Concerto Celibidache-I. Handel all' "Auditorium,, della RAI

Concerto Celibidache-I. Handel all' "Auditorium,, della RAI Concerto Celibidache-I. Handel all' "Auditorium,, della RAI Là prima parte del concerto recava la recentissima suite per violino e orchestra Tortiniana II, di Luigi Dallapiccola, « parafrasi o nuova interpretazione orchestrale > della Nona fra le ventisette autografe Sonate di Tartini per violino e basso continuo, serbate nei- l'Archivio della Cappella Anto niana di Padova. E' una composizione simpatica, elegante, con piacevoli e nuovi effetti armonistici, brillanti nella semplicità o nella complessità dei timbri e della dinamica, che meritava più calorosa accoglienza. Nella stessa parte della serata s'ascoltò il Concerto in la minore per violino e orchestra, 1928, di Alfredo Casella, del quale il programma illustrativo riferiva una riflessione; riguardata quell'opera, l'autore scorse c una certa debolezza stilistica, dovuta ad una innegabile concessione verso elementi- romantici che da un pezzo erano eliminati dalla (sua) arte. Debolezza forse dovuta al carattere dello strumento ed alla intenzione di riuscire nell'intento alquanto chimerico di scrivere un lavoro capace di contentare concertista, pubblico, musicisti, ed anche Tedi tore ». Strana osservazione e am missione! Da parte la chimera di accontentar tanta gente, diversa nella preparazione ar ti ca e nella finalità ideale o pratica, l'accenno agli < elementi romantici eliminati » in curiosisce. Non è chiaro se per romantici siano da intendere i atteggiamenti e modi specifici, e certo irripetibili, del Roman ticismo ottocentesco, o, fuori della vieta distinzione del classico dal romantico, quei fermenti cordiali e spirituali, di emozione e di fantasia, senza quali In ogni tempo, si ha il congegnato, il meccanizzato, il tecnico, il fatto bene o fatto male, e non l'artistico, commovente, entusiasmante, eccetera, che è proprio delle belle opere dei grandi artisti. Più probabile sembra che il Casella abbia alluso appunto alla quaità, emotiva, sdegnata dagli avanguardisti, una trentina di anni fa e teorizzata. A rientirlo, questo Concerto piace ogni volta meno. Ci sono spunti persino affettuosi, cantilene promettenti, poi la divagazione sopraggiunge deludente, e fra 'altro reca manierismi alla Vieuxtemps e perorazioni alla Strauss. La violinista Ida Handel, già nota e stimata nella correttezza, nella c'antabilità e nella bravura, ebbe un vibrante successo personale. Dominava poi alla fine del concerto, anzi giganteggiava, Brahms con la Terza Sinfonia. Il maestro Sergiu Celibidache ne. espose ottimamente l'austero raccoglimento dell'Andante e la discorsi', a scorrevolezza del Poco Allegretto, mentre nel primo e nell'ultimo tempo accentuò, come gli accade, il fervore e l'Impulso, trasmutandoli in una smaniosa violenza pesante, carattere del tutto estraneo alla nobiltà e gentilezza brahmsiana. Come sempre, applausi molti e insistenti. a. d. c.

Persone citate: Alfredo Casella, Brahms, Cappella Anto, Luigi Dallapiccola, Sergiu Celibidache, Strauss, Tartini

Luoghi citati: Padova