DRAMMATICA CACCIA AI BANDITI IERI POMERIGGIO DA CORSO BELGIO AL CAPOLINEA DEL S

DRAMMATICA CACCIA AI BANDITI IERI POMERIGGIO DA CORSO BELGIO AL CAPOLINEA DEL S DRAMMATICA CACCIA AI BANDITI IERI POMERIGGIO DA CORSO BELGIO AL CAPOLINEA DEL S il cerotto-francobollo; Quattro rapinatori svaligiano un'oreficerìa applicato a 20 mila bimbe V ; Quattro rapinatori svaligiano unoapplicato a 20 mila bimbe. » ■ . . . V « fuggono su un auto che si stasela cont . » ■ . . . V « fuggono su un auto che si stasela contro un muro L'esperimento nelle scuradioscopici al Consorsu 18.659 bimbi, 2222 Al Consorzio antitubercolare di corso Savona, sono cominciati ad affluire ieri per gli esami schermografici i primi scolari delle elementari di Torino. Sono quelli che, risultati < positivi > alla cerotto-reazione con la tubercolina, devono essere sottoposti all'indagine radioscopica per accertare le condizioni dei loro polmoni: secondo il responso, i medici consiglieranho le prescrizioni da seguire. E' questo il secondo anno consecutivo in cui si applica il metodo della cerotto-reazione nelle scuole a cura della Divisione Profilassi Malattie Infettive dell'Ufficio d'Igiene. Si tratta di un efficace sistema di diagnosi preventiva: un episodio Importante della lotta contro la tubercolosi. Nel corso della vita, prima o poi, tutti veniamo a contatto con il bacillo di Koch, e di solito ntìn ce ne avvediamo. La battaglia contro l'infezione (infezione, non malattia, che è una cosa assai diversa) viene combattuta dall'organismo silenziosamente, il più delle volte senza alcun sintomo apparente. Questa prima « infezione >, che soltanto una radiografia potrebbe mettere in evidenza, vale come una vaccinazione spontanea.: ci permette di raggiungere una certa immunità contro i successivi e possibili attacchi, del bacillo della turbercolosi. Dì solito l'infezione, cioè il primo contatto con il bacillo, avviene al di sotto dei 10 anni. Soltanto in casi rarissimi, quando sia favorita da certe condizióni, può trasformarsi in vera e propria malattia; più frequentemente provoca un leggero ingrossamento delle ghiandole ilari, e allora i medici parlano di «adenopatia inattiva». ■ Per sapere se l'infezione tubercolare si è già manifestata nel bambino e per seguirlo quindi con tutta l'attenzione necessaria, si fa uso da alcuni anni, della cerotto-reazione. Il sistema consiste nell'applicare sulla pelle del braccio o della schiena un cerotto su cui è stata posta una dose assolutamente innocua di tubercolina, e nell'osservarne, a 48 e poi a 72 ore di distanza, la reazione. Se la pelle rimane bianca e liscia è segno che l'organismo non è ancora venuto a contatto con il bacillo di Koch. < L'importantsa della reazione negativa — sostiene U dott. Calderato direttore del Consorzio antitubercolare — consiste soprattutto in questo: che essa può fare tassativamente escludere che il bambino sia ammalato di tubercolosi >. Se la pelle si arrossa e si formano una o più vescicolette, ì- medici dicono che il soggetto è « positivo alla turbercolina » La vescicoletta rossa è infatti il segno che l'organismo è diventato sensibile alla tossina. < Essere tubercolmo-positivi — ci ha dichiarato il prof. Pavera primario pediatra dell'Ospedale Mauriziano — non significa affatto essere ammalati di tubercolosi. Significa semplicemente, che l'organismo è allergico al bacillo di Koch, cioè si trova nella fase della sensibilità al bacillo stesso. E' sempre opportuno tuttavia, in caso di bambini tubercolino-posltivi, il responso del radiologo, associato ad altri esami che si rendes¬ sucotcbp«p«dlDrdTEMPERATURA DI IERI MASSIMA +15,1 MINIMA + 3,8 Il Bollettino meteorologico segnala inoltre: temperatura media + 9.4; pressione mm. 747,2; umidità 61%. Cielo sereno. Prevlftioni; Cielo sereno; temperatura media stazionaria. Temperatura a Caselle; mass. +19,4; min. +0,5; media +16,1 ■iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiii uole elementari - Comrzio - I risultati di una sono risultati «positivi», sero eventualmente necessari una volta controllata la lastra*. La stessa prova raggiunta con la cerotto-reazione si può ottenere anche iniettando la tubercolina: ma il metodo del cerotto è più pratico: 1 bambini non si spaventano, lo prendono come un gioco. Il « francobollo » applicato sulla pelle non dà nessun fastidio. « Chi troppo spesso non si rende conto dell'importanza dell'indagine — ci ha detto il prof. De Lorenzi, assessore all igiene — sono i genitori; infatti soltanto una parte della scolaresca torinese ha potuto essere anche quest'anno sottoposta alla cerotto-reazione, che è volontaria, non obbligatoria». Stabilita la positività della reazione nei suoi diversi gradi, che vengono segnati sulla cartella del bambino con uno, due, tre, fino a quattro «più», gli scolari « positivi » vengono avviati al Consorzio antitubercolare per il controllo radioscopico. E' la fase di questi giorni. L'applicazione del cerotto a oltre 20 mila bambini è stata effettuata nei tre mesi precedenti. Lo scorso anno il sistema della diagnosi precoce è stato applicato a 18.659 bambini. Tra questi 2222 risultati -positivi sono sfilati per il controllo dinanzi alla moderna attrezzatura del Consorzio diretto dal dott. Calderato.-I bambini «positivi», visitati in corso Savona, rappresentano 1*11.9 per cento di quelli sottoposti alla cerottoreazione. Di questi, 1033 maschi e 1004 femmine (pari al 91,4 per cento) sono risultati perfettamente sani. Dei rimanenti, il 5,98 per cento (72 maschi e 61 femmine) presentavano esiti di forme tubercolari; il 0,22 per cento (3 maschi e 2 femmine), casi sospetti di cardiopatie: sono stati indirizzati agli specialisti per ulteriori esami; 4 maschi e 4 femmine erano affetti da stati infiammatori non tubercolari; 7 maschi e 4 femmine da alterazioni varie, non tubercolari. I casi in cui « s'è trovato qualcosa » sono stati in tutto 25: 8 ma¬ «lllllllllIIIIIIIIIflIlIIIIIIIIlllllIIIIIIIIIIIIIIIIItlll Giganteseo inciati ieri gli esami precedente indagine: ma solo 25 ammalati schi e IT femmine, che rappresentano 11,12 per cento del « positivi >. Erano affetti da forme « adenopatiohe ilari attive > o da « complessi polmonari primari in atto», cioè da forme tubercolari Iniziali. In conclusione, sul 18.689 scolari delle elementari sottoposti al sistema profilattico del cerotto, gli ammalati rappresentavano lo scorso anno il 0,33 per cento. Per i « positivi » In genere, al medici non è restato che raccomandare vitto sano e abbondante, vita Igienica e, in qualche raro caso più delicato, cure marine d'Inverno e montane nel corso dell'estate. Insediato il presidente della Camera di Commercio , », no roti eni si ma to ra vi diual oa, to oaal ati aaaahi di iziomimmaioasi a » ma¬ Nel salone d'onore della Camera di Commercio ha avuto luogo ieri mattina lo scambio delle consegne fra il presidente uscente conte Marone-Cinzano e 11 nuovo presidente dott. Vitelli. Il conte Morone ha chiesto di essere esonerato dall'incarico, che ricopriva da 6 anni, perché dovrà trasferirsi all'estero per motivi professionali. Alla cerimonia hanno presenziato il prefetto dott. Saporiti, in