Senz'amici Hussein di Giordania abbandonato dalla bella moglie di Francesco Rosso

Senz'amici Hussein di Giordania abbandonato dalla bella moglie IL PIÙ' GIOVANE E PIÙ' TRISTE RE DELLA TERRA Senz'amici Hussein di Giordania abbandonato dalla bella moglie Lui un ragazzo semplice, lei una specie di suffragetta fanatica ■ Fuggita al Cairo a predicare l'odio contro gli Occidentali Come il monarca fu spinto a una politica antibritannica - Destino infelice; il fallito romanzo d'amore con una ballerina inglese, la lontananza di un'amica d'infanzia italiana-Egli ora è solo, e molto minacciato - Vorrebbe lasciare il trono e vivere tranquillo (Dal nostro inviato speciale) Amman, gennaio. Dal 29 ottobre, giorno in cui iniziarono te ostilità contro l'Egitto, re Hussein di Giordania abbandona regolarmente la capitale due volte la settimana, atterra con l'aereo a Gerusalemme e da li, in automobile, percorre in tutta la sua lunghezza il confine con Israele per ispezionare le truppe specializzate dalla Legione Araba e quelle meno specializzate dell'esercito regolare. Queste manovre militari bisettimanali sono per il giovane sovrano una specie di surrogato alle più divertenti e meno impegnative occupazioni che hanno allietato i suoi due primi anni di regno, ma dalle molte dichiarazioni fatte senza reticenze, si capisco che egli ne farebbe volentieri a meno, solo che lo potesse. Ma non può, l'ingranaggio che egli stesso, sia pure controvoglia, ha messo in azione, lo trascina sempre in direzioni opposte a quella in cui vorrebbe dirigersi.' Per questo Hussein è un re triste, il più giovane e più tri¬ ste re della terra. I motivi della sua tristezza sono di varia natura, familiari, politici, sentimentali; sommati formano un peso che egli, nei momenti di serenità, deve considerare eccessivo per le sue gracili spalle di sovrano ventunenne. Il dispiacere più cocente glie lo ha dato recentemente sua moglie, la bella Dina Abdul Hamed che, stanca della malinconica reggia di Amman, è tornata al Cairo, dai suoi genitori, lasciandogli come ricordo del loro breve amore (si erano sposati il 19 aprile 1955) la figlioletta Aliyan, di dieci mesi. Forse non è stata la partenza della moglie, che egli non ha mai veramente amato, a offenderlo, piuttosto il modo. Appena giunta al Cairo, la regina di Giordania si è iscritta alle organizzazioni femminili di Nasser, è diventata una accesa ausiliaria paramilitare, non perde occasione per predicare l'odio contro gli occidentali infedeli e lasciar comprendere che non tornerà più ad Amman a far da balia al < re fanciullo ». La più profonda ragione del contrasto tra il re di Giordania e sua moglie consiste appunto nella differenza di età. Hussein ha SI anno, la regina ne ha dieci di più; il re è un ragazzo semplice, sportivo, talvolta ancora infantile nei suoi atteggiamenti; sua moglie, pri- 1 ina di sposarlo, insegnava letteratura inglese nell'Università del Cairo, forse perché educata a Londra era diventata la suffragetta egiziana del panislamismo nassariano, sognava di trasformare la Giordania in un Paese moderno, libero dalla influenza inglese. Per quanto più giovane e menò colto di lei, Hussein capiva però la inco-nciHo&ilità delle due tesi. Non si potevano cacciare gli inglesi e nello stesso tempo migliorare le condizioni del popolo per la semplice ragione che' i milioni necessari alla Giordania li davano gli inglesi. Resistette a molte pressioni, ma alla fine, sotto gli sforzi congiunti della moglie e della regina madre Zein, liquidò Glubb Pascià da comandante della Legione Araba e diede alla politica estera giordana una leggera sterzata antibritannica. ■ A comandare la Legione Araba chiamò un ufficiale di SS anni, Abu Nawar che gli era stato compagno in piacevoli ■ serate a Parigi, gli fece fare rapidamente carriera nominandolo generale con la speranza di avere in lui un e»mi>co che lo aiutasse a mantenersi in equilibrio tra gli alleati inglesi ed i sudditi arabi, tutti sospettosi. Il gen. Abu NaMoar, forse perché non aveva il temperamento di un Lawrence, o anche di Glubb Pascià, non fu di grande aiuto all'amico sovrano. La Legione Araba fu profondamente lavorata dagli agenti di Nasser ed oggi la più famosa organizzazione militare del Medio Oriente, che fino all'anno scorso si sarebbe fatta scannare al completo ad un ordine del re, sarebbe pronta a marciare contro il palazzo reale se ricevesse tale ordine dal Cairo. Giovane, inespcri", circondato da consiglieri non sempre ainceri e disinteressati, re Hussein si,dibatte invano nel tentativo di sciogliere grovigli politici, intrighi di corte troppo complessi per le sue scarse qualità di regnante. Ad un certo momento, per l'educazione ricevuta in Inghilterra, credette di poter instaurare in un Paese orientale i sistemi di vita dell'Occidente. Semplice e socievole per natura, democratico per educazione, rivoluzionò la fastosa etichetta di corte pensando di potersi comportare e divertire da ragazzo qual era. . Considerava ore di svago quelle trascorse in casa del dott. Tesìo, un torinese che da Ì3 anni dirige l'ospedale italiano di Amman. Seduto sul tappeto con Flavia, la figlia del medico con. cui aveva trascorso gli anni dell'infanzia, giocava per ore ed ore < alla pulce » facendo scattare i gettoni colorati in un divertimento fanciullesco. Sempre con Flavia Testo,an~ ch'ella appassionata di motori, organizzava corse automobilistiche sulla pista dell'aeroporto di Amman, o partecipava ai circuiti per <gentlemon* a Beyrouth, o a Bagdad. La regina Dina osservava con distratta degnazione gli svaghi del giovane e regale consorte, s'egli improvvisava una serata di ballo nel sud palazzotto di Gerico sepolto nel verde lucido e profumato degli aranceti, lei accampava un pretesto e si ritirava a meditare sul <Corano», o a sognare la rivoluzione araba contro l'Occidente. Così, per vederli sempre insieme, si parlò di un romanzo d'amore tra Flavia Tcsio e il re di Giordania, in realtà la loro relazione non usci mai dai limiti di una schietta amicizia cementata dall'affinità per alcune forme di svago. Un vero, autentico romanzo d'amore, Hussein lo visse a Londra quando aveva 17 anni, poco prima che lo richiamassero in Giordania a fare il re. Si era innamorato di Helene Morris, una giovane ballerina inglese non priva di faccino e le aveva promesso di sposarla non appena lo avessero incoronato. Da Amman, una volta insediato sul trono, le scrisse invitandola a raggiungerlo, ma l'ambasciata di Giordania a Londra non volle mai concedere il visto sul passaporto dell'ambiziosa danzatrice che, per la ragion di Stato, dovette rinunciare al sogno audace di diventare regina. Se si fa eccezione per le automobili da corsa e da turismo normale, re Hussein non ha mai potuto realizzare un suo deaid)erio, affermare la propria volontà. Forse voleva davvero sposare la ballerina inglese, ma sua madre lo costrinse a < scegliere* Dina Abdul Hamed perché, essendo lontana parente del re dell'Arabia Saudita, la principessa laureata avrebbe contribuito a smorzare l'antico odio sorto fra le dinastie ascemitae saudita il giorno in cui Ibn Saud si era impadronito dello Hegiaz che apparteneva alla corona ascemita. Una volta sposato con una donna che si atteggiava più a madre severa che a moglie, il giovane re dovette comprimere sempre più ogni sua velleità di indipendenza, se non era la moglie, era sua madre autoritaria, o qualche altro consigliere, a dirgli ciò che doveva fare. Per gli interessi del suo paese, per la educazione ricevuta, egli consideravo, indispensabile mantenere i rapporti di amicizia con l'Inghilterra, ma si ò trovate contro sua madre e sua moglie fanatiche panarabiste, e gran parte della popolazione giordana che, in vena di morir di fame, chiede a gran voce la cacciata degli inglesi. Re Hussein ha esitato a lungo, esita ancora perché, fino a questo momento, l'alleanza con l'Inghilterra non è stata denunciata. Questo atteggiamento di incertezza gli è costato caro. La moglie gli è fuggita, i suoi amici lo hanno abbandonato, ora egli è solo di fronte a cose più grandi di lui, continuamente minacciato dai Paesi che circondano la Giordania i quali non fanno mistero del loro desiderio di tagliarsene ciascuno urna porzione. Siria e Arabia Saudita, Egitto e Irak sono pronti, corno Israele, a intervenire al momento opportuno per divorarsi questo Paese costituito quasi interamente di deserti, ma prezioso ai fini strategici. Se Hussein non ha più | amici, anche Flavia Tesio è tornata in Italia per un lungo periodo di studi, non può confidare le sue pene segrete a nessuno, tanto meno a suo cugino re Feisal dell'Irak che sta dall'altra parte della barricata, tenacemente alleato agli inglesi, incurante dei guai in cui si dibatte il giovane ed augusto parente, lieto anzi se può creargliene di nuovi perché il piano iracheno di allargare le proprie frontiere fino al Giordano non è di ieri. Così solo, il giovane sovrano della Giordania deve sentirsi sperduto e forse gli tornano alla mente i ricordi drammatici della sua infanzia, le tragedie che si sono accavallate nella sua famiglia, la nonna pazza, il nonno Abdullah, il grande Abdullah, ucciso nella moschea di Omar, a Gerusalemme, da un fanatico arabo palestinese, il padre Total chiuso in una casa per alienati a Istanbul, i tre palestinesi autori del complotto in cui fu vittima Abdullah appesi alla forca per ordine suo, quando aveva appena diciotto anni. Ora che si sente sempre più solo, la poca voglia che già aveva di sedere su quel trono così spinoso gli è ancora diminuita. Ogni tanto si abbandona a dichiarazioni in cui il desiderio di andarsene trapela da ogni parola. « E' giusto — proclama — che la unità del mondo arabo si faccia al più presto, sono disposto a lasciare il trono, a ritirarmi come un privato cittadino se la mia persona può ostacolare questa unità ». Egli sa che, venuto il momento, non sarà certo la sua augusta persona a frenare l'avidità dei suoi vicini e parenti, ma questo non lo preoccupa molto, desidera affrettare quel momento per „7 „.-.-, ™„„. j„j Sft£ % ZelZeaTol't:t stenza e andarsene a vivere, non importa dove, come un qualsiasi ragazzo di ZI anno. In attesa di quel momento, due volte la settimana, re Hussein va a passare in rassegna i suoi soldati lungo l'assurdo confine con Israele. Sotto l'incalzare degli avvenimenti, senza parlarsi, Al re ed « soldati pensano ogni volta che quello potrebbe essere il loro ultimo incontro. Francesco Rosso