I teatri lirici senza sovvenzioni minacciano di chiudere in febbraio

I teatri lirici senza sovvenzioni minacciano di chiudere in febbraio I teatri lirici senza sovvenzioni minacciano di chiudere in febbraio Movimentata riunione dei Sovrintendenti - La crisi determinata dalla riduzione dei contributi - Il direttore della Scala dichiara: "Possiamo resistere al massimo per un mese,, (Nostro servizio particolare) Roma, 18 gennaio. La critica situazione del nostro teatro lirico è stata esaminata quest'oggi nel corso di un incontro che ha visto riuniti al Teatro dell'Opera in Roma i dodici sovrintendenti degli Ent lirici Italiani. La riunione è sta-| ta tempestosa: al termine di essa i sovrintendenti hanno votato un energico ordine del giorno di protesta, minacciando, qualora il governo non aumenti la entità delle sovvenzioni, la chiusura anticipata dei maggiori teatri. Presiedeva i lavori ili sovrintendente all'Opera di Roma, Parisi. L'aw. Boni, vice-presidente dell'Accademia di Santa Cecilia, si incaricava di riepilogare i fatti: <Nel 1926 — egli notava — il governo decise di sostenere 11 teatro lirico con il due per cento sui diritti erariali degli altri spettacoli e delle scommesse. Nel 1948 la sovvenzione fu elevata al 15 per cento, quota che nel '54 venne ridotta al 12 per cento, poi all'll; oggi si parla del solo 10,20 per cento. Gli Enti lirici italiani hanno bisogno per vivere della sovvenzione minima di 4 miliardi e 200 milioni annui; il governo ha creduto possibile ridurre tale cifra di un miliardo e mezzo. I teatri lirici saranno perciò costretti a chiudere i battenti con qualche mese di anticipo sulle date in programma ». Di rincalzo il sovrintendente al Comunale di Firenze, maestro Votta, ricordato che il progetto,di legge sugli Enti lìrici presentato dall'on. Brusasca deve ancora essere esaminato dal governo • vaglia¬ to dalle Camere, analizzava il problema delle maestranze (qualche migliaio di persone) che verrebbero a trovarsi sul lastrico in caso di chiusura dei teatri, ed aggiungeva: « E' necessario pensare r.nche alle orchestre, al cori, a' corpi di ballo: la loro liquidazione significherebbe la depauperlzzazione di un patrimonio artistico che non può ricostruirsi in pochi annì>. A questo punto della riunione giungeva il Sovrintendente della Scala, con il volto corrucciato, in quanto il suo colloquio con il sen. Medici non aveva apportato alcuna novità. Adducendo esigenze di bilancio, il Ministro aveva declinato ogni invito ad una maggiore larghezza di sovvenzioni, dicendosi nel contempo certo che il teatro lirico avrebbe potuto continuare la sua vita, « tanto più che vi sono alcuni Stati che non hanno un'orchestra, un corpo di ballo e degli artisti stabili >. La risposta negativa del ministro del Tesoro accendeva gli animi degli intervenuti ma, prevalendo sull'opinione di chi voleva immediatamente passare all'azione, ve nlva deciso di redigere un ordine del giorno da presentare all'on. Brusasca e al ministro del Tesoro. Il documento avverte gli organi competenti che, per la grave crisi finanziaria, tutti i teatri lirici, dalia Scala di Milano al Massimo di Palermo, chiuderanno i battenti in un periodo di tempo che va dal 1° febbraio al 15 marzo prqssimi. In serata. U Sovrintendente alla Scala ha conferito con il sottosegretario Brusasca: il colloquio è stato tempestoso e senza frutto. Il dottor Ghiringhelli, anche a nome degli altri rappresentanti dei massimi teatri nazionali, ha di- ohiarato alla stampa: .- Nessu- na decisione è stata presa fino j a questa sera. La situazione è estremamente grave. Prima o poi, senza un intervento sostanziale e rapido, gli Enti lirici saranno costretti a chiudere i battenti. Io che rappresento la Scala, posso dire che il teatro milanese, con i fondi assegnati, potrà al massimo resistere fino a febbraio o ai primi di marzo». Quindi, allontanandosi, ha aggiunto: «L'atteggiamento del governo colpisce la Scala e il teatro lirico più di quanto hanno fatto le bombe nel 1943 ». Dal canto suo il sottosegretario Brusasca ha affermato: «Insieme ai responsabili degli Enti lirici abbiamo studiato l'azione da svolgere in difesa dell'arte. Esiste lo schema di un disegno di legge che la Camera sarà chiamata a discutere al più presto. Io mi renderò ora interprete presso la presidenza del Consiglio delle proposte che sono state formulate ». I dirigenti degli Enti lirici non hanno presentato all'on. Brusasca l'ordine del giorno precedentemente concordato, riservandosi di apportarvi sostanziali modifiche Esso sarà nuovamente discusso dagli interessati nel corso di un'aitra riunione che avrà luogo do mani mattina. s. c.

Luoghi citati: Firenze, Milano, Roma