rappresentanza del ministio dell'Industria e Commercio, il vescovo ausiliare mons. Bottino, il presidente della Provincia prof. Grosso, il sindaco avv. Pevron, il questore dott. Chiriaco ed altre autorità civili e militari. Gli industriali erano rappresentati dal presidente dell'Unione dott. Gurgo Salice. I; conte Marone e H dott. Vitelli si sono scambiate brevi parole di saluto. Il prefetto, a nome del Ministro, ha rivolto un caloroso ringraziaménto al conte Marone per l'appassionata e Intelligente opera svolta e un augurio di buon lavoro al dott. Vitelli. La Giunta uscente è stata confermata al completo: Mugglo in rappresentanza dei commercianti, Catella per gli industriali, Appendino degli agricoltori, on. napelli per i lavoratori, Lovera degli artigiani e Stella per i coltivatori diretti. dfflBGEnnectlllIIIIIIIIIlllllllliflIIIIIIIIIIIltlllIllllllllllllllllllItlIflIt rogo in zona d Pier Giorgio Brizio subito dopo Pochi minuti prima delle 14 di ieri una «1100-103» di tipo familiare, targata TO 167999, si fermava lentamente dinanzi all'oreflcerla-giolelleria 'il corso Belgio 46.1 proprietari, Antonio Gioia, di 54 anni, e sua moglie Eugenia Mansone, di 48, erano nel retro e avevano appena finito di mangiare: il negozio era chiuso, ma aveva la saracinesca alzata: in vetrina vi erano « pezzi » per un valore di circa due milioni. Dalla « 1100 » scendevano a precipizio tre giovanotti ben vestiti, senza pastrano e senza cap- tlllIllllIIIIIIIIIIIllllIllllllllHIIIIIIIlllIIIIIIIIIlItlt di MliraHori l'interrogatorio in Questura pello: il quarto restava a bor do e teneva acceso 11 motore. Uno dei tre levava di tasca un sasso e lo scaraventava di tutta forza contro il cristallo della vetrina: con uno scroscio il cristallo andava in frantumi I tre, come un sol uomo, protendevano le mani e cominciavano ad arrnffare convulsamente anelli con brillante, « vere», braccialetti, collane, catenelle, orologi. Il Gioia, al rumore del vetro infranto, s'alzava di scatto da tavola e passava nel negozio. Era convinto fosse stato qualche ragazzo nel giocare al pallone. Invece scorgeva i tre banditi che stavano rubando. Dimostrando un coraggio non comune, l'orefice apriva la porta e si lanciava fuori. Afferrava il primo che gli capitava a tiro e tentava di immòbilizzarlo: ma il bandito (di cui il Gioia non è stato in grado, per l'emozione, di ricordare i connotati) si svincolava con rabbia furiosa e cacciando una mano nella tasca della giacca gridava: « Sta' indietro, altrimenti sparo! ». L'orefice, intimorito, obbediva. Nella breve lotta il malvivente lasciava cadere al suolo un orologio da tavolo appena asportato dalla vetrina. La scena durava un'.minuto e mezzo, non di più. Il giovanotto che era stato affrontato dal signor Gioia fuggiva a piedi e scantonava in una via laterale. Gli altri due montavano sulla vettura che ripartiva a velocità sostenutlssima. con uno sportello ancora aperto. L'orefice, sbigottito, urlava: — Aiuto! Aiuto! I rapina^ tori! Accorrevano alcuni passanti, si arrestava con brusca frenata un automobilista, il sig. Ariberto Giulini, di 28 anni, domiciliato in via Forlì 95. L'orefice, con la mano tremante, gli Indicava la « 1100 » in fuga. Il signor Giulini non attendeva altre spiegazioni e pigiando a fondo l'acceleratore si gettava all'inseguimento. La lllllUIIIIIIIIIIMItlllilllIlllllllllillllllllllllllllllll Il gioielliere sente infrangerpunta la pistola e si libera i ladri scappano a piedi, un . n a l o l o e a e a i e a' ». a. n a o o ao a n o. ^ i, eg. i| macchina dei banditi percorreva un buon tratto di