Una nave americana avrebbe raccolto altri 65 naufraghi del veliero «Pamir»

Una nave americana avrebbe raccolto altri 65 naufraghi del veliero «Pamir» Sarebb&ro stati trovati su una zattera « su una scialuppa Una nave americana avrebbe raccolto altri 65 naufraghi del veliero «Pamir» La notizia, giunta dalle Azzorre nella notte, non è stata ancora confermata - Sicnro il salvataggio di un sesto scampato su un canotto Il drammatico racconto dei cinque uomini salvati dal "Saxon,,: "Eravamo in dieci sulla nostra barca: cinque sonq scomparsi in mare,, (Nostro servizio particolare) Londra, 24 settembre. Secondo notizie captate questa notte per radio da Punta Delgada (Azzorre), ma non ancora confermate, una nave americana avrebbe raccolto stasera 65 naufraghi del veliero-scuola tedesco « Pamir » scomparso sabato notte a circa 700 km. ad ovest delle isole Azzorre. Quaranta di essi erano a bordo di una scialuppa, venticinque su una zattera. Sarebbero stati ritrovati a 34 gradi di longitudine nord e 30 gradi di latitudine ovest. • La notizia, come s'è detto, non è confermata. Sicuro è invece il salvataggio di un sesto superstite del veliero che è staito raccolto oggi in mare dal cutter americano «Absecout a circa due chilometri dal punto in cui ieri il mercantile « Saccon » trasse in salvo cinque scampati al naufragio. Di qu-psfulti'mo non si cokoóct »! nome: sembra che le sue condizioni siano gravi e che egli non sia ancora in grado di parlare. E' stato trovato, sfinito, su un'imbarcazione di salvataggio che andava alla deriva a nord delle isole Azzorre sull'oceano final¬ mente placato. Se verrà coniiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiliiiiiiiiiiiiiiliililllililiiiiiiii i fermato il salvataggio dei 65 uomini che sarebbero stati raccolti da una nave americana, le proporzioni della tragedia del «Pamir» verrebbero notevolmente ridotte: gli scampati sarebbero così 11. Il ritrovamento del sesto marinaio del veliero-scuola, di cui si è certi, aveva fatto rinascere oggi le speranze che altri superstiti potessero essere ritrovati e le ricerche erano state intensificate. Vi partecipano tuttora decine di navi e di aerei che perlustrano senza soste un vasto raggio di mare a circa 950 chilometri dalle Azzorre, ■ dove il « Pamir » colò presumibilmente a picco. Un pilota americano ha segnalato nel tardo pomeriggio di oggi di aver avvistato « almeno > quattro scialuppe di salvataggio nella zona dove furono raccolti i primi cinque superstiti, ma ha aggiunto di non avere no tato a bordo alcun segno di vita. I cinque tratti in salvo sul « Sa&on » navigano ora verso Casablanca a bordo di un'altra nave americana — la <Geiger> — che si presume arriverà in vista della costa africana sabato prossimo. Le loro condizioni di salute sono note volmente migliorate. Essi sono stati tutti identificati: si tratta di tre allievi ufficiali, di un ma rinaio e del fornaio di bordo del « Pamir ». Ecco i loro nomi: Wolkert Anders, di Bre ma; Karl Heinz Kratz e Karl Dummer Geesthandt, di Am burgo; Klaus Fredrichs, di Bad Kissinsen; e Kan Georg-Wirth, di Eyekeustr. I loro familiari sono stati avvertiti. La tragedia del « Pamir » è rivissuta oggi nel racconto dei primi cinque scampati al naufragio. E' una pagina di drammatica evidenza. « Sabato pomeriggio il veliero incappò nel ciclone " Carrie" — narrano i superatiti —. Spiegammo le vele per sfuggire all'uragano, ma ci mancò il tempo di manovrare con efficacia. La nave piombò proprio nell' "occhio" del ciclone. Ci investirono raffiche di vento a S00 Km. l'ora. Il mare sì gonfiò paurosamente. L'albero di maestra venne scardinato e divelto dalla carena; le vele, già ridotte dagli uomini di manovra, furono strappate come fazzoletti. <Il capitano Diebitsch, il comandante, capi che la nave sarebbe affondata e diede ordine di calare in acqua due scialuppe di salvataggio. Ciascuna poteva contenere dai SO ai £5 uomini. Noi prendemmo posto nella prima che si staccò subito dal « Pamir » grazie ad un'ondata; ma eravamo soltanto in dieