Carnelutti sarà testimone? di Francesco Rosso

Carnelutti sarà testimone? Carnelutti sarà testimone? P. Af. — Lei conosce Montatgna? Teste — Credo di averlo colnosciuto prima di mio fratello;. P. li. —- Ricorda se Montaigna lasciò un giorno un pacichetto al vostro portinaio? Teste — Lo escludo. Il portinaio di allora è ancora in vi* della Conciliazione. Presidente — La Caglio, pero, ha parlato di un piantone a cui Montagna avrebbe lasciato un pacchetto. •Teste — AI tempo in cui mio padre era vice presidente dal Consiglio c'era in effetti uh piantone ih portineria. Aw. Carnelutti — Vorrei saipere se e quando sono state f aite presso di me dal difensore, di Marco Cesarini Sforza pressioni per la remissione di querela. Teste — L'aw. Ercole ci consigliò ad accettarla, benché mib fratello Piero fosse il più ostinato a respingerla. L'aw. Ercole ci disse che, facendo il processo, gli awersari avrebbero introdotto numerosi testimoni per dimostrare che la montatura del caso Montesi era nata proprio negli ambienti democristiani e cosi finimmo per accettare la proposta fattaci da sbstqfibnPrcagdoursarlciqsdttiBtMarco Cesarini Sforza per una I a o e o n o i i remissione. Avv. Carnelutti — Quando mi furono consegnate le ricette del prof. Filipo? Teste — Mi pare verso il 7 maggio 1954 e rimasero presso il prof. Carnelutti fino al settembre, quando furono presentate al giudice istruttore. Depone un medico L'avv. Carnelutti ha propo- sto di abbandonare il suo posto, di difensore di Piero Piccioni per trasformarsi in testimone e deporre sotto il vincolo del giuramento che egli, in effetti, ebbe in consegna le ricette vergate dal prof. Filipo dalle quali risulta la data del 9 aprile 1953, e provvide a consegnarle al dott. Sepe solo quando si avvide che il suo assistito stava per essere incriminato come responsabile della morte di Wilma Montesi. D Tribunale si è riservato di accettare o respingere la richiesta dell'illustre penalista ed ha licenziato il testimone per chiamare Camillo Gasparri, cugino del dott. Bernardini e amico di casa Piccioni. Egli ha dichiarato che la mattina del 10 aprile 1953 Piero Piccioni, invece di essere ancora a Capocotta in compagnia di Wilma Montesi, come sostiene l'Accusa, era a Ietto ammalato. Non c'erano altri testimoni da ascoltare e. l'udienza era praticamente conclusa, ma a questo punto si è alzato l'aw. Delitala per leggere la lettera di accisa' smentita inviata da Mino Cingolani dopo le dichiarazioni fatte da Anna Maria Caglio sabato scorso sul preteso interessamento delFon. De Gasperi a questa faccenda. Dice testualmente la lettera: « Leggn sui giornali che' la Caglia ha fatto ieri il mio nome- a- proposito di episodi ai quali sono completamente estraneo. E' infatti assolutamente falso che a preside-ite De Gasperi mi abbia inviato da padre Dall'Olio per ornvmere notizie su quanto aveva detto la Caglio, come è assolutamente falso che io successivamente abbia riferito a padre Dall'Olio che De Gasperi avrebbe detto che il 95 per cento delle affermazioni della Caglia erano risultate vere. € Avevo pensato, in un prèmo tempo, di scrivere in que- ] sto senso al Presidente del Tribunale, ma siccome ho la sensazione che- la Caglio cerchi in tutti i modi di tirare in ballo quanta pi* gente possibile,- al fine di protrarre a lungo* il dibattito. Ilo ritenuto opportuno non prestarmi a questo gioco. Poiché d'altra parte non vorrei che ti mio silenzio possa comunque recare pregiudizio agli imputati e al corso della giustizia, mi rivolgo a lei per dichiarare solennemente che ove il collegio di difesa ritenga utile che le circostanze riferite siano inequivocabilmente smentite, io sono dispostissimo a farlo nella forma che- .sarà ritennta ptts opportuna ». AI termine della lettura, l'aw. Delitala ha chiesto la citazione del dott. Cingolani e il P. M. ha obiettato che in questo caso sarebbe opportuno sentire anche padre Alessandro Dall'Olio. Appena esaurito questo