corso Belgio a folle andatura, diretta verso l'esterno della città. Giunta in piazza Toti girava a destra per imboccare corso Chieti: ma in quello, forse per un violento urto contro una pietra, la gomma anteriore sinistra si spaccava e s'afflosciava quasi istantaneamente. La 1100 », nonostante i disperati sforzi dell'autista di mantenerla in istrada, sbandava, effettuava un giro su se stessa e finiva d'impeto contro lo stipite del. portone di una fabbrica, la «Fukra», ditta di apparecchiature a metano per auto.. Fortunatamente, da pochi secondi, tre o quattro persone che stavano parlando in quel punto s'erano spostate di una decina di metri. La « 1100 » batteva contro il muro e' si sconquassava con terribile frastuono. I tre banditi andavano a gambe all'aria, l'uno addosso all'altro: ma subito al rialzavano e, spalancati gli sportelli, si allontanavano correndo- tanta era la fretta che non si accorgevano di seminare sul marciapiede anelli e braccialetti d'oro. Sparivano in carso Chieti proprio mentre arrivava l'industriale Giulini. Questi scendeva a sua volta di macchina gridandot. ;' — Prendeteli! Sono rapinatori! A lui si univa il geometra Cesare Montaldo, di 27 anni, abitante in corso. Chieti 22. Entrambi raggiungevano uno del tre banditi sulle rive del Po e precisamente in piazza Chiaves" angolo via Oslavia. Era un ragazzo di 18-20 anni, alto, biondo, vestito con giacca fantasia, pantaloni scuri, camicia bianca, cravatta di forti colori e fazzoletto candido al taschino. Lo sconosciuto, incalzato ad un paio di metri dal Giulini e dal Montaldo, si girava e col, solito gesto della mano affondata nella tasca diceva In italiano con spiccato accento torinese: — Non venite avanti, se no vi faccio fuori! . Dopo di che si chinava e raccattava un Basso. I due capivano che il bandito era disarmato e gli si buttavano contro, avvinghiandolo energicamente. Accanita colluttazione e il signor Giulini e il geom. Montaldo, dotati di un fisico vigoroso, avevano ben presto ragione del malvivente. Intervenivano anche due vigili, urbani, della sezione segnalatori': Giuseppe Alladio e Luigi Chiesa. Il Chiesa, abilissimo nuotatore, è un agente benemerito poiché nel giro di tre anni ha salvato dalle acque del Po, della Stura e del Sangone undici bagnanti In procinto di anne gare. I due vigili prendevano in consegna il bandito, che era ormai attorniato da una folla minacciosa e propensa ad infliggergli una dura lezione. Mentre lo trascinava via, il vigile Chiesa lo fissava in viso e poi gli chiedeva: ■ Per caso, non ci siamo già Incontrati? - Può darsi... non Vicordo... - Mi ricordo io, adesso! Tu, l'anno scorso, d'estate, stavi (ssct (soggetto a . crisi addirittura spaventose... — Si calmi — rispondeva il commissario, — non ho nessuna intenzione di farla inquietare... Piuttosto mi dica: perché zoppica leggermente e ha un braccio fasciato? — Dottore, io sono un perseguitato dalla sfortuna Ieri avevo voglia di fare un giretto in moto. Trovo mio cugino che me la presta: ci monto sopra, viaggio per non più di trecento metri e un carretto mi attraversa la strada. Freno di colpo, la moto si rovescia e io ruzzolo a terra. Mi hanno portato al Maria Vittoria. Dieci giorni di prognosi, salvo complicazioni. Dai libri dell'archivio il Brizio appariva come pregiudicato. Nato a Rivoli il 18 aprile 1936, aveva cominciato a lavorare a quindici o sedici anni in qualità di inserviente d'albergo. Ma la sua carriera era stata di breve durata. Per furto era stato condannato nel '54 a sei mesi con la condizionale; nel '55, sempre per