I problemi del Medio Oriente esaminali negli incontri di Eisenhower

I problemi del Medio Oriente esaminali negli incontri di Eisenhower L'annuncio dei colloqui con Mollet e Macmillan I problemi del Medio Oriente esaminali negli incontri di Eisenhower li Segretario di Stato discute con l'ambasciatore israeliano il ritiro delle truppe da Gaza e Aqaba - "Non basta una promessa verbale,, dice il rappresentante di Tel Aviv - Attesa a Washington per gli incontri di re Saad con i capi arabi (Dal nostro corrispondente) Washington. 11 febbraio. La Casa Bianca ha oggi diramato una dichiarazione ufficiale su: prossimi incontri di Eisenhower ed i primi ministri britannico 1 e francese. Essa dice: « Il Primo Ministro della Gran Bretagna ed il Presidente degli Stati Uniti hanno acconsentito ad incontrarsi dal 21 al 24 marzo. L'incontro, su proposta del Presidente Eisenhower, si svolgerà alle Bermude >. eli Primo Ministro francese, Guy Mollet, ha d'altra parte accettato l'invito, rivoltogli dal Presidente degli Stati Uniti, a recarsi in visita ufficiale a Washington il 26 ed il 27 febbraio >. Questa conferma dei colloqui separati anglo-americani e franco americani, viene annunciata come la conferma che la ripresa della stretta collaborazione fra le tre r.ji^giori potenze alleate è ormai l'obiettivo principale dell'azione politica di Eisenhower. Nei due incontri verrà discussa la situazione ne! Medio Oriente e probabilmente i rapporti con la Russia. Ma la crisi Israele-Egitto sta precipitando: il rifiuto di Tel Aviv a cedere Gaza e Aqaba senza aver ottenuto tangibili ed esplicite garanzie egiziane contro la ripresa degli attacchi terroristi pone gli Stati Uniti di fronte all'impopolare scelta di lasciare che gli Stati arabi chiedano all'ONU sanzioni contro Israele o di attirarsi i loro furori facendo naufragare il tentativo. Un sempre maggior numero di uomini politici e di parlamentari americani si dichiara pubblicamente contro le sanzioni, ammettendo che Israele è giustificata chiedendo solide garanzie contro l'irragionevole prepotenza egiziana. Ha trovato accoglienza favorevole la frase pronunciata oggi, uscendo da un colloquio di 70 minuti con il Segretario di Stato Dulles, dall'ambasciatore israeliano a Washington, Eban, secondo cui non basterebbe una promessa verbale di Nas ser per indurre il governo di Tel Aviv a ritirarsi dalle attuali posizioni di Gaza ed Aqaba. Israele chiede precise garanzie sottoscritte dal governo egiziano ed avallate dalle Nazioni Unite. D'altra parte il governo esita a prendere un atteggiamento che induca Nasser a maggiore moderazione per non rendere a re Saud estremamente difficile il compito di convincere gli altri Stati arabi a prendere in favorevole considerazione 11 programma di politica estera Mediorientale di Eisenhower. Il Dipartimento di Stato ha accolto quindi con enorme sol¬ lNHntzdcueda lievo l'intervento di oggi alle N. U. del Segretario generale Hammarskjoeld che ha ammonito i Paesi arabi a non tentare di far applicare le sanzioni ad Israele. Farlo, ha detto Hammarskjold complicherebbe in questo momento una situazione già grave. Ma egli non è stato in condizione di suggerire all'Assemblea una alternativa eccetto quella di continuare a trattare con Israele ed Egitto per tentare di avvicinare i loro atteggiamenti irreducibilmente inconciliabili. Chiedere di applicare le sanzioni, egli ha detto, equivale ad introdurre nella controversia nuovi elementi di conflitto Le sanzioni dovrebbero inoltre essere decretate dal Consiglio di Sicurezza ed è escluso che la Francia, come membro permanente con diritto di veto, lasci passare un provvedimento così grave. La situazione che risulterebbe da un veto pregiudicherebbe così forse irrimediabilmente la ricerca paziente di un compromesso. I delegati dei ventisette paesi arabo-asiatici hanno deciso di riunirsi domani o dopodomani per decidere sul da farsi. Ma frattanto la notizia che la Russia ha consegnato ai tre ambasciatori alleati una nota che sarà resa pubblica solo giovedì, e cioè dopo la decisione dei paesi arabo-asiatici, ha dissolto l'atmosfera di ragionevolezza che l'intervento di Hammarskjoeld aveva determinato. Vi è chi specula sul contenuto delle note ritenendo che esse riguardino essenzialmente la proposta sovietica di ridiscutere 11 problema del disarmo e del controllo degli armamenti atomici al livello del ministri degli Esteri; mà negli ambienti arabo-asiatici si preferisce pensare che la Russia intervenga un'altra volta per intimidire le Potenze occidentali e chiedere o le sanzioni contro Israele o l'applicazione stretta delle risoluzioni dell'U.N.O. per lo sgombro dei due piccoli territori egiziani. Gino Tomajuoli to al rifiuto israeliano di ritirare le truppe da Gaza e Aqaba senza sicure garanzie dell'Egitto. Le tre noie, il cui testo sarebbe analogo, esaminerebbero a fondo la « dottrina Eisenhower > nel Levante dal punto di vista russo. Altri osservatori politici occidentali sono propensi invece a mettere in relazione l'odierna iniziativa sovietica con la recente consegna di una nota diplomatica russa alla Germania Occidentale. Importanti dichiarazioni, forse sul contenuto delle note odierne, sono attese dall'imminente riunione del Soviet Supremo in cui Bulganin o Scepilov farà conoscere il programma russo di politica estera. Nella seduta del Soviet si avrà probabilmente la risposta russa alla « dottrina Eisenhower >, e verranno fatte forse offerte spettacolari e propagandistiche per il problema tedesco.