La celebrazione di Alcide De Gasperi a Sella Valsugana

La celebrazione di Alcide De Gasperi a Sella Valsugana La celebrazione di Alcide De Gasperi a Sella Valsugana Discorso di Fanfara sulle elezioni e sulle possibili alleanze della DAL NOSTRO INVIA TO Sella Valsugana, lunedi matt. Il «Presidente della ricostruzione» Alcide De Gasperi, è stato solennemente, commemorato ieri, terzo anniversario della sua scomparsa, in questo tranquillo eremo alpestre *che gli fu particolarmente caro, nel ricordo di un'opera che ha improntato tutta la sua vita per la difesa delle libertà democratiche, per la rinascita- dell'Italia, per la costruzione di quell'avvenire di collaborazione europea che ha formato l'ansia estrema dei suol ultimi giorni, vissuti tra queste montagne. L'omaggio al grande statista trentino ha avuto una coralità imponente per la partecipazione spontanea e commossa, di migliaia e migliaia di. persone convenute con ogni mezzo su questo altipiano non solo da tutti i centri della regione, ma anche da altre province. Erano presenti 1 ministri Cassiani e Mattarella. il sottosegretario Ferrari Aggradi, l'Alto Commissario per l'Igiene sen. Mott, parlamentari,, autorità, dirigenti della d.c, consiglieri regionali e soprattutto umile gente del popolo, per la quale De Gasperi. nella sua profonda fede cristiana, trovò i motivi più validi e una visione aperta a un avvenire di pace e di giustizia sociale. Non a caso la cerimonia ufficiale è avvenuta nel luog ■ stesso dove lo statista amava sostare in raccolta meditazione nel corso delle sue escursioni tra i boschi. La Messa di suffragio è stata celebrata appunto davanti a un altare eretto al piedi di quel Crocefisso al quale De Gasperi rivolse l'estremo suo anelito. L'arciprete decano di Borgo Valsugana, mona. Botteri, ha officiato il rito sacro,' commentato musicalmente dal coro polifonico di Piave. VI hanno assistito la vedova dell'estinto, signora Francesca De Gasperi Romani, con le figlie Maria Romana, Lia e Paola, il fratello, dott. Augusto De Gasperi, e il cognato on. Romani; l'on. Fanfani con altri .dirigenti nazionali del partito, senatori e deputati, le autorità della regione ' Trentino-Alto Adige, trecento rappresentanti di Trieste e una folla silenziosa e commossa. Terminata la cerimonia religiosa, dopo una breve allocuzione del segretario della d.c. trentina, dott. Piccoli, ha preso la parola l'on. Fanfani per la commemorazione ufficiale. Il discorso, cogliendo i molteplici aspetti dell'opera di De Gasperi- e confrontandoli con gli avvenimenti odierni in Italia e nel mondo, ha fissato In alcune linee essenziali la testimonianza « europea > del grande statista trentino e ha indicato come, sulle orme da lui tracciate, si stia muovendo tutto il fronte degli uomini di buona volontà per spezzare i particolarismi e riunire ancora una volta nella storia le nazioni del vecchio continente in una sola altissima espressione di solidarietà e quindi di civiltà. L'on. Fanfani, ha soprattutto ricordato l'intuizione che De Gasperi ebbe dèlia portata storica di un vigoroso movimento politico ad ispirazione cristiana, propugnante una soluzione solidaristica dei problemi politici e sociali, sia sul piano interno che su quello internazionale. A questa intuizione De Gasperi fu avviato dal constatato fallimento delle soluzioni individualistiche e dell'ormai incipiente crisi delle soluzioni collettivistiche. E, se ritenne che dalle prime nessuna seria minaccia potesse provenire, fu invece convinto, che le seconde avrebbero ancora costituito un serio pericolo ove la soluzione solidaristica, sintesi di libertà e di socialità, non avesse avuto a suo sostegno validi strumenti. Ciò fu reso evidente — ha proseguito l'on. Fanfani — dalle difficoltà incontrate in campo nazionale ed intemazionale. Ciò fu conclamato da De Gasperi prima di nitrire, al Congresso di Napoli, raccomandando di rinvigorire la organizzazione del partito, di chiarirne il programma, di accentuarne l'azione di ponte in seno all'elettorato tra le esi genzo e le determinazioni degli organi costituzionali, e tra queste determinazioni e le at tese della cittadinanza. L'oratore ha constatato che la d. c. si è sviluppata secon do l'indicazione lasciata da De Gasperi. Ma, non contento di questa constatazione, ha fatto presente che le indicazioni del capo scomparso sa ranno più che mai valide per la prossima attesa battaglia elettorale del 1958. A proposito di essa, Fanfani ha detto in particolare: < Dopo la efficace azione con dotta da De Gasperi nel 1948, la prossima campagna elettorale non avrà per presupposto nsdpdsllpdflpgmcpacpdtdzbgmPcìa difesa estrema 'degli^spaliliella libertà contro l'immi- Il programma del partito di maggioranza: dilesa della libertà, sviluppo della democrazia, prò gresso del benessere; certezza della pace - Il "leader,, democristiano Si è dichiarato contrario alle forze di destra; incredulo sull'esistenza di un vero pericolo comunista, ma preoccupato di una possibile insidia del p.c.i.; ha sostanzialmente conlermato la sua liducia nell'evoluzione democratica dei socialisti, lasciando così, a determinale condizioni, aperta la porta nei loro contronti nente massiccio definitivo assalto comunista. Questo grande assalto ci sarà; ma non potrà direttamente ed immediatamente raggiungere il suo scopo. La campagna elettorale dovrà piuttosto sventare l'insidia, cui appunto tende il partito comunista, cioè quella di frazionare il campo dei difensori della democrazia, e, lasciata in disparte la d.c, sia pure con una cospicua maggioranza relativa, attirare la maggior parte di essi in un campo di pretesa neutralità politica che possa accogliere anche e soprattutto il partito comunista. In questo modo il p.c.i. supererebbe l'isolamento da cui è minacciato e che teme. Si creerebbe un campo di democratici anti-democrazia cristiana, nel quale sarebbe il più forte, e pertanto la guida, proprio il partito comunista. « Si trasferirebbe, ' quindi, l'attuale situazione parlamentare, sopportabile perché transitoria, alla futura legislatura, rendendo impotente il governo, inefficiente il Parlamento, ridicola la democrazia. E preparando nuove sostanziali ripetute crisi non solo di governo ma di regime, il partito comunista trasformerebbe la propria odierna crisi in un proprio futuro successo. « Dobbiamo sventare il nuovo piano del comunismo per uscire dalla sua attuale crisi. Le elezioni del 1958 non devono servire da ricostituente al comunismo, né devono procurare ad esso quei sostenitori ed alleati che ora gli vengono meno. Gi auguriamo, pertanto, ohe, nella suddetta previsione e prospettiva, si cominci a capire da molti il senso della auspicata democratizzazione ed unificazione del socialismo, al di fuori di ogni compromesso e di ogni infeudazione al comunismo. < Con il chiaro programma — ha proseguito Fanfani — dobbiamo favorire un sereno e fiducioso giudizio dell'elettorato italiano. Con la efficiente unitaria organizzazione, dobbiamo consentire, in pratica, la conoscenza di detto programma di tutto l'elettorato. Con la sistematica azione di contatto con l'elettorato, dovremo comprovare sino all'ultimo giorno la nostra volontà la nostra capacità di essere un partito ponte tra le attese del popolo e le decisioni del governo, tra le misure di vertice e le esigenze di base. < Fatto ciò, sicuramente trarremo dall'elettorato il massimo numero di consensi che esso per noi può esprimere. Essi diranno quanta parte del nostro programma potrà essere svolto. Essi pure diranno se e quali democratiche ed omogenee collaborazioni dovranno essere messe in opera per sviluppare più rapidamente e più completamente la democrazia italiana in tutti i suoi aspetti civili, economici, politici, spirituali. Si indugia troppo da taluno, sin ' d'ora, sul problema della natura e del valore delle future alleanze. Il rispetto dell'elettorato in primo luogo, la lontananza del giudizio in secondo luogo, e in terzo luogo la volontà altrui non ancora nota consigliano di non fare simili discorsi primo di conoscere tutti gli elementi necessari. « Un'unica cosa possiamo < dobbiamo dire per guanto ci riguarda, e cioè che alleanze non saranno possibili con forze incapaci di intendere — non diciamo i particolari tecnici o non essenziali.— i principi animatori del nostro programma, e incapaci di secondare la difésa della libertà, lo sviluppo della democrazia, il progresso del benèssere, la certezza della pace. <Chi conosce tali principi non ha bisogno di sentirsi assicurare che essi non sono estranei alle attese dell'umanità contemporanea. Chi conosce tali principi non ha biso gno di sentirsi ripetere che tra le alleanze possibili non vi può essere quella della d. c. con il comunismo, né con socialismi ad esso comunque legati, per imporre dittature classiste ed internazionalismi pansovietici. Non v'è bisogno di aggiungere che nemmeno saranno possi bili alleanze con movimenti capaci soltanto di rianimare il comunismo, indebolendo la democrazia e la libertà». Dopo il discorso l'on. Fanfani ha premiato tre segreta ri di sezione della D.C. trentina che maggiormetne avevano contribuito all'affermazione del partito nella nostra regione. Il premio consiste in un viaggio nel Lussemburgo per uno visita agli stabilimenti della CECA e alle miniere, offerto dalla Comunità del carbone e dell'acciaio, per rendere omaggio & De Gasperi che fu uno dei maggiori promotori della Comunità. La manifestazione ufficiale nuncia il suo discorso a Sella di V si è conclusa con l'offerta alla vedova dello statista, da parte di una delegazione della città di Trieste, di un busto in bronzo di De Gasperi. Stamane l'on. Fanfani presiede j. Bolzano una riunione di dirigenti d.c. per l'esame di alcuni problemi riguardanti l'Alto Adige. Gino Nicolao

Luoghi citati: Bolzano, Borgo Valsugana, Italia, Lussemburgo, Napoli, Trieste