Iniziato l'interrogatorio a Saluzzo alle vittime dello scandalo Nicolay

Iniziato l'interrogatorio a Saluzzo alle vittime dello scandalo Nicolay Dopo quattro mesi Astrattone, riprende nella città piemontese Iniziato l'interrogatorio a Saluzzo alle vittime dello scandalo Nicolay // magistrato ha ricevuto due dei maggiori danneggiati Complessivamente verranno sentite una quindicina di persone La nuova fase di indagini dovrebbe concludersi in settimana ('Valgiostro inviato speciale) Saluzzo, 28 gennaiu. L'istruttoria per lo scandalo Nicolay-Sfiar, condotta nell'autunno scorso a Saluzzo dai magistrati genovesi, è stata ripresa stamane dopo una pausa durata quattro mesi. Anche questa volta ad interrogare parti lese e testimoni — una quindicina di persone — è stato inviato un giudice istruttore di Genova, il dottor Francesco Scardulla, il quale sarà raggiunto, nei prossimi giorni, dal sostituto procuratore della Repubblica, dott. Di Felice. La notizia della ripresa dell'inchiesta, trapelata pochi giorni or sono, ha ridestato un vivo interesse nel Saluzzese: di nuovo circolano numerosi i « si dice > dei solitamente bene informati, di nuovo lo voci più disparate giungono da ogni parte alle orecchie; ma, come il solito, sono fondate soltanto su congetture, su sospetti. Lo stesso dott. Giuseppe Berta, il quale nell'agosto scorso presentò alla magistratura di Genova un esposto che diede praticamente l'avvìo all'istruttoria attuale, non avrebbe formulato accuse precise; si sarebbe limitato a porre in rilievo alcuni aspetti, che a lui paiono poco chiari, del comportamento di coloro ai quali sì rivolse per l'acquisto dei titoli. Il dott. Berta, già interrogato nel settembre scorso, è stato nuovamente sentito stamane. Prima di lui il giudice istruttore ha ricevuto in un ufficio messo a disposizione dal presidente del "tribunale l'aw. Giovanni Bonelli, con cui si è intrattenuto a colloquio per una ventina di minuti. L'aw. Bonelli il quale, com'è noto, rappresenta una ventina di risparmiatori < bruciati > dal crollo delle Nicolay e delle Sfiar, non ha parlato con il giudice in qualità di teste, ma di legale per non precludersi — secondo quanto prescrive la procedura — la possibilità di patrocinare eventualmente i suoi clienti quali parti civiji nel processo contro gli ex-amministratori delle due società genovesi. Successivamente il giudice ha ricevuto il dott. Berta, il medico dentista che perse con l'acquisto delle Nicolay e delle Sfiar una ventina di milioni; suo cognato, il commerciante Giuseppe Macagno, di Cuneo, ne ha persi una decina. Quar.do scoppiò lo scandalo e furono arrestati gli amministratori delle due società genovesi, essi si rivolsero alla Magistratura chiedendo che fosse fatta luce su alcune circostanze che potevano legittimare gravi sospetti. Una delle più strane è questa: titoli acquistati parecchio tempo prima del « crack >, vennero intestati con date di poco precedenti la consejrr.E:, avventita a volte anolie a due anni di distanza. Una spiegazione di ciò è già stata data dai funzionari dell'Istituto bancario genovese presso cui i titoli giacevano in custodia: motivi tecnici, e cioè la velocità con cui le azioni venivano commerciate, non consentivano di tener aggiornate le intestazioni. Alcuni azionisti, é fra questi appunto il dott. Berta e suo cognato, pur apparendo accettabile questa spiegazione, hanno però rilevato che il fatto può anche far pensare a illecite manovre, e che pertanto l'autorità inquirente doveva esserne informata. Il Berta, pertanto, ha consegnato stamane al giudice alcuni documenti a prova di queste presunte irregolarità. Anche alcuni funzionari di un IcqSrl'vlitetiadbGsqindnfdtnttrddn■LCadlccsssdnlncabaednermDsCOPtlvs Istituto bancario di Saluzzo — a cui molti si rivolsero per l'acquisto delle Nicolay e delle Sfiar — erano già stati interrogati a questo proposito nell'autunno scorio, ma essi avevano respinto ogni responsabilità affermando che il loro intervento nella negoziazione dei titoli si limitò esclusivamente alla trasmissione degli ordini dei clienti agli agenti di cambio ed all'Istituto bancario di Genova; respinsero pure l'accusa di avere propagandato l'acquisto di quei titoli o di avere insistito perché non fossero ceduti: bì limitarono — asserirono — a dare in buona fede informazioni che ritenevano* e da tutti erano ritenute, fondate; essi stessi subirono perdite notevoli speculando su quei titoli. Alcuni funzionari dell'Istituto, fra cui lo stesso direttore, rag. Matteo Alberto Piovano, dovrebbero essere, a quanto si dice, nuovamente interrogati nei prossimi giorni. La terza persona citata oggi dslsscGndvsdcrpnFsgsc dal giudice dottor Scardulla, è stato il generale a riposo Paolo Anselmi, il quale, a quanto si dice, avrebbe pure perso somme ingenti. Il gen. Anselmi conosceva da anni il rag. G. B. Gualco, l'agente di cambio genovese arrestato allo scoppio dello scandalo; più volte lo aveva avuto come ospite e dietro suo consiglio acquistò 1 titoli delle due società. Il generale Iniziò la costruzione d'una villa che poi non fu terminata. Domani l'inchiesta proseguirà con l'interrogatorio di altre persone, fra cui alcune di Siarnafigi, e una parente del geom. Francesco Maero, che sarebbe stato indotto a togliersi la vita anche per la perdita di una ottantina di milioni subita speculando sulle < Nicolay >. L'interrogatorio del dr. Berta è durato oltre due ore, quello del gen. Anselmi circa tre ore. Questa fase istruttoria dovrebbe concludersi fra quattro giorni. n. p.

Luoghi citati: Cuneo, Genova, Saluzzo