Eisenhower discute con re Saud la sua "dottrina,, sul Medio Oriente

Eisenhower discute con re Saud la sua "dottrina,, sul Medio Oriente Per bloccare l'espansionismo sovietico nei Paesi arabi Eisenhower discute con re Saud la sua "dottrina,, sul Medio Oriente Probabile assistenza economica e militare all'Arabia, per formare un baluardo contro le manovre di Nasser - La Camera dei Rappresentanti concede i pieni poteri al Presidente in eventuali casi di emergenza nel Levante (Dal nostro corrispondente) ■ Washington. 30 gennaio. Dopo aver deplorato nella sua settimanale conferenzastampa l'ostile atteggiamento di alcuni americani verso ospiti di Stato stranieri, Eisenhower si è recato oggi all'aeroporto di Washington per attendere, a capo scoperto, ai piedi della scaletta applicata all'aereo appena atterrato, che re Saud, sovrano assoluto dì circa sei milioni di arabi, apparisse 3ulla porta dell'apparecchio personale che Eisenhower gli aveva mésso a disposizione. Il Presidente, che non ha mai concesso l'onore di -tale ricevimento ad alcun altro capo di Stato straniero, ha accolto con grande cordialità l'ospite che, avvolto in un gran mantello color marrone e orlato d'oro, ha salutato Eisenhower con il gesto orientale di pace, alzando le palme delle mani aperte verso di lui. A differenza di New York, Washington era riuscita a riunire attorno al sovrano una notevole folla, soprattutto incuriosita dal numeroso e pittoresco séguito del monarca ed intenerita alla vista del gracile principino Mansur, dagli smisurati e tristi occhi neri chej paralizzato forse dalla poliomielite, è portato a braccia da una guardia del corpo, e che il padre ha condotto con sé nella speranza che i medici americani riescano a ridargli l'uso degli arti malati. Su interessamento personale di Eisenhower, il bimbo sarà visitato dai migliori specialisti americani; si spera che la paralisi a un braccio e a una gamba non sia causata da poliomielite e che si possa sottoporre il principino a efficaci cure. I colloqui con Eisenhower dureranno quattro giorni; nello scambio dei saluti il Presidente e il Re arabo hanno sottolineato gli accenni all'amicizia; Saud, parlando forse più ai suoi sospettosi rivali ed amici arabi che agli americani, ha detto che la base della amicizia dovrà trovarsi nel mutuo rispetto dei reciproci interessi. I precisi argomenti dei colloqui sono per ora celati dal segreto, ma sì sa che essi verteranno sulla < dottrina Eisenhower» per.il Medio Oriente; inoltre sono in programma di-| ecussioni ufficiosamente marginali ma in sostanza assai importanti sul rinnovo del trattato per la base aerea americana a Dahran; Eisenhower e Saud esamineranno comunque < con la massima franchezza > come ha detto all'aeroporto il re arabo, il problema chiave, che è quello dei rapporti fra l'Occidente c il Levante mediorientale. tbntiedmfAlrclcimUcrctrltcqcrvrddzlNsdttgtagcpr | Molti autorevoli uomini poli-(tici osservano che re Saud, sebbene accanitamente antisraellano, è però un anticomunista altrettanto deciso; essi notano inoltre che Saud è o dovrebbe essere preoccupato dell'ascendente che Nasser ed altri estremisti arabi stanno ottenendo fra gli Inquieti capi tribù della Arabia Saudita. Vi è chi attribuisce a re Saud l'intenzione di chiedere all'America il rimborso delle perdite conseguenti all'Interruzione dell'oleodotto e quindi della mancata vendita del petrolio; altri invece sono dell'opinione che il monarca chiederà agli Stati Uniti speciali aiuti finanziari, come prezzo della sua collaborazione ad una politica di conciliazione fra arabi ed Occidente; tali richieste consisterebbero soprattutto in forniture militari, armi e istruttori, per fortificare la barriera occidentale contro le infiltrazioni russe. C'è poi un altro aspetto di questo vasto disegno politico che sta molto a cuore dei dirigenti politici americani: convincere Saud a stabilire migliori relazioni con il re dell'Irak, dP1 quale è diviso dP„' rivalità dinastiche e da ambizioni nazionali, per quanto entrambi allarmati dalla demagogia di Nasser. Sarebbe la base per risolvere grossi problemi nel Medio Oriente. Sarà già un gran successo, tuttavia, s'afferma a Washington, se il re partirà da Washington convinto che il programma di Eisenhower non significa affatto sostituzione dell'influenza americana a quella inglese. La politica di Eisenhower ha avuto intanto, proprio oggi, un altro solido rafforzamento quando la Camera dei rappresentanti chiudendo la prima fase del lungo ed acre dibattito sul < programma > lo ha approvato con l'eloquente mag. gioranza di 380 voti contro 60 concedendogli i pieni poteri per speciali sovvenzioni al Medio Oriente e per l'eventuale impiego di forze armate nel Levante. E' prevedibile che tra pochi giorni anche il Senato darà parere favorevole. H re arabo ha, avuto In serata un colloquio col Segretario di Stato Foster Dulles. Va infine segnalato che durante la sua conferenza-stampa, prima dell'arrivo di Saud, Eisenhower riferendosi alla NATO (Alleanza Atlantica) ha detto che i metodi di collaborazione tra i Paesi occidentali possono cambiare, a seconda dei nuovi strumenti tecnici e militari, lasciando però inalterata la risoluzione, di opporsi ai nemici della civiltà e della pace. Sulle fredde accoglienze di New York a re Saud, il Presi¬ dente ha affermato che l'Arnie rlca1 ha il dovere di trattare con quanti possono essere suoi alleati nella difesa dei principi democratici. g, t. La nomina di Zellerbach approvata per acclamazione Washington, 30 gennaio. Nonostante l'opposizione del senatore Mac Carthy, il Senato americano ha approvato oggi la nomina di James Zellerbach ad ambasciatore in Italia, in sostituzione della signora Clara Luce. Mac Carthy aveva obiettato che — secondo lui — Zellerbach sarebbe stato in rapporti con < gruppi sinistrorsi > e implicato in alcuni provvedimenti federali antitrust. Il sen. Jacob Javits, dichiaratosi vecchio amico personale di Zellerbach, e il sen. William Knowland hanno confutato le osservazioni di Mac Carthy. Javits ha affermato che il neo-ambasciatore ha grandi meriti nel miglioramento delle relazioni con l'Italia. Il Senato ha approvato per acclamazione la nomina di Zellerbach; l'unica voce in contrasto era quella di Me Carthy.