Il romanzo deU'Etruria

Il romanzo deU'Etruria / «Venerdì letterari» dell'ACl Il romanzo deU'Etruria i e 3 4 2 8 8 2 4 2 1 1 1 l i . 5 : o i . i Accade un fenomeno singolarissimo nei riguardi d'una delle culture oggi più vive e palpitanti nel gusto, nella fantasia, nella coscienza estetica attuali, anche fra le masse popolari come dimostrarono l'enorme curiosità, lo strepitoso successo della famosa mostra viaggiante per l'Europa due anni fa: nei riguardi, cioè, della cultura etrusca, Un fenomeno forse mai verificatosi nel rapporto di conoscenze che logicamente deve correre fra progresso scientifico e generica divulgazione. Mentre cioè l'etruscologla, attraverso le scoperte archeologiche ed i conseguenti studi, si fa sempre più ferrata e sicura e limpida nella definizione d'una storia, d'un costumo, di un'arte, il pubblico cosi detto colto, che pur quelle scoperte e Quegli studi segue con interesse e passione, si ostina a voler conservare intatto 11 mito del < mistero » etrusco, l'affascinante < romanzo » deU'Etruria, sorto nella prima metà dell'Ottocento, quasi a reazione dell'ideale classicistico (meglio, neoclasslclstico) favorito dagli scavi ercolanesl nel secondo Settecento, codificato dalla teorica del Wlnckelmanh, e, In Italia, esteriorizzato dalla plastica del Canova, dalla « grecità» della poesia foscoliana. Questo è stato l'esordio, ieri al Carignano, dato alla sua attracntissima conferenza del ciclo dell'A.C.I., dal prof. Massimo Ballottino, etruscologo di nome internazionale: conferenza che recava infatti il titolo: « Scienza e poesia alla scoperta deU'Etruria ». Ed a convalidare la resistenza opposta da codesto « mito » a tuti moderni sviluppi dell'ctruscologia, il FaUottlno ha subito citato il caso della lingua dell'antico popolo italico, considerata dall'opinióne corrente ancor ben lungi dalla rivelazione del suo segreto, per la mancanza di testi bilingui d'Importanza e per la rarità delle « glosse »; mentre viceversa, nonostante le enormi difficoltà, negli ultimi duecent'anni il materiale epigrafico rinvenuto negli scavi, ha permesso di c leggere » i testi mediante la conoscenza del loro alfabeto di origine greca, di Individuare, benché incompletamente, il senso di molte iscrizioni funerarie e di alcuni documenti rituali, di determinare gli aspetti essenziali delia fonetica e della grammatica, di tradurre persino qualche centinaio di vocaboli. Con tutto ciò la persuasione generale è che la lingua etrusca sia e rimanga assolutamente impenetrabile, e che anzi una delle principali suggestioni del « mistero » deU'Etruria consista appunto in codesta indecifrabilità, che quasi sarebbe sacrilegio violare. Perdurante romanticismo d'una pseudo-scienza, dunque, contrapposto ad una ormai ben solida erudizione. E romanticismo favorito anche dalla grande diffusione, dopo il 1848, dei due celebri volumi dell'Inglese George Dennis, The cities and cemeteries of Etruria, che tanto ravvivarono l'interesse per quella defunta civiltà, da permeare più tardi le pagine ben note per le loro poetiche illazioni, pel loro incantevoli paradossi (tipicamente britannici), di un Lawrence e di un Huxley; senza contare quel potente lirismo storico che il Carducci seppe sin tetizzare, rivivendo col pensiero la propria infanzia nella Maremma toscana e da essa risalendo nelle profondità del tempo, in alcuni versi mirabili. Scienza e poesia, scavo e studio del sottosuplo e fascino paesistico oggetto e soggetto di molteplici descrizioni letterarie, perciò contrastano a vicenda danneggiandosi? Il Pallottino, nella sua elegante bellissima analisi AVlNchLScalputdccvstfngCsbAsdpfsldllvrpsvtescluso; e fissando da un lato i punti fermi dell'indagine scientifica, e dall'altro rievocando — con ampie citazioni di testi — le intuizioni e le trasfigurazioni dei poeti a degli scrittori, ha posto in evidenza il contributo che poesia e letteratura, appunto, hanno dato nella fantasia popolare alla «scoperta deU'Etruria»; ed ha concluso applauditissimo che anche la scienza vive di immaginazione, perché senza entusiasmo resta arido dato, inerte nozione. mar. ber. lo ha

Persone citate: Canova, Carducci, George Dennis, Huxley, Pallottino

Luoghi citati: Europa, Italia