Aperto a Venezia il congresso dei Partito soeiaiista italiano di Enzo Forcella

Aperto a Venezia il congresso dei Partito soeiaiista italiano Aperto a Venezia il congresso dei Partito soeiaiista italiano Nenni si dichiara sciolto dagli impegni col PCI e invita i socialdemocratici a lasciare il governo (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 6 febbraio. La relazione « personale » con cui Nenni ha impostato il dibattito congressuale del PSI è durata più di tre ore. E' stato certamente uno dei più impegnativi discorsi che egli ha pronunciato, nel corso della sua lunga carriera. Un tentativo — più o meno accettabile, ma comunque appassionato e risoluto — di proporre un « nuovo corso » non soltanto alla politica socialista, ma a tutta la politica italiana. Nenni ha buttato definitivamente a mare il frontismo ed i patti permanenti (di unità d'azione o di consultazione) con i comunisti, ha respinto la politica di potenza dell'Unione Sovietica e ha riconosciuto che la democrazia, la libertà, l'assoluto rispetto della persona umana sono valori inscindibili dalla lotta per il socialismo. Di contro ha difeso con forza la «solidarietà di classo del mondo operaio, ha criticato aspramente il c centrismo > ed ha rivendicato il diritto di sostenere, pur nel rispetto dei patti internazionali sottoscritti, una diversa impostazione della politica europeistica ed occidentale. Infine non ha taciuto l'ambizione di riuscire a realizzare con 1 socialdemocratici ed 1 gruppi minori del centro sinistra un « terzo blocco > capace di offrire un'alternativa tra democristiani e comunisti Nenni ha parlato anche della unificazione, naturalmente, ma in termini meno pressanti di quanto qualche settimana fa ci si potesse attendere. La pre visione di Ieri sera si è climo strato, esatta. Un complesso di elementi lo hanno convinto che non era opportuno . forzare : tempi e che era preferibile giocare le sue carte sulla dimostrazione che <si può essere socialisti democratici senza trovarsi necessariamente sulle posizioni socialdemocratiche >. Il congresso è stato Ietterai mente trascinato dalla sua oratoria, di una abilità che ha rasentato spesso la sfrontatezza Una buona parte del discorso è consistita nella sconfessione di un quinquennio della politica del PSI, in un'ampia auto critica di tutti gli errori compiuti. Ma Nenni la presentava con l'aria di dire cose sempre dette e sempre pensate, riuscendo a strappare applausi ed ovazioni. Pajetta, ad un certo pun to, non è riuscito più a control larsi ed è stato udito esclamare: «Che faccia tosta! >. Gli applausi più lunghi e significativi sono stati durante l'esposizione delle lezioni ricavate dai fatti della Polonia e dell'Ungheria. Nessuno sapeva ancora con precisione come la « base » socialista avesse accolto questi fatti. Il consenso dei congressisti alla condanna del sovietici e degli staliniani ha superato ogni aspettativa. Bisogna anche dire che Nenni su questo punto non si è risparmiato. Raramente si era sentita una requisitoria altrettanto decisa e violenta. « L'elenco del misfatti di Sta Un e dei dirigenti delle demo crazie popolari, le rivelazioni sulle confessioni estorte dal la polizia politica, le cicatrici sui seni della vedova di Rajk le unghie strappate a Kadar.. tutto ciò è terribile, ma c'è qualcosa di più terribile. Com'è stato possibile che queste cose avvenissero? Tutta Budapest sapeva, e nessuno parlava. Qui è il nodo di tutto, e un nodo che non sì risolve dando la colpa agli uomini, ma Investendo direttamente 11 sistema. SI scioglie soltanto ristabilendo e organizzando la democrazia e la libertà nel socialismo. Senza democrazia e senza libertà tutto si corrompe, anche le istituzioni create dalle rivoluzioni proletarie. L'uomo è la più alta creatura per l'uomo, ha detto Marx; ma tanti suoi continuatori hanno dimenticato questo solenne avvertimento. «Per l'Unione Sovietica l'intervento in Ungheria è stato l'errore più grave dalla Rivoluzione di ottobre. Lo stesso Lenin difese strenuamente - nei primi anni della rivoluzione 11 diritto dei popoli a disporre di se medesimi, non soltanto nei confronti dei popoli coloniali, ma anche di quelli che confi navano o che sarebbero poi entrati a far parte