argomento, il P. M fec«tati, fatto un cenno alla lettera inviata dal dottor Umberto \Bruzzese il quale, testualmen-i te, ha dichiarato: On. Tribunale Civile e Penale di Venezia: Il sottoscritto giornalista dr. Umberto Bruzzese fu Cesare, I attualmente a Venezia (Albergo RialtoJ quale inviato al processo Montesi del quotidiano « Napoli-Notte » e del settimanale < Settimo giorno », a/vendo a sito tempo svolto per il quotidiano romano < Momento-Sera » , ^ (<jfe chg ^ a ' HiM indagine giornalistica, nel-1la quale venne coadiuvato dal- Vallora magg. Zinza, le cui rtr isultanze non, potettero essereallegate agli atti istruttori perché nel frattempo Vistrutto-Ìria venne chiusa, ed essendo \fu altra persona che vide Wilma Montesi..uscire di casa alle ore -17,28- del 9 aprile 1953, per dovere di coscienza, a prescindere dal valore giudiziario che essi possano avere, ritiene opportuno trasmettere unitamente i due fogli, m parte dattiloscritti e in parte manoscritti, su cui a suo tempo (marzo '55) segna gli appunti della indagi ne che stava conducendo.ln to-li fogli è chiaramente detto a che. cosa, mirava l'indagine stessa, i nomi- di coloro che riferirono al sottoscritto le relative informazioni, nonché una frase del magg. Zinza circa le pressioni, le lusinghe e le minacce che ebbe; non ha specificato da chi, perché non fosse ] so'exte nel suo dovere Poiché il t. col. Zinza trovasi a Venezia come teste, egli, a giudizio dell'on. Tribunale, potrà essere richiesto di confermare quanto dal sottoscritto precisato. n sottoscr&to deve inoltre vir i, i ii ■ ferire che nell'autunno dei MSessendo egli estensore, quah collaboratore ordinario, delle « Note di politica interna ed estera > della riviste •» Idea > diretta da mrms. Pietro Barbieri, gli venne confidenzialmente comunicato da un dotto padre- gesuita di < Civiltà cattolica >, collaboratore della stessa rivista, che il ministro Piccioni si ebbe a recare, vn una sera precedente, presso la redazione della rivista stessa (che allora si trovava in ma Pollaiolo) e davanti ai due sacerdoti ebbe reiteratamente e piangendo a dirotto ad affermare l'innocenza del proprio figlio Piero, accusando un ministro allora in carica di aver voluto- colpire ti figlio stesso onde t.roircare la Barriera politica del padre, di cui temeva la concorrenza alla presidenza del Consiglio, fi ministro Piccioni, a dire del padre gesuita, affermò che le accuse al -proprio figlio erano una men¬ tatura politica e affermò pure \rhe le origini delle prime voci i dovevano essere imputate a quel ministro. Di tali rivelazioni il sottoscritto fece uso, allora, per stendere ìtn articolo che venne pubblicato dalla rivista cattolica « Riscossa cristiana » e che venne ripreso con grossi titoli e larghe citazione da molti quotidiani. In fede firmato (dr. Bmberto Bruzzese). Il P. M. ha fatto notare, che 1 nel caso in cui il Tribunale decida di sentire il dott. Bruz izese, sarà necessario ' ascoltare ancora il col. Zinza, diret tamente chiamato in causa.. Ì Sulla attendibilità delle cir \ costanze riferite in questa lettera abbiamo già detto al- l'inizio e ci pare non aia il caso di insistere. Ritorneremo su questo argomento, soprattutto sui particolari che il dottor Bruzzese ha aggiunto per spiegare come e perché svolse la sua Indagine, che cosa scopri, che cosa seppe da alcuni testimoni, soltanto se sarà pubblicamente discusso in aula. Per il momento, parte |deIIa documentazione è anco- e a r ra coperta dal segreto istruttorio. L'udienza è stata rinviata a domani mattina e sarà ancora dedicata all'alibi di Piero Piccioni.. Tra gli altri, deporranno il prof. Filipo, il prof. Careni», il dott. Bernardini, amici, e congiunti di Piero Piccioni. Ma la deposizione più attesa è quella del prof. Filiipo, che secondo l'Accusa avrebbe alterato-, sia pure in buona fede, te date sulle ricette presentate da Piccioni per convalidare il proprio alibiv Francesco Rosso

Luoghi citati: Napoli, Venezia