L'ex-fidanzato di Wilma Montesi afferma che niente gli fece sospettare un delitto

L'ex-fidanzato di Wilma Montesi afferma che niente gli fece sospettare un delitto sui oggi nessuno spiraglio di luce «ni mistero di Z*oj» Vstimni&m. L'ex-fidanzato di Wilma Montesi afferma che niente gli fece sospettare un delitto Davanti alla salma esclamò: "Me l'hanno ammazzata,, - In udienza spiega: "E' stato uno sfogo, una frase qualsiasi,, - Dal suo racconto è uscito il ritratto di una ragazza che non poteva in alcun modo avere una doppia vita - fu maresciallo dei carabinieri nega qualsiasi interferenza da parte della questura * l commissari di P. S.. Morlacchi e Magliozzi difendono la tesi del pediluvio ed escludono d'aver ricevuto pressioni dal questore Saverio Polito • ; • 1 — — (Col nostro inviato speciale) Venezia, 31 gennaio. Esaurita la deposizione della famiglia Montèsi, li testimone più atteso per oggi era Angelo Giuliani, l'ex-fldanzato di Wilma. La sua apparizione nell'emiciclo incuriosiva non solo per quanto egli avrebbe potuto dire, per il contributo che avrebbe recato con la sua testimonianza allo sforzo compiuto dal giudici nel tentativo di diradare"li mistero che avvolge l'annegata di Tor Vaianica, ma anche per fissare un giudizio. Attraverso lui, la sua persona fisica, il suo modo di esprimersi, 1 sentimenti che avrebbe esternato si sarebbe potuto giudicare Wilma Montèsi che Io aveva accettato come fidanzato con la prospettiva di sposarlo e trascorrere con lui l'intera esistenza." La presenza dell'agente Angelo Giuliani è'servita a tracciare più netti i contorni dell'immagine di Wilma Montesi scaturita dalle modeste lettere d'amore, dalla deposizione fatta dai suoi genitori e da suo fratello nell'udienza di ieri. E' un ritratto campito su uno sfondo di quasi rassegnata modestia, avvolto da un grigiore anonimo, senza lampi di Immaginazione, di sogni, di illusioni. Se fossero giunti alle nozze, avrebbero formato una delle tante coppie che, in ogni angolo del mondo, escono il pomeriggio della domenica per la passeggiata, una sosta ad un caffè o in un cinema. E sarebbero stati felici, quasi certamente, perché erano molto slmili. Accettando di sposare l'agente Angelo Giuliani, Wilma Montesi ha offerto la testimor utenza più valida dei limiti quasi angusti entro cui chiudeva la sua esistenza. Se anche avesse sfiorato, sia- puro «acautamente, la vita dissolute e depravata che ,-le si vuole attribuire durante le ore pomeridiane, non avrebbe più saputo adeguarsi alla prospettiva di un lungo avvenire'a Potenza, o a Foiggia, dove U fidanzato aveva chiesto di essere' trasferito, Si sospettò che losse appunto la disperazione per un avvenire così mediocre a spingerla al suicidio, ma l'osservazione non regge. Se davvero preferiva morire piuttosto di allontanarsi da Roma e dalle torbide gioie alle quali si vorrebbe fosse ormai avvezza, aveva un mezzo molto più semplice a disposizione che non le fredde onde del mare di Ostia. Le bastava rompere il fidanzamento, che durava da sei mesi soltanto, ed avrebbe potuto continuare nelle sue abitudini. Dalle lettere tale disperazione non risulta, anzi, ti semplice affetto che trabocca dalle frasi disadorne conferma la solidità del vincolo che la legava al giovane agente conosciuto durante un pomeriggio danzante. Wilma Montesi accettò subito U trovane pugliese che le si offriva, e anche questo particolare fece sorgere il sospetto che fosse eccessivamente leggera nel contrarre legami. Ballò con lui il pomeriggio, si lasciò accompagnare a casa, ma con loro c'erano la mamma e la sorella di Wilma, gli diede il numero di telefono, accettò un appun lamento e due giorni dopo Angelo Giuliani entrava in casa a chiedere la sua mano. l'orse è stata una procedura un po' spicciativa, ma non bisogna dimenticare la mentalità del protagonisti, di luì specialmente, intraprendente e audace fin che si vuole, ma me ridlonale e quindi legato a schemi mentali e di costume che impongono fidanzamenti brevi e matrimoni rapidi. A sentirlo parlare, a vederlo 45 mesi dopo la tragica rottura di quel fidanzamento, si può fissare, con molta approssimazione al vero, il carattere, le abitudini, le tendenze di Wilma Montesi: una ragazza del la piccola borghesia, dal limitatissimo orizzonte sentimentale. Questa figura non può concordare con quella che scaturisce dalle romanzesche descrizioni sulla sua duplice esistenza. Il verso quieto, modesto, fatto di buon senso mediocre, non può corrispondere a quello di una ragazza invischiata in avventure- che richiedono immaginazione, indifferenza alle norme comuni del vivere, rilassatezza di costumi. Far combaciare le contrastanti par. ti in una sola persona, quale era Wilma Montesi è impossibile; per far convivere due personalità così diverse occorrono temperamenti eccezionali che Wilma Montesi non risedeva, Far risaltare l'impossibilità di coesistenza di due personaggi così diversi in Wilma è Importantissimo per la difesa. Stabilito che la ragazza di via "ragliamento era una modesta piccolo-borghese, che forse non ha mai nemmeno sentito parlare di cocaina, non soltanto si riabilita la' memoria della vittima, ma »i prova l'inno¬ b cenza di Piccioni, Polito e Montagna; le orge ed i festini di Capocotta diventano materia incandescente tra le mani di coloro che il hanno adombrati come sfondo della vita di lussuria, crapula, corruzione in cui si sarebbero immersi gli imputati e la vittima. Se dal processo scaturirà senza ombra di dubbio che Wilma Montesi era davvero la ragazza dall'eleganza vistosa, ma mediocre, e dalla limitata, legallsslma vita sentimentale, sarà provato anche che non ha mal frequentato gli ambienti . degli spacciatori di cocaina, come afferma. Michele Slmoia, e che non è mai andata a Capocotta, come sostiene Anna Maria Caglio. Rlducendosi a questa unica circostanza, il processo potrebbe apparire abbastanza -lineare, eppure c'è sempre una cifra che non torna nel conto generale, non esiste una prova irrefutabile, contro cui nulla sia possibile .obiettare, ma un vento di sussurri, di maldicenze, di sospetti che lasciano perplessi e generano l'indefinibile sensazione ohe una tremenda fatalità abbia voluto legare quel povero cadavere di annegata ad un colpevole, come se questo processo fosse necessario non tanto per stabilire le cause che condussero Wilma Montesi a morire tra Ostia e Tor Vaianica, quanto per dare uno scrollone all'opinione pubblica, pronunciare una requisitoria contro tutta una società e non contro un singolo imputato. Può sembrare strano che dopo tre istruttorie e 46 mesi di indagini non si sia riusciti a stabilire come e perché è morta quella povera figliola, ma se si pensa alla grandinata di supposizioni, testimonianze false, vociferazioni che si. è- abbattuta sugli inquirenti, si comprende come sia diventato ormai estremamente difficile sceverare il vero- dal falso e dal probabile. All'inizio tutto pareva chiaro e semplice, persino troppo chiaro e semplice, per cui si sospettarono la connivenza e il favoreggiamento per occultare il crimine ohe Piero Piccioni avrebbe consumato. Vagliate le tre tesi — delitto, suicidio, disgrazia — si optò per quest'ultima,- perché agii inquirenti, giudice istruttore compreso, parve la più logica. Poi sorsero i dubbi. La mancanza del reggiseno sul cadavere trovato a Tor Vaianica, il passaggio di macchine- misteriose nella tenuta di Capocotta ' sembrarono • elementi sufficienti per far peris$i*e che il delitto fosse più probabile che non il suicidio, o la disgrazia. Fu trovato il colpevole, Piero Piccioni, furono trovati i suoi compari, Ugo Montagna e l'ex-questore di Roma Saverio Polito, indicato quest'ultimo come l'inventore della ridicola tesi del « pediluvio». Ieri i familiari di Wilma Montesi, oggi un nutrito manipolo di funzionari di polizia, questori, commissari; marescialli dei carabinieri ed un semplice agente, hanno de scritto come nacque la versione del pediluvio. Saverio Polito, tornato in aula dopo alcune assenze, ha ascoltato i suoi ex-subalterni con apparente indifferenza, ma sulla faccia del vecchio ex-questore apparivano lampi di soddisfazione ogni volta che uno del testimoni spiegava con ineccepibili argomentazioni come egli sia sempre rimasto estraneo alle indagini sulla morte di Wilma Montesi. < Il ij'.iPBtcre di Roma, egli aveva detto nell'interrogatorio, ha altro da pensare che non alle ragazze scappate di casa>. II dott. Magliozzi, ora vice-questore di Napoli (a sinistra) col commissario dott. Morlacchi. Ieri hanno rievocato le prime indagini riproponendo la tesi del pediluvio (Tel.) II questore Polito (a sin;) è tornato ieri In aula. L'ex-fldanzato, Angelo Giuliani, ha deposto come teste (Telefoto)

Luoghi citati: Capocotta, Napoli, Potenza, Roma, Venezia