Dall'umorismo rosa al romanzo giallo di Francesco Rosso

Dall'umorismo rosa al romanzo giallo Dall'umorismo rosa al romanzo giallo Dall'umorismo sentimentale, Anna Maria ci ha piombati immediatamente nel romanzo poliziesco, con indagini segretissime, parole d'ordine ed altri ingredienti. P. M. — Lei ha scritto al colonnello Zinza della tentata corruzione fatta da Pescatori? Caglio — Glie l'ho fatto sapere da un brigadiere. P. Af. — E il colonnello Zinza che cosa le rispose? Caglio — Non ricordo. P. Af. — Cime lo sa che il brigadiere lo :-'-'eri al colonnello Zinza? Caglio — Me l'ha detto il brigadiere stesso. P. M. — Come si chiama questo brigadiere? Caglio — Non lo so, veniva con la parola d'ordine e ci riconoscevamo in questo modo. Presidente — E quale era la parola d'ordine? Qui Anna Maria ha esitato, chissà perché non voleva svelare questa modesta chiave del suo gioco. Alla fine la disse, la parola d'ordine era: «Sono il cugino di Gianni >, nemmen tanto ricercata. Presidente — Colonnello Zinza, cosa è questa faccenda della parola d'ordine? Zinza — Era una nostra tecnica, telefonando o scrivendo alla signorina usavamo que- sto accorgimento. P M_ _ Ma la Caglio le ha fatto dire delle offe; te che j avrebbe ricevuto da Pescatori ■ per tacere? j zinza — Non ho mai sentilo ; parlare di denaro. Caglio — Io lo dissi al brigadiere, può darsi che costui non i'abbia riferito al colonnello. Zinza — Il brigadiere Baita mi riferì soltanto che Montagna, tramite Pescatori, avrebbe chiesto un appuntamento alla signorina Caglio. P. Af. — E' lo stesso che fece le indagini relative a Gianna la rossa? Zinza — No, quello fu il brigadiere Clementi. P. Af. — Che cosa le ha detto Danilo Travaglio di quella Mirka e dell'incidente di macchina? baglio — Mi raccontò che durante un v'aggio, sulla Cisa, Mirka litigò con l'amico e poiché aveva paura tolse la chiave dalla macchina e fuggì a piedi. Travaglio — Non ho mal sentito da Mirka un simile racconto né io l'ho riferito alla Caglio. Le ho parlato di un incidente d'auto in cui Mirka rimase ferita ad una gamba, un segno che deturpava la sua bellezza. Giudice Alborghetti — Come era questa donna? Travaglio — Era bionda, capelli sciolti, buì ventiquattro anni, una bella donna, un tipo botticelliano, un po' piena, occhi azzurri. Quella ferita alla gamba le guastava la bellezza e le domandai come se l'era fatta. Lei mi raccontò di un incìdente, ma non di una fuga a piedi. Caglio — Allora me la sono inventata io. Tu dici no e io dico sì. Presidente — Mirka conosceva Mohtagna? Travaglio — A me non lo disse. Caglio — Su questo, forse, mi cono sbagliata io. Però tu mi hai raccontato che aveva paura del fidanzato. Travaglio — Ma no, era preoccupata perché non riusciva a farsi sposare, non che avesse paura. Decisamente, la trama del romanzo subiva continue lacerazioni, ma la Caglio non si scomponeva, rispondeva con calma, anche se non sempre a proposito, sicura che sarebbe uscita ancora indenne da quel ginepraio. Lo scontro più rude doveva averlo dopo, con Bruno Pescatori. L'elegante figaro ha avuto la parola pesante un paio di volte, e il pubblico non igllel'ha perdonata. Messi di fianco, 1 due quasi non si guardavano. Dietro a loro, nascosta tra i giornalisti, la signora Pescatori ascoltava triste e sconsolata suo marito svelare cose che offendevano la sua dignità. Caglio — Ti ricordi che mi dicesti di stare buona, che avrei guadagnato e sarei tornata con Ugo? Pescatori — E' completamente falso. Lei diceva di voler ritrattare. Ripeto le parole che le dissi l'ultima sera: vada al processo, dica la verità e stia tranquilla. Caglio — All'ultimo momento mi si doveva regalare una « Giulietta >, poi acappò fuori l'avv. Romeo. Giulietta e Romeo, vero? Pescatori — Quando le diasi di andare dall'avv. Romeo, lei ha pensato quest'altra, una « Giulietta >. Non regalo «Giuliette» a nessuno, non sono pazzo com'è pazza lei. Il pubblico ha urlato e il Presidente ha richiamato Pescatori a non insultare i testimoni, ma limitarsi a dire ae una circostanza è vera o falsa. Poiché Pescatori voltava ostentatamente il volto da un'altra parte, il P. M. lo ha invitato a guardare la Caglio. « Ma non la posso nemmeno vedere », ha gridato con ira il parrucchiere, ' e ha apiegato che fu la Caglio a portarlo al ristorante « Giustìniana », con speranza di incontrare Montagna. Caglio — Fosti tu a dire che avresti combinato l'appuntamento. Pescatori — Ma se Montagna io non l'ho mal veduto. Avv. Vassalli — La signorina ha detto che è andata al cinema, non a cena. Chissà perché, la folla ha fragorosamente rumoreggiato e l'avv. Vassalli, solitamente così controllato, per superare il frastuono ha quasi gridato: < Ci sentiranno ancora quei signori li dietro, per molti giorni. E anche la signorina ». Caglio — La sera in cui mi portasti al ristorante per vedere Montagna venni in calzoni, con il golf macchiato perché stavo dipingendo. C'era da me Alfonso Madeo, è qui in aula, può essere interrogato. Preso alla sprovvista 11 giornalista Madeo si è un po' emozionato, ma ha confermato che quella sera mentre la intervistava con due fotografi, verso mezzanotte, la Caglio ricevette una telefonata da uno che, gli disse la Caglio stessa, era amico di Montagna, P. Af. — La Caglio le ha det to che tra voi non poteva es serci nulla perché lei era ami ca di Piccioni? pescatori —. E' vero, ma io le risposi che Piccioni non l'avevo mal veduto. Caglio — Ti ho persino detto che lo avevi nascosto ad Anzio. Pescatori — Se mi avessi detto una cosa simile ti avrei dato una sberla che ti avrebbe | buttato fuòri della macchina. i a o e e o i o n o . e . Caglio —- Tu dicevi di non conoscere Montagna ma ne parlavi con molta, familiarità; mi hai persino raccontato che Montagna accompagnò in clii nica una sua amica che doveva partorire. Pescatori — La fantasia di questa ragazza è davvero enorme. Avv. Bellavista — La signorina Caglio ha telefonato a Montagna dopo il processo Muto? Caglio — Sì, credo nel febbraio 1956. Volevo tendergli un tranello, farlo vedere ih giro con me. Bellavista — Ricorda, se riferì di questa telefonata, a un giornale romano della aera? Caglio — Lo escludo. Bellavista — Mi riservo di portare qui il giornale in cui naturalmente il pretesto della telefonata è diverso da quello appena riferito dalla testimone. Caglio — Forse si riferisce al fatto degli stupefacenti. Il confronto era però terminato e Bruno Pescatori andò a prendersi l'imbronciata consorte. La Caglio invece sì alza fresca dalla sedia come se fosse stata in un bar a conversare. Il pubblico comincia a sfollare lentamente, commentando il bilancio dell'udienza. Taluni erano convinti . che la Caglio aveva trionfato, altri sostenevano esattamente il contrario. Tutti però erano alquanto delusi perché, ammiratori e non della « figlia del secolo » chissà per quale ragione si attendevano la scena madre dell'incriminazione. Chissà, forse è soltanto rinviata; co3l ha promesso l'aw. Vassalli. La settimana ventura sarà quasi interamente dedicata ai testimoni che dovranno deporre sull'alibi di Piccioni, 1 medici che gli curarono la tonsillite tra il 9 e il 13 aprile 1953 mentre " il destino di Wilma Montesi si compiva cosi tragicamente. Sabato invece' sarà dedicato a don Tonino Onnis, il confidente di « Gianna la rossa ». Allora il parroco di Traversetolo dovrà vedersela con l'awampante fantasma femminile misteriosamente uscito dalla sua canonica. Francesco Rosso

Luoghi citati: Anzio, Traversetolo