UN PERSONAGGIO NELLA NOSTRA STORIA RECENTE

UN PERSONAGGIO NELLA NOSTRA STORIA RECENTE UN PERSONAGGIO NELLA NOSTRA STORIA RECENTE Macmillan & l'Italia Macmillan, il nuovo premier britannlco, ha avuto parte di protagonista in alcuni eplso- di della recente storia Italia- na nel suo periodo più fortunoso e più tragico. Con la qualifica e le funzioni di « Ministro residente presso il Quartier Generale delle forze alleate nel Mediterraneo » era di fatto il rappresentante del governo inglese in questo settore di guerra, l'esecutore intelligente delle direttive di Londra sia nei rapporti con gli Alleati che poi in quelli con 1 Paesi vinti. La resa dell'Italia si è svolta sotto i suoi occhi. A Cassibile insieme ai rappresentanti militari degli Alleati, Eisenhower e Beddel Smith, a trattare con il generale Castellano erano Macmillan e Murphy. Ed in quelle tragiche trenta ore trascorse dal nostro delegato nella sua tenda, in attesa che giungesse la comunicazione radio che confermasse i suoi poteri a sottoscrivere l'armistizio, quando apparve perfino il dubbio che in Italia la situazione fosse mutata nuovamente e che L nostri delegati non fossero ormai che dei prigionieri, Macmillan apparve il più sereno nella sua calma diplomatica, di fronte alla diffidenza manifesta degli altri. Finalmente la comunicazione giunse; il messaggio confermava i poteri del generale Castellano a impegnare l'Italia con la firma dell'armistizio ed aggiungeva che il testo scritto della comunicazione era stato depositato in Vaticano. I rappresentanti delle due parti si riunirono nella tenda del Comando Alleato per la firma dellatto. Macmillan ebbe in quel momento un gesto che solo dopo qualche tempo fu valutato nella sua vera portata. Disse che la firma dell'armistizio doveva essere posta solo dai militari, essendo un fatto esclusivamente di guerra e che perciò né a lui né a Murphy, come membri borghesi dei due governi inglese e americano, spettava di flr marlo. Il documento di Cassibile porta infatti le sole firme di Castellano per l'Italia e di Beddel Smith per gli Alleati. Neppure Eisenhower presente firmò. Si accontentò di stringere la mano, sorridendogli con il suo benevolo sorriso, al nostro sventurato rappresentante. Fu forse il rifiuto a porre la firma al primo armistizio che permise a Macmillan un atteggiamento più libero e benevolo nei nostri confronti. Qualche settimana dopo Macmillan si incontrava con il Maresciallo Badoglio con l'incarico di presentargli il testo definitivo dell'armistizio, che doveva essere accettato dal governo italiano da lui presieduto. Il documento portava come intestazione « Resa senza cor dizioni dell'Italia». Badoglio lesse il durissimo testo che confermava la nostra tragica sconfitta e non disse nulla, ma Macmillan vide nello sguardo di lui tanta disperata *n-..scia, che premuroso lo assicurò che egli non era l'autore del testo delle condizioni e che certamente era possibile attenuarne la durezza se Badoglio avesse consentito ad incontrarsi con Eisenhower a Malta. L'incontro avvenne il 29 settembre e fu cordialissimo; molte umiliazioni furono risparmiate al nostro Paese, alcune condizioni dell'armistizio, anche se rimaste, non furono poi applicate e l'incontro di Malta si concluse con gli onori militari resi al Capo del governo italiano fino a ieri nemico e che si apprestava a divenire un leale alleato. La firma dell'armistizio di Malta, per la quale Macmillan aveva avuto insistenti premure dal suo governo, portò alla sua nomina a membro di quella Commissione Alleata che controllava di fatto la vita politica italiana, quale rappresentante del governo inglese. La sua presenza silenziosa la si sentiva assai più di quan¬ to apparisse. Scarsi e prudenti i suoi contatti, ma se a lui sono dovuti certi rapporti sulle cose d'Italia, acutissima la sua visione sulle cose e sugli uomini nostri, anche se non sempre indulgente. Ricordiamo un documento del suo ufficio, casualmente conosciuto da parte italiana, contenente una relazione su una riunione del nostro Consiglio dei ministri dell'll maggio 1114, nel quale ci si occupò assai più di questioni futili che non di problemi urgenti. Dice il rapporto: «Si doveva concentrare la discussione sul prezzo del grano e fissarne la cifra ed invece il Gabinetto si occupò del limite di età del notai che fu fissato in 75 anniTutto ciò ha sapore della cetra neroniana suonata mentre Roma è in fiamme». Favorevole alla permaneza del governo Badoglio e in conformità alle direttive del suo governo a non affrettare la crisi istituzionale, Macmillan ebbe però la visione esatta della situazione. E chi ha vissuto quell'alba del risorgimento del nostro Paese uscente dail. catastrofe in cui l'aveva precipitato l'avventura fascista, ha avuto la precisa sensazione che nella Commissione Alleata il rappresentante inglese fosse il più comprensivo e il più duttile di fronte alla rigidezza militare di quello americano. Un episodio forse poco noto valse a confermare questa impressione. Occupata Roma dagli Alleati il 4 giugno 1944, i partiti rappresentati nel Comitato di Liberazione Nazionale, richiesero l'attuazione degli accordi (concordati per dare al Paese un governo che fosse l'espressione delle forze che avevano combattuto il fascismo e che nella lotta aperta o clandestina combattevano i residui asserviti al tedesco invasore. Gli accordi prevedevano la rinunzia del Re a esercitare le sue funzioni delegandole al Principe ereditario quale Luogotenente. Il governo costitui¬ to il 6 giugno sotto la. presidenza Bonomi, capo d»l C.L.N., doveva prendere possesso delle sue funzioni, ricevendo le consegne dal Presidente dimissionario Badoglio, a Salerno, sede provvinsorla della capitale. Fu un viaggio avventuroso su sgangherate automobili di fortuna, per la strada verso Napoli devastata dalle 'furiose azioni di guerra durate oltre nove mesi. Presso Napoli le automobili dove erano l'on. Bonomi e i membri del governo furono arrestate ad un posto di blocco alleato dove fu loro impedito di proseguire il viaggio. Le affermazioni dei viaggiatori che rivendicavano i diritti che derivavano dalle loro alte funzioni, non servivano a nulla. Gli ordini venivano dall'alto. Per l'autorità militare alleata, Bonomi e gli altri non rappresentavano nulla; non era ancora giunta né da Londra, né da Washington l'approvazione al mutamento del governo e senza tale approvazione I signori Bonomi e i suoi minestri non erano che dei borghesi ai quali era interdetta la libera circolazione in zona di guerra. L'incidente non si risolse che parecchi giorni dopo; contro la ratifica della decisione del C.L.N. sembrava tenace la opposizione del delegato Mactarlane che fu vinta non senza difficoltà anche dall'abile opera di Macmillan. Il governo Bonomi fu riconosciuto e poco dopo poteva riportare a Roma i suoi ministeri ed iniziare il suo Immane lavoro. Forse questa cauta ma "sostanziale benevolenza per il nostro Paese viene a Macmillan dalla sua profonda coltura umanistica: figlio di un grande editore che ha fatto conoscere al pubblico inglese molta parte della nostra letteratura, legato da amicizia con Benedetto Croce, il nuovo premier inglese ha tutti i titoli per avere in Italia degli amici sinceri. Eucardio Momigliano