furto, aveva scontato in carcere dieci Pier Giorgio Brizio, di 20 anni annegando In Po e.io ti ho ti rato a riva. Avevi già la testa sott'acqua. — La ringrazio ancora mormorava il giovane, — ma forse era meglio se mi lasciava annegare... In attesa della polizia i vigili lo accompagnavano negli uffici dei signori Fundoni e Kraszewski, titolari della ditta « Fukra ». Nel timore che avesse armi lo si perquisiva: ma in realtà era disarmato. Di li a dieci minuti giungevano sul posto il dr. Maugeri e il dr. Isaia della « Mobile », con i sottufficiali Carratù e Costantino, e il dr. Vitolo del Commissariato di P. S. Vanchiglia, accompagnato dal maresciallo Romano. Il giovanotto era trasferito dapprima in Commissariato (e qui identificato per il ventenne Pier Giorgio Brizio, abitante in una soffitta di corso Vittorio Emanuele 100) e alle 16,30 alla Squadra Mobile, in Questura. — Dottore — diceva per prima cosa al funzionario che lo interrogava, — dottore, non mi tratti male, • mi raccomando... Soffro di epilessia e se m'impressiono o m'arrabbio vado e i cristalli - Scorge l'ultima d - Un industriale e un geomo è catturato: mentre comp La vetrina svaligiata dal rapinaSIlIlilìMIIIIIIHIMSIIlll III!illllIlllt!lllllllllll dei giovani che svuota la vetrina, lo afferra, ma quello etra inseguono ih auto la "1100,, - Dopo l'incidente piva la rapina sua madre veniva operata all'ospedale mesi; nel '56 altri otto mesi per lo BtesBO reato. Era uscito di carcere il 3 o 4 gennaio di quest'anno. La madre, Caterina Ruben ved. Brizio, era stata custode di uno stabile di via Perrone sino al 15 febbraio scorso: poi, con il Aglio, aveva lasciato la portineria di via Perrone ed era andata a sistemarsi all'ultimo piano di corso Vittorio Emanuele 100. I due vivevano alla meno peggio e chi guadagnava, comunque, era la madre: Pier Giorgio era disoccupato e continuava a dire che con i suoi trascorsi era Inutile cercar lavoro, tutti gli avrebbero chiuso la porta In faccia: Inoltre, affetto com'era da epilessia, non se la sentiva, di sobbarcarsi gravose fatiche. Una settimana fa la vedova Brizio era colta da malore e doveva essere trasportata d'urgenza all'ospedale Sant'Anna: proprio ieri, alle 13,30, usciva dalla sala operatoria dopo un lungo e difficile intervento: quasj stessa ora il figlio compiva la rapina in corso Belgio. Sulla preparazione del « colpo » e sui tre complici fuggiti, il Brizio — a quanto risulta — non avrebbe voluto parlare; ma la polizia sarebbe già riuscita a.identificarli: pare che siano di Milano. La «1100» era stata rubata l'altra notte in corso Galileo Ferraris: proprietario il signor Mario Maffiodo, domiciliato in via Cristoforo Colombo 17. Gran parte della refurtiva (per il valore di un milione, secondo un primo inventario del signor Gioia) è stata recuperata: alcuni « pezzi » sulla macchina, altri per strada, altri in tasca al Brizio. L'orefice, interrogato dai funzionari della « Mobile », ha narrato un significativo episodio: esattamente otto giorni or sono 3tava mangiando nel retro (erano le 13,20) allorché aveva sentito che qualcuno tentava di forzare la maniglia dell'uscio che dà ih cortile: aperta la porta s'era trovato davanti ad un giovanotto b'ondo che gli aveva detto: < Scusi, mi sono sbagliato» e s'era allontanato rapidamente. Quel giovanotto — l'orefice ne è sicuro — era Pier Giorgio Brizio. natori : il colpo è avvenuto In corso Belgio 10, oreficeria Gioia lillIli;ill!llllH1IIIIIIIIUlU;[|!lllliMlIIIIlIIIIIlllillHII1IIIIIIIIU!i9!n<!IIM!lllllllIl!M IMI ili 11IIIU

Luoghi citati: Milano, Rivoli, Torino