Anche i liberali contrari ad una crisi

Anche i liberali contrari ad una crisi Anche i liberali contrari ad una crisi L'annuncio di Malagodi dopo un colloquio con Matteotti e Rumor - I senatori d.c, che volevano un loro candidato alle Partecipazioni statali, si rimettono al parere dì Segni Roma, 23 gennaio. Dopo l'accordo raggiunto ieri tra il Presidente del Consiglio e il segretario del Partito democristiano, le prospettive di una crisi di Governo sono svanite in lontananza. Il gruppo senatoriale della D. C, riunitosi stamane, ha fatto sapere che, pur avendo richiesto a suo tempo il portafogli delle Partecipazioni statali per un senatore del Partito, si rimette, comunque, al Presidente del Consiglio per ogni decisione. Segni ha comunicato stamane la raggiunta Intesa a Saragat che se ne è dichiarato ovviamente soddisfatto. Anche il segretario del P.LI. on. Malagodi — che ha avuto un colloquio cor. l'on. Matteotti e l'on. Rumor, vice-segretario della D.C. — ha preso atto della situazione ed ha, anzi, tenuto a smentire personalmente che sia alle viste una riunione dei segretari del quattro Partiti della coalizione, presso il presidente Segni, per un esame del problemi politici. Eguale distacco da preoccu¬ pazioni, imminenze, scadenze prossime sul plano governativo, ha poi caratterizzato la riunione della Direzione del P.S.D.I., che si è occupata di questioni organizzative interne, confermando che al Congresso socialista- interverrà una delegazione guidata dallo stesso on. Matteotti, che pronuncerà un discorso di saluto preventivamente concordato con i leaders del gruppi della minoranza socialdemocratica, Simonini per la destra e Zagari per la sinistra. Non si è, Invece, deciso nulla per il Congresso del Partito, con la riserva di deliberare in proposito soltanto dopo la conclusione di quello socialista. Ogni previsione che si facesse sui risultati di questo sarebbe ora prematura, poiché finora sono stati tenuti soltanto dieci del cento Congressi provinciali preparatori: In ogni modo, quasi col senso di una scommessa, ci si sta esercitando ad Indovinare la probabile forza delle correnti In cui si divideranno 1 settecento delegati a Venezia, Una quotazio¬ ne che ha avuto oggi una certa fortuna a Montecitorio dà circa 300 voti in partenza a favore di Nenni, 200 a Lelio Basso, ed un centinaio a Pertini.- Cento sarebbero gl'incerti che Nenni sì adopererà a conquistare per non dover scendere a patti con Basso. Dopo il Congresso, come è noto, la prima scadenza politica sarà la conclusione del dibattito ed il voto sui patti agrari, questione che dovrebbe mettere alla prova le possibilità d'intesa tra socialisti e socialdemocratici, e in pari tempo costituire un'alternativa tra l'unificazior.s dei due Partiti e la rottura della solidarietà socialdemocratica con la maggioranza governativa. Si nota comunque,-fin d'ora, una certa tendenza a sdrammatizzare anche questo problema, presentando la questione dei patti agrari come assai meno importante di quanto fino ad ora è stato indicato. Contribuisce a questa svalutazione il fatto che l'agitazione promossa dal P.C.I. e dalla C.GJXh nelle campagne In di¬ fesa del principio della giusta causa permanente ha ottenuto finora scarso successo tra le masse contadine. Al riguardo i deputati sindacalisti democristiani on.li Zanibelli e Pavan hanno dichiarato alle agenzia A.P.E. che nessun paragone è possibile tra l'odierna atmosfera nelle campagne e quella che si era creata, per lo stesso motivo, in altre precedenti occasioni. «E' evidente — essi hanno detto, al termine di una Inchiesta compiuta in questi giorni — che l'obiettivo della giusta causa permanente non è più visto dagli stessi contadini come l'elemento risolutivo di tutti i mali che oggi colpiscono l'impresa mezzadrile. Esso ha, difatti, una sua ragion d'essere in presenza di un contratto a tempo indeterminato, ma si svuota di gran parte del suo contenuto quando esistano cicli poliennali che fanno ritenere congrua, salvo motivi di giusta causa, la durata quindicennale del contratto». v. g.

Luoghi citati: Roma, Venezia