Continua l'agitazione a Barcellona Disordini fra studenti all'Università

Continua l'agitazione a Barcellona Disordini fra studenti all'Università Boicottati da tre giorni i mezzi pubblici di trasporto Continua l'agitazione a Barcellona Disordini fra studenti all'Università Migliaia di manifesti clandestini invitano ad allargare la protesta - Arrestati 67 studenti in un'irruzione della polizia - Distensione nei rapporti tra Madrid e Mosca (Dal nostro corrispondente) Barcellona, 16 gennaio. (a.g.) La protesta dei barcellonesi, entrata oggi nella sua terza giornata, si mantiene circoscritta alla loro rinuncia a valersi dei mezzi di trasporto popolari, ma continuano a circolare con profusione manifesti clandestini che invitano ad estenderla ad altre forme. Le massaie vengono esortate a disertare i mercati. Non si capisce come possa essere accolta un simile, suggerimento, che'implicherebbe una specie di sciopero della fame da parte di un milione e mezzo di persone; però l'invito ha allarmato molta gente che si è affrettata a fare scorte di viveri ed ha fatto scomparire le scorte di molti piccoli esercenti. Inoltre la cittadinanza viene invitata a disertare domenica prossima gli spettacoli pubblici, compresi quelli sportivi. L'Università- è stata chiusa si-ree die dopo gli incidenti seguiti alla distruzione di un ritratto di José Antonio de Rivera, fondatore della Falange, nel corso dei quali gruppi di studenti di opposte ideologie sono venuti alle mani. Stamane alcuni studenti avevano inutilmente invitato il Rettore magnifico a rassegnare le dimissioni per protesta contro l'irruzione della forza pubblica nel recinto universitario, avvenuta lunedì. Prima che il decreto di chiusura dell'Ateneo fosse noto, militi appartenenti alla « guardia di Franco » avevano sostituito il ritratto distrutto di José Antonio • e ne avevano collocati altri due nell'atrio del palazzo. Le autorità hanno ufficialmente reso noto che gli arrestati sono 67, precisando tuttavia che i fermati verranno rilasciati dopo un interrogatorio In cui ,verrà stabilita la posizione di ciascuno: tra gli arrestati nell'interno dell'Università, figurano alcuni giovani ad essa assolutamente estranei. La stampa continua a minimizzare la protesta e ad invitare 1 dimostranti a rinunciarvi, ma la situazione resta praticamente immutata. Nell'organo della Falange Solidaridad Nacional è apparso oggi un corsivo In cui tra l'altro vien detto che la pazienza del partito sta per esaurirsi; che non è possibile tollerare ancora che i miglioramenti concessi alle classi lavoratrici vengano sistematicamente sabotati da forze occulte; che si costituisca un fronte comune tra « i lacchè di- Mosca e speculatori d'ogni risma ». A proposito di Mosca, mette conto di rilevare che in un'altra pagina del medesimo gior naie, la Russia viene citata per ben diversi motivi. I lettori dell'organo falangista hanno infatti appreso stamani, attraverso un servizio del corrispondente dagli Stati Uniti, che anche delegazioni dei paesi appartenenti al blocco comunista hanno partecipato ad un ricevimento offerto ai colleghi stranieri dal delegato della Spagna all'ONU, Felix Lequerico. Il gioinalista rileva come la partecipazione dei delegati sovietici alla festa, svoltasi ned lussuosi saloni dell'Hotel Pierre di New York, tragga particolare significato dal fatto che, In questi ultimi tempi, essi avevano sistematicamente rifiutato gli inviti di altre potenze. E' chiaro che nell'avvenimento deve essere vista una prova della distensione nei rapporti ispano-sovietici, di cui da qualche tempo si aveva sentore. Sono state rilasciate alcune migliaia di cittadini spagnoli da anni internati in Russia. Nella capitale sovietica si trova una missione spagnola, che starebbe trattando la restituzione a Madrid dell'oro in viato in Russia nel 1937 dal go-[verno repubblicano. Il medesimo giornale falangista aveva pubblicata alcuni giorni addietro una corrispondenza dalla capitale sovietica, in cui si accennava all'importante problema, ma non si nascondevano le difficoltà di una soluzione. Il governo russo sembra intenzionato a subordinarla al ristabilimento di normali rapporti diplomatici ed economici con la Spagna, che si ritiene non rientrino nei propositi del governo di Madrid. Da lunedi gli abitanti di Barcellona, senza distinzione di classe, boicottano i mezzi pubblici di trasporto. La manifestazione è stata organizzata per protestare contro l'aumento delle tariffe tram-viarie: circa cinque lire per corsa dal 9 gennaio. lAnflazione ed il crescente costo della vita hanno annullato i benefici degli ultimi miglioramenti salariali (27,5% sui minimi) e l'annata agricola non è stata favorevole: le difficoltà economiche spiegano in parte quella protesta. Ma appare evidente ohe nella capitale della Catalogna, la più inquieta e ribelle provincia della Spagna, il prezzo dei biglietti tramviari è il pretesto per una dimostrazione contro le autorità di Madrid, diretta da oppositori efficienti quantunque clandestini. Lo confermano i manifesti, che invitano la cittadinanza ad altri boicottaggi, e l'atteggiamento degli studenti, che hanno approfittato di questa crisi per organizzare dimostrazio ni di aperto significato politico. Scesi in piazza, hanno cercato di fermare gli autobus, hanno resistito agli agenti con pietre e mattoni; nel palazzo dell'Università un gruppo di antifascisti ha distrutto un ritratto di José De Rivera, martire n. 1 del regime, ed è venuto a battaglia con squadre di falangisti condotte dal segretario del partito. Le lezio ni sono state sospese. Le autorità sono preoccupa te non soltanto perché, in regime dittatoriale, ogni forma di protesta * una sfida ai go¬ '<""» che attraversa il governo verno. Esse ricordano che nel 1951 i disordini di Barcellona incominciarono in febbraio con il boicottaggio totale dei tram; si aggravarono nel marzo con due giorni di sciopero genera le, il primo nella Spagna franchista; durarono sino- a maggio con una catena di agitazioni studentesche. Il Caudillo non potè limitarsi alla repressione: dovette sostituire il governatore della provincia e procedere ad un rimpasto; il « liberale » Fernandez Cuesta divenne ministro della Falange. Che avverrà domani? Il fermento degli studenti, sempre inquietante in Spagna, è un sintomo assai grave nel- franchista. Nel febbraio dello scorso anno gli scontri sanguinosi tra falangisti ed oppositori nell'Università di Madrid avevano costretto il generalissimo ad un secondo rimpasto; Arrese, un « duro », sostituì Cuesta a capo della Falange. Da qualche giorno anche Arrese è dimissionario; altri ministri sono solidali con lui. I falangisti intransigenti non sembrano disposti ad accettare il compromesso con la monarchia e con le destre, che Franco ha preparato nelle cosiddette « leggi fondamentali». Il regime è ancora molto forte, ma la crisi non va sottovalutata. o. c.

Persone citate: Arrese, Felix Lequerico, Fernandez Cuesta, José Antonio, José Antonio De Rivera, José De Rivera