Le vie di Firenze animate dai canti di trentamila alpini
Le vie di Firenze animate dai canti di trentamila alpini II festoso raduno nazionale delle penne nere Le vie di Firenze animate dai canti di trentamila alpini Sono giunti con ogni mezzo da tutta Italia - Vecchi e giovani uniti nell'allegria - Il benvenuto dei fiorentini - Oggi la grande stilata (Nostro servizio particolare! Firenze, 16 marzo. « La sfilata non è una parata militare, ma non è neppure una passeggiata >. In questo monito bonario, che è il quarto punto del decalogo trasmesso dalla Commissione organizzatrice a tutte le sezioni dell'Associazione Alpini, sta 10 spirito della grande adunata nazionale, la trentesima, delle Penne Nere a Firenze. La sfilata, che avverrà domani, dovrà dimostrare alla cittadinanza fiorentina la < cosciente fierezza, la dignità, l'ordine e la compostezza degli alpini partecipanti >. Nessuno, dei trentamila che affluiscono qui da ogni parte d'Italia, minaccia di mettere a| sacco la città, e tutti si preparano alla sfilata di domani, che sarà la manifestazione centrale del raduno, con l'ambizione di fare eccellere la propria sezione su ogni altra per vigore e dignità. E' una gara che durerà poche ore, ma sarà combattuta, da certi alpini sugli ottanta, a denti stretti. Oggi abbiamo visto vecchie penne nere correre come ragazzi, vuotare bicchieri come nei giorni di licenza, fare i galanti con le signorinelle come ai bei vent'anni. Il generale Stringa, medaglia d'oro, ha 90 anni, è il loro decano, è gagliardo come una vetta di montagna. Firenze è città di pianura, e di montagne vicine conosce appena le colline di Fiesole e un monte, il monte Morello, 11 cui nome • ricorre sulle bocche dei fiorentini appena la domenica, quando c'è da andare a fare una scampagnata, o nei giorni di pioggia: c Monte Morello col cappello, florentin prendi l'ombrello». Ma queste decine di migliaia di alpini hanno mostrato subito di trovarcisi benissimo. I più anziani erano già venuti qui nel 1937, per la diciottesima adunata, ma molti giovani, molti « bocia », non conoscevano la città. < Benvenuti, la città è vostra!», ha esclamato stamane il sindaco La Pira, alla stazione, accogliendo il battaglione di formazione del 7° Alpini, di leva, e una batteria del 6° Reggimento di artiglieria da montagna. Ma è stata una resa a discre, zione, perché Firenze era già da due giorni nelle mani degli alpini, che continuano ad arrivare incessantemente, con tradotte militari, camion, pullman e qualcuno con l'autostop. La città ha cominciato a gonfiarsi ieri sera; le vie ad affollarsi e ad animarsi di canti, le osterie a protrarre l'orario di chiusura. I negozi hanno fatto miracoli per ispirare le loro vetrine al raduno degli alpini. I librai espongono piccozze e libri sulla montagna, le mercerie nastri grigioverdi e bandierine tricolori. I vinai incoronano i fiaschi di cappelli di alpini e lanciano dall'una altra damigiana festoni di penne nere. C'è un'atmosfera di saga che stordisce un poco le magre signore ing'esi venute a incontrare la primavera sulle sponde dell'Arnc Stanotte, nel salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, i canti della, montagna eseguiti a gran voce dal < Coro Dolomiti » di Trento, hanno avuto un immenso successo, e subito dopo sono cominciate le canzoni fiorentine, in cambio dell'ospitalità. Sono, per la maggioranza, contadini, montanari, operai; qualcuno con la grappa portata da casa, ma i più esaltati dall'incontro con il vino toscano, gelosi del tagliando n. 6 del carnet dell'adunata — è quello € per assaggio Chianti » — di cui gli alpini si varranno domani in uno stand allestito per l'occasione nei locali della Mostra dell'artigianato. Hanno anche i loro motivi di scontentezza (le ferrovie hanno concesso lo sconto del 50% e non del 65 % come gli altri anni", i féstivate di canti della montagna usurpano i diritti degli alpini, perché sono una banale contaminazione della vera canzone alpina; le ragazze sono permalose e via dicendo), ma a vederli così, a braccetto per dieci nelle strette vie di Firenze offrono un esempio invidiabile di uomini allegri e generosi. tLmnciraddasbnctlsECdltvvicuccCsahl fiorentini hanno mostrate di capire la carica sentimen-«mi i min i iiiiiiiiim tale che c'è in questi uomini. La città risuona di canti come una immensa cassa armonica. Le ragazze, stanotte, anche quelle timide, sono scese in piazza della Signoria, attirate dal suono diffuso da due altoparlanti piazzati sul tetto di uri piccolo pullman venuto dal Piemonte. C'erano venti alpini di Cuneo, che le hanno strette fra le braccia e hanno ballato al suono della fisarmonica. A mezzanotte erano ancora lì. E domani c'è le sfilata, che non è uia parata militare, ma neppure una passeggiata in famiglia. g. ér-
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