AI Lux: Uomini e lupi, di G. De Santis

AI Lux: Uomini e lupi, di G. De Santis AI Lux: Uomini e lupi, di G. De Santis a , o e a i n e e ll.lllllllllllllillllilllllllllItlllllllllllIlllllllllllllllU Come tutti o quasi 1 film di De Santis, anche questo [/omini e lupi muove da un intento documentario e sociale, che qui è di rappresentare l'aspro inverno dei paesi montani d'Abruzzo, infestato, oltreché dalle miserie proprie di quelle stagione, nell'umile Italia,'dall'antica ed endemica piaga dei lupi, che spinti dalla forza della fame, portano la strage negli . ovili e nelle stalle. Di qui 11 mestiere, trasmesso di padre in figlio, del « luparo » o cacciatore di lupi; mestiere aspro e pieno di rischi, ma che quando butta bene frutta premi e donativi per ogni capo ucciso, e più ancora una fama di benefattore. Va detto subito che sia questo affresco dì paese invernale, sia le figure che lo popolano, sia le scene di agguato e di caccia nei boschi e sui pianori, costituiscono col loro piglio quasi documentario la parte più convincente del film, quella che meglio adempie l'assunto di cui si è detto sopra. Meno a fuoco ci pare invece sia risultata la vicenda che avrebbe dovuto esemplificare nei suol personaggi la dura condizione umana del « luparo»; e questo perché si è preferito, probabilmente per una concessione allo spettacolo, ripiegare su motivi e soluzioni di repertorio. Non troppo peregrina è infatti la storia della bella Teresa, che si trascina col figlioletto dietro al marito Giovanni, un « luparo » cocciuto e orgoglioso che lascerà la vita nel tentativo di catturare una lupa viva. A Giovanni fa contrasto un altro < luparo», dilettantesco e spaccone, che avendo poi lui catturata la fiera, ne farà dono alla vedova per la quale aveva già cominciato a sentire un'affettuòsa inclinazione. Questa non fa che aumentare durante il tradizionale giro di casa in casa che essi faranno per riscuotere i premi spettanti agli uccisori dei lupi. Ma, castigatissima vedova, Teresa nasconde i sentimenti che prova per il bel ragazzo e anzi lo spinge a sposare la figlia di un quattrinaio già da lui cpmpromessa. Le ingrate nozze, sotto il fucile del futuro suocero, stanno per compiersi, quando il giovane si ribella alla menzogna e rincorre la mamma e il figlioletto che sono ormai diventati la Bua vera famiglia. Questo racconto, quando non s'allarga a vibranti pagine descrittive, come quelle del paese abbandonato e dell'orda dei lupi che irrompono nell'abitato, riesce un po' uguale, tutto a livello, più composto che ispirato. Tuttavia gli interpreti vi inseriscono qualche palpito vero: non tanto Pedro Armendariz, un rozzo marito di maniera, quanto Silvana Mangano, che compone un dolente e gentile ritratto di popolana atteggiata con senso pittorico, e Yves Montand che alterna felicemente toni spa- valTtdTFpsètAlticcpbblnsosBtdddv valdi e commossi. Corretti gli altri: Irene Cefaro, Guido Celano e il piccolo, gustoso Euro Teodori. Ben trattati, cioè usati con discrezione, li colore e il grande Bchermo che accoglie gli aspri dolorosi paesaggi dell'Abruzzo. 1 1. p. Ambrosio: ANASTASIA, L'ULTIMA FIGLIA DELLO ZAR, di F. Unni.ick, — Battendo sul tempo gli americani, la cui « Anastasia » con Ingrid Bergman non è ancora arrivata In Europa, tedeschi hanno sfornato questa Anastasia, l'ultima figlia dello zar, l'intricata vicenda di una presunta discendente di Nicola II. Ve iurta fuori nel primo dopoguerra, costei sosteneva di essere l'unica scampata dall'eccidio dell'imperiate famiglia; e non pochi ab boccarono. E anche 11 film ab bocca, e non tenendo conto della recente sentenza di un tribunale tedesco ohe ha smentito que sta versione, narra la tragica odissea della granduchessa Anastasia, dalla prima comparsa a Berlino Ano ai giorni nostri. Vittima di perfidi Intrighi da parte dei parenti, che per escluderla dall'eredità paterna la tacciano d'Imbroglione, malata nel corpo e vacillante nella mente, conosciuti manicomi e sanatori, la poverina sembra trovare un po' di pace accanto a un compagno d'infanzia ohe la conduce negl'i Stati Uniti. Ma.anche qui non le danno pace biechi affaristi, e tradita dall'amico stesso, flntoce in una casa di salute da cui è rispedita, m Germania, dove finalmente, in un eremo montano, trascorre serena gli ultimi anni rifiutando il tardilo riconoscimento dei parenti pentiti. La romanzesca e improbabile vicenda è appesantita dalla regia di Falk Harnack, alquanto prolissa e monoeorde sulla insistita alternativa della Anastasia ora riverita come legittima erede de! trono, ora legata come mentecatta. Purtroppo lo stesso difetto è passato nella recitazione della pur brava UHI Palmer, con la quale e con altri attori tedeschi, compare uno scialbo Ivan Desny.

Luoghi citati: Abruzzo, Berlino, Europa, Germania, Italia, Stati Uniti