Quattro disegnatori americani in Italia a studiare l'alta moda

Quattro disegnatori americani in Italia a studiare l'alta moda Quattro disegnatori americani in Italia a studiare l'alta moda II prestigio e il successo negli Stati Uniti del nostro artigianato sono dovuti soprattutto all'originalità e delicatezza del gusto in ogni sfumatura dell'abbigliamento (Nostro servizio particolare) Roma, 25 gennaio. Un nuovo ponte fra gli arti- gianati del Nord America e del l'Italia è stato inaugurato con una bolsa di studio. Questo bando .d! ~nc°ra° ci consente innanzi tutto di rilevare le cu- re e la metodicità con cui i go vani statunitensi si predispon gono alla carriera di disegnatori della moda: le scuole in- fatti in cui essi completano j'eaucazióne tecnica corrispon dono all'incirca al nostri licei [artistici in quanto prevedono, 'dopo le cosiddette scuole pri- marie, corsi quadriennali che conferiscono il diploma richiesto dai laboratori e dalle case produttrici. Ora, alcune centinaia di candidati prescelti da tredici scuole dei maggiori centri hanno partecipato al concorso, nel quale, dopo una severa selezione, si sono annunciati vincitori William Schad, della Pratt Institute, di Brooklyn, Nancy Staluppl e Rosemarie Amerusso, entrambe della Scuola 'superiore delle industrie di moda di New York, e Therese Maranzini, già diplomata alla Scuola d'arte del museo di Filadelfia. Per una casuale coincidenza, le tre ragazze appartengono a famiglie di origine italiana, delle regioni del Mezzogiorno — che riflettono nei grandi occhi luminosi — ma la loro mentalità si rivela esclusivamente americana ed esse non conoscono nemmeno una parola della nostra lingua. A questi quattro giovani, la borsa di studio assicura il viaggio in aereo, andata e ritorno, je l'ospitalità di tre mesi nella capitale italiana. Qui impiegano due giorni della settimana allo studio — attraverso visite a musei ed a scuole e botteghe . artigiane — del costume e del ifoiklore mentre negli altri cin que giorni cercano di esprlmei re sul cartone le loro impres jsioni. Vengono posti altresì in ! relazione con la clientela dei grandi laboratori al fine di ren- 5„_Ti . j „ - , idersi conto delle esigenze (e del capricci) dene signore e di ,documentarsi su quella com¬ plessa e sottile arte che è l'arte del saper vendere. Al loro ritorno in patria, infine, I quattro giovani presenteranno ampi e documentati rapporti alle scuole da cui provengono in modo da diffonderete esperienze acquisite. Abbiamo dunque ragione di compiacerci della serietà con cui oltre l'Atlantico si guarda alle affermazioni della moda italiana. A proposito della quale, abbiamo colto, dalle labbra dei quattro studenti, giudizi quanto mai promettenti. « La moda di Parigi — essi ci hanno dichiarato — continua a vantare un Indiscusso prestigip, tenuto vivo dalla tradizione, se non si vuol dire da luoghi comuni. Essa tuttavia è ferma sulle sue posizioni mentre quella delle città della Penisola ha realizzato passi giganteschi tanto da far sorgere ormai un confronto fra I due Paesi, un confronto che preannuncia per le prossime stagioni un vero e proprio duello per la conquista del primato a favore o dell'una o dell'altra. E' risaputo del resto che le case di alta moda italiane non fiorirebbero se non avessero 'ormai conquistato larghe schiere della clientela americana, la quale rappresenta oggi l'80 per cento di quella che frequenta i laboratori >. L'attività e gli sforzi che perseguono le case italiane hanno colpito i quattro giovani viaggiatori i quali avvertono che grandi laboratori delle loro città non impiegano una così efficiente e numerosa mano d'opera. Il che dimostra che è assai più generalizzata in America la consuetudine degli abiti in serie. Essi anzi sottolineano una netta differenziazione fra i due Paesi: mentre in America, come del resto rivela la serietà degli studi che già abbiamo indicato. « la teoria > è alla base di ogni specializzazione attinente alla moda, ma in pratica poi essa appare pressoché sprecata in quanto appunto si esplica intorno a guardarobe comuni a milioni di donne, in Italia <teo- ria > e studio si direbbero quasi trascurati per lasciare dominare l'estro, la fantasia, estro e fantasia che, assai più che oltre Atlantico, hanno modo di prodigarsi e di affinarsi. Il gusto, l'originalità, la delicatezza, la cura delle sfumature con cui l'artigiano presenta un ricamo, una sciarpa, un fermaglio, un gioiello, un bottone, perfino, colpiscono ed attirano contribuendo a spiegare successi personali che suscitano sollecitazioni da parte di molte botteghe di New York dove, ad esempio, I pizzi di un villaggio della Calabria sono oggi assai ricercati. < E' la vostra individualità che più ci sorprende >, concludono i nostri quattro interlocutori. c. r. —

Persone citate: Pratt, Rosemarie Amerusso, William Schad