dell'Unione Sovietica. Gli attuali dirigenti dell'URSS, dopo aver dato il via alla democratizzazione del loro sistema, hanno fatto marcia indietro. E si sono fermati, sul loro esempio, anche 1 co. munisti cecoslovacchi, i francesi, gli italiani. Noi abbiamo scelto una volta per sempre: siamo con destallniz'zatorl, adamo con gli insorti ungheresi, siamo con Gomulka, siamo con tutti coloro che ritengono stptutentaladnUnehtoml'inuntmlat "Abbiamo scelto una volta per sempre: siamo con i destalinizzatovi e con gli insorti ungheresi,, - "Il nostro partito passa alla libertà d'iniziativa, senza più patti d'azione o di consultazione, conservando solo la solidarietà sindacale,, - "Vogliamo arrivare all'unificazione, ma non nella contusione delle idee e dei programmi: ci vuole un periodo di convergenza nell'azione politica,, - Rispetto dei trattati internazionali sottoscritti: "1 blocchi militari sono una realtà; auspichiamo però una fascia di Paesi neutrali tra i due grandi gruppi,, storicamente irreversibile il processo di democratizzazione di liberalizzazione aperto in tutto il movimento operaio internazionale >. Attorno a quésto nucleo Nenni ha messo a punto non soltanto la professione di fede nella democrazia come unica strada al socialismo, ma anche 1 nuovi rapporti con i comunisti. Un poco cercando giustificazioni e un poco ammettendo gli errori della politica frontista, ha chiesto una specie di sanatoria per il passato ed ha promesso per l'avvenire: «Il nostro partito passa dall'unità alla libertà d'azione e di iniziativa, senza più patti di unità d'azione o di consultazione, salvaguardando della politica unitaria ciò che è fondamentale ed inalienabile, e cioè la solidarietà di classe che fa trovare 1 lavoratori di diversa Un momento di riposo dell'politica ai congressisti durat ispirazione davanti a comuni problemi, a lotte comu..l nelle fabbriche, nei villaggi, nelle pubbliche amministrazioni, nel Parlamento, quelle lotte alle quali non è "npsibile sottrarsi se non tradendo gl'Interessi dei lavoratori >. La solidarietà di classe, in parole più semplici, è l'unità sindacale e il rifiuto alle discriminazioni. Per la politica interna questo era il punto fondamentale sul quale Nenni era atteso al bivio. Sul resto — la condanna dèi centrismo, la denuncia delle tendenze integraliste della D. C. e dell'insufficiente armoj nizzazione tra progresso tecnico e progresso sociale — aveva il compito facile. Se lo è reso ancor più facile trascurando l'analisi delle responsabilità che proprio il partito socialista, prima e dopo la scissione, ha avuto nella nascita e nello 'on. Nenni dopo la relazione ata oltre tre ore (Telefoto) sviluppo del deprecato « centrismo ». L'altro punto fondamentale era la politica estera. Qui, come abbiamo già detto, Nenni non ha detto nulla di più e nulla di meno di quanto ci si attendeva. Lo «spirito di Ginevra» ha avuto una battuta di arresto, ma non è morto, o per lo meno i socialisti devono battersi per farlo risorgere. I blocchi militari sono una realtà, e come tale non la si può ignorare. « Ma quale altra funzione ha 11 socialismo se non quella di cambiare il mondo?». Lo si può cambiare — sempre secondo il ragionamento di Nenni — puntando molto sul cosiddetto < terzo blocco » dei Paesi afro-asiatici, unendo le forze europee « non al servizio di un blocco contro un altro, ma per una politica di pace ed eventualmente di mediazione », auspicando «una fascia di Paesi neutrali che interponga tra il blocco euro-asiatico-sovietico e quello euro-;americano-atlanttco la calma, come dice il compagno Bevan, di una < zona neutra », considerando < utile e necessario il ritiro delle truppe sovietiche dai Paesi del blocco di Varsavia e delle truppe americane dal Paesi del blocco atlantico », avviando < a concreta soluzione la questione tedesco, ciò che non può avvenire che al di fuori dei blocchi». «L'europeismo che ci interessa — ha riassunto, Infine, Nenni — è quello che tende a fare dell'Europa un elemento autonomo della politica mondiale al servizio della pace. Esamineremo le proposte per il Mercato comune e l'Euratom senza ' pregiudiziali negative, ma con la cautela autorizzata dalla complessità degli interessi economici in causa ». Il leader del PSI sapeva naturalmente che questa era la parte del suo discorso più espoeta alla polemica con 1 socialdemocratici. Ed infatti si è preoccupato di tenerla costantemente al riparo dei riferimenti delle altre socialdemocrazie europee (i laburisti, i tedeschi) con i cui atteggiamenti il suo « neutralismo » ha qualche punto di contatto. Sull'unificazione, del resto, Nenni si è mostrato estrema¬ s ¬ mente cauto ed ha enunciato Ite e a i e a i i e i i o sinceramente l'opinione maturata negli ultimi mesi: «Vogliamo arrivare all'unificazione. Non ad ogni costo e non nella confusione delle Idee e dei programmi, ma vogliamo arrivarci. E' venuto il momento perché 11 nostro congresso, assumendo le proprie responsabilità, si rivolga al congresso socialdemocratico e gli chieda di assumere le sue. Le condizioni per la confluenza non si creeranno né improvvisamente né da sole. Ci vuole un periodo di Ravvicinamento, di convergenza nell'azione politica ». I successivi accenni alla necessità che « 1 socialdemocratici liquidino il centrìsmo come noi abbiamo liquidato il frontismo senza subordinare la scelta a nessuna condizione » hanno fatto capire che Nenni ritiene indispensabile, per iniziare questo periodo di « Ravvicinamento », che il PSDI lasci 11 governo e passi all'opposizione. Egli non crede che la rottura della coalizione governativa porti alle elezioni anticipate: o almeno finge di non credervi. Matteo Matteotti che stamane, portando 11 saluto del PSDI al congresso, aveva parlato con molta cordialità, ma anche con molta prudenza, e si era detto scettico sulla possibilità di una unificazione « immediata », è rimasto soddisfatto di trovare anche in Nenni eguale prudenza. Ha giudicato positivo il discorso, ma è preoccupato dei problemi d'ordine governativo che il suo partito dovrà affrontare subito dopo il congresso. II vice segretario del PSDI, Tanassi, ha accolto, Invece, il discorso con perplessità e riserve. Addirittura .furenti sono i comunisti. Pajetta ha protestato per i frequenti inviti di Nenni ai comunisti dissidenti che accettino le nuove posizioni del PSI e poi ha dichiarato ad un redattore della Spe: «E' un discorso fatto per suscitare le passioni e per liberarsi delle responsabilità del passato lasciando ad altri le .responsabilità del presente. Può recare un grave danno al movimento operalo. Il ripetuto accenno al contributo di forze che darebbero gli ex-comunisti sottolinea una disinvolta confusione tra la realtà ed una sua voluta deformazione ». Un altro membro della delegazione comunista ha detto: «Sono infami bugie». Pierre Commln ha definito il discorso « estremamente importante ». Pertini e gli altri esponenti della corrente filocomunista continuano, invece, a non scoprirsi. Dicono che per loro « va bene » e che sta alla destra presentare una propria mozione se vuole caratterizzarsi. Ma Nenni non ha ancora rinunciato alla speranza che l'andamento del dibattito congressuale provochi l'isolamento del gruppo «unitario». La mattinata è trascorsa tutta ascoltando i saluti dei numerosi rappresentanti di altri partiti e movimenti italiani. Abbiamo già accennato a quello di Matteotti. Pajetta, protestando di non voler fare una « mozione degli affetti », ha finito coll'lnsistere esclusivamente, patetico e dolcemen- taedapgnsiodiMsi prdipoVnositoL11 cii: UpcmhsmmtEcnegqmgczpmtcattnscmnlbpsrdèsOdeS per loro «alla destrapria mozirizzarsi. Mcora rinuche l'andcongressumento deLa matutta asconumerosi tri partitni. Abbiaquello diprotestanuna « moha finito vamente, iiiimuiiiiiiiM te ricattatorio, sulle tante bat- taglle combattute in comune ed ha concluso con un nuovo appello all'unità d'azione. Magnani ha confermato la decisione dell'Unione socialisti indipendenti di entrare nel PSI. Molto vicini al « nuovo PSI » si sono detti anche Zorzi, rappresentante di Comunità, e Codignola a nome di Unità Popolare. Visentin! per il PRI e Villabruna per 1 radicali, hanno rivolto misurate parole di simpatia e di incoraggiamento all' unificazione. Franco Lombardi, infine, ha salutato 11 congresso a nome dei « socialisti senza tessera». Enzo Forcella i: ■ < > < 11 » 11 : i IM11111 [ 111 ! I ! M [ ] I ( 11MI ; ! [ 1 [ 11 h 11 i 11 ! i 11111 OlaiMiaM'axI