obbligo di sostituzione delle piante morte In questi ultimi anni la legna da ardere elle si ricava è soltanto in porte utilizzata dal personale delle aziende, perché ormai per le necessità domestiche sono in uso mezzi moderni (gas liquidi, metano, elettricità), per cui molte ripe sono tenute sovente in Iiersime condizioni e le piante di salice, di acacia, di platano, di ontano, ecc., costituiscono un peso pel conduttore, perché il ricavato della legna compensa a stento la mano d'opera. Per sostituire le piante capitozze od i cedili con alti fusti di pioppo, nonché vederli poi crescere rapidamente e con uniformità su ripe ben pulite e sistemate, ocicorre la callaborazioniò tra il prò è a o e prietarlo e l'affittuario od il mez- zadro. E' evidente che, quando gli alti fusti posti sui perimetri de- gli appezzamenti sono numerosi recano danno alle colture erbacee per l'ombreggiamento e per l'asportazione di sostanze nutritive dal terreno, per cui gli interessi del proprietario e del conduttore possono collimare se per queste piante legnose si trova una formula conveniente di rìipartizione del prodotto lordo vendibile (detto «massa legnosa»). Non è possibile in questa breve nota redazionale, precisare le percentuali di prodotto da assegnare rispettivamente al proprietario del fondo, all'affittuario od al mezzadro ed il metodo di valutazione della massa legnosa al momento della dismissione del fondo, die può avvenire alla fine o nel corso del turno (durata) della piantagione. E' indubbio però die per un esperto sono elementi di facile valutazione e debbono essere considerati in relazione ailil'ombiente, alla fittezza delle piante, alla durata del turno e, più che altro, agli obblighi assunti dai contraenti al momento del piontamento (acquieto pioppelle, preparazione delle ripe, posa a dimora, potatura, difesa dai parassiti, taglio, lavorazione e trasporto dei tronchi con automezzi) . Noi reputiamo che questa delicata materia potrà essere regolata tra le parti e non regolamentata aa capitolati provinciali, come alcuni auspicano e raen che meno da accordi nazionali, ciò almeno nei primi tempi e per quei nuovi piantamenti che vengono fatti con una densità o fittezza di piante tale da diminuire sensibil- mente la produzione dell<: colture erbacee, Con la razionale utilizzazione delle ripe attualmente popolate da capitozze si avrà un notevole incremento dello produzione ed un maggior reddito del terreni. CARLO BAVA MERCATI Bestiame — Mercato calmo, prezzi quasi invariati. Per la razza bovina piemontese comune, al chilo, peso vivo, franco mercato: buoi 290-320; vitelloni 300-330; vitelli comuni 370-440; vitelli della coscia 490-560; vitelli sanati della coscia 560-630, e, fino al peso di 150 kg. da 750 a 900. Vacche da macello di 1" cat. 210-240; vacch' da produzione 125-185.000 al capo; suini grassi 325-330 al chilo. Cereali — Mercato in depressione, acquisti limitati alle necessità. Grano tenero buono-mercantile 6500-6650. qualità «ne 67007000; granoturco ibrido americano 4460-4600. Risoni, a Vercelli, in •lieve ripresa, comuni 5300-5600; Marotelli 6700-7000; R. B. 71007700; Arborio 6-100-7000. Foraggi e paglie — Tendenza a diminuirò. A Foseamo, fieno maggengo 2700-2760; ricetta 25002600; terzuolo 2360-2450; paglia di grano, Imballata 1000. Vini — Ad Asti: mercato molto calmo; barbera 12,6-13 gr. 82359265; idem 11,5-12 gr. 5500-6650; freisa dolce 7700-8600; freisa secca sup. 7665-8565; nebbiolo 11-12 mila; bonarda d'Asti 8530-9230; malvasia rosso 9500-10.000; dolcetto 7430-8600: uvaggio Monferrato corrente 10-11 gr. 4260-5000; Cortese secco 10-11 gr. 6500-7000; moscato d'Asti 10-11 mila. e. r.

Luoghi citati: Asti, Foseamo, Vercelli