Chiesto l'ergastolo per la domestica omicida
Chiesto l'ergastolo per la domestica omicida Uccise il bimbo dei padroni Chiesto l'ergastolo per la domestica omicida a : 3 : ; 2 ; Firenze, 1 febbraio. Volge al termine il processo contro Dina Natali, la cameriera che a Prato uccise, affogandolo in un lavatoio, Luciano Affortunati figlio dei suoi padroni di 4 anni. Stamani ha | parlato per primo il patrono di parte civile avv. Castelnuovo Tedesco. Egli ha accusato implacabilmente l'imputata la quale, ripiegata su se stessa a capo chino e torcendosi continuamente le mani, ha seguito l'arringa parola per parola. « Voler pretendere che Dina Natali non sia sana di mente, è assurdo — ha affermato l'avvocato Tedesco —. Non ho portato libri in quanto, in materia psichiatrica, non esiste un volume che sia depositario della verità vera. Esistono in psichiatria opinioni, tendenze, scuole. E d'altra parte nel caso in questione libri non ne occorrono: sono sufficienti due volumi processuali per de finire chi sia e cosa abbia fatto Dina Natali ». L'avv. Castelnuovo Tedesco ha ricordato che la Natali in un primo tempo ammise di aver agito in piena coscienza e con premeditazione per « vendicarsi dei padroni che trattavano male ». Successivamente con astuta finzione essa cercò invece di avvalorare la tesi della propria irresponsabilità, affermando che l'ucci sion© del piccolo Luciano avvenne casua' nente perché il bimbo le « ca, M a portata di mano ». Il patrono di parte civile ha infine confutato che la donna abbia, dopo il fatto, tentato di uccidersi. Si gettò sì in un fosso, ma scelse una gora dove l'acqua era profonda poco più di mezzo metro. L'avv. Castelnuovo Tedesco ha concluso chiedendo la simbolica lira quale risei veimento dei danni, ma domandando — soprattutto — che Dina Natali sia separata per sempre dalla società. «Non- importa — ha concluso — che sul muro che la dividerà da noi sia scritto < carcere » o « manicomio »; importa che un giorno la signora Ivania Affortunati, madre del bimbo ucciso, non si trovi dinnanzi, per strada, Dina Natali, libera perché qualcuno l'ha ritenuta guarita». Ha poi preso la parola il P. M. dr. Meticci il quale ha sostenuto la piena responsabilità dell'imputata, escludendo per altro in maniera recisa che essa possa essere affetta da parafrenia o schizofrenia. Egli ha chiesto la condanna alla pena dell'ergastolo. Subito dopo ha preso la parola il primo difensore, avv. Fasani, di Roma, il quale ha ribattuto alle argomentazioni de-1 Procuratore Generale affermando che Dina Natali, al momento in cui uccise il piccolo Luciano, era totalmente inferma di mente e ne ha dichiarato perciò la completa irresponsabilità. Domattina parlerà il secondo difensore, avv. De Marsico, dopo di che la Corte si ritirerà in camera di consiglio per la sentenza.
Persone citate: De Marsico, Dina Natali, Fasani, Ivania Affortunati, Luciano Affortunati
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