Il belga Rik Van Looy trionfa sul traguardo della "Bernocchi"

Il belga Rik Van Looy trionfa sul traguardo della "Bernocchi" UNA MUOVA SCONFITTA PER I CICLISTI ITALIANI Il belga Rik Van Looy trionfa sul traguardo della "Bernocchi" La corsa, disputata ad oltre 40 di media, ha confermato la superiorità degli stranieri - Coraggioso tentativo di Germano Barale UAL NOSTRO INVIATO Legnano, lunedì mattina. Ohi aveva una mezza speranza ohe almeno stavolta gli stranieri non riuscissero con un de' loro ,a battere i nostri corridori sulle nostre strade com'è cominciato dalia Sassari-Cagliari del febbraio scorso in qua, è stato servito. Anche ieri, nella Coppa Bernocohi, - e ad onta che un percorso più all'< italiana» non era possibile offrirgli, i rappresentanti dell'italo ciclismo sono stati preceduti al traguardo da un corridore venuto apposta d'oltr'Alpe — la nostra vecchia conoscenza Bile Van Looy. Ancora alla partenza, poco prima che venisse dato il <:via>, c'era fra gli organizzatori e i giornafisti chi si illudeva che, mancando fra , gl'italiani i « grossi' calibri > la cui principale funzione, si sa, è quella di frenare le corse per far meno fatica, forse i numerosi piovani iscritti dalle varie < Case > concorrenti avrebbero potuto romperla con la tradizione, buttarsi nella lotta con spirito sbrigativo, una volta tanto risoluti a non aspettare che uno qualunque dei dieci belgi presenti, al momento opportuno prendesse il sopravvento e con quattro pedalate li liquidasse tutti quanti. La verità, vuole che si dica come più di una voi-1 ta i nostri giovani si sono provati a mettere in imbarazzo gli ospiti con ripetuti tentativi di provooare una decisione di forza' lungo il percorso — ma non vi sono riusciti. Ancora a una ventina di chilometri dal traguardo ci si provò il più giovane dei fratelli Barale ohe pur è uno de? più interessanti prodotti della generazione montante: ma il suo scatto sulla rampa di Gazza- da ebbe l'unico e non desiderato risultato di far muovere Van Looy. A sua volta, il belga parti a tutta velocità; lasciò il coraggioso Germano quasi surplace, e siccome egli è un campione, arrivo a dire mondiale, della specialità fatta di intuito, di forza, di volontà che consiste nelVapprofittare al volo delle occasioni del genere — ecco che s'involò dal gruppo di cui faceva parte, e via via guadagnando terreno tagliò il traguardo con mezzo minuto di vantaggio. Non è necessario occuparsi particolarmente di ciò che è accaduto durante la corsa fino al momento dell'involata di Van Looy e neppure che la dura salita del Ghisallo e poi quella del Brincio a meno di cinquanta chilometri dall'arrivo non servirono a niente di decisivo. Due domeniche fa nella corsa di Pontedecimo ci furono almeno dei coraggiosi che si buttarono a corpo perduto nella mischia — e si sa quanto brillantemente uno di essi concluse la' faccenda a proprio vantaggio, mortificando gli < assi Co quelli che si presumono tali). Dalle impressioni di chi ha seguito la corsa, risulta invece che il più attivo nelle fasi salienti della gara meno {'ultima, fu un altro belga, VAdriaemssens. Se è vero, e non vedo perché non potrebbe esserlo, la superiorità straniera non ha fatto una grinza, ha messo il suo sigillo su quest'altra occasione ancora, senza che si possa dire, a scusante della sconfitta, ohe gli stranieri hanno alla fine dominato perché sul percorso sia, mancata la lotta. L'alta media raggiunta (più di 40 all'ora) concorre invece a stabilire il contrario. Purtroppo, ogni occasione viene perduta dai nostri per fermarsi giù dalla china per cui hanno preso a scivolare. E' inutile, proprio non ce la fanno. Anche se le ■ condizioni di De Bruyne sono apparse ben diverse da quelle pressoché irresistibili della primavera, ed egli ieri ha compiuto null'altro che una onesta performance coi rima-nere nel gruppo, è bastata la zampata finale di Van Looy a dare alla Bemoochi il senso che ne ha fatto un avvenimento tutfaitro che trascurabile, certo p.ù interessante e istruttivo eh? non si fosse conclusa con venti uomini in volata per il primo posto. Per concludere: noi non faremo una malattia se ancora una volta i nostri le hanno buscate, giacché a buggerarli in quel modo non è un corridore di second'ordine, sebbène un atleta di classe genuina e reputata. Non si dimentichi, di grazia, che Van Looy è quello che meno di un mese fa all'ultimo giro di Waregem aveva staccato tutti (compresi Baldini e Nencini) e parve dovesse di lì a poco vincere il campionato mondiale. Farsi battere da lui non è oran disonore, tanto, più che la sua forma è rimasta quella perfetta e brillaite del'prin¬ cipio di stagione; se ho contato giusto, la Bernocchi è la sua trentesima vittoria di quest'anno. Vittorio Varale Ecco l'ordine d'arrivo: 1. Rik Van Looy (Faema-Gucrra) che compie i 241 km. del percorso in ore 3,39'30" alla media di km. 40,278. 2. Ciampi Silvano (FaemaGuerra) a 30". 3. Schlls Eduard (Faema-Guerra) stesso tempo; 4. Maggini; 5. Fallarmi; 6. Fantini; 7. Sabbadini 8. Favero; 9. Barozzi; 10. Pellegrini M.; 11. Ciancola; 12. Pellegrini A. Segue un gruppo di 40 corridori classificati a pari merito al tredicesimo posto. Il vittorioso arrivo di Van Looy sul traguardo di Legnano

Luoghi citati: Cagliari, Legnano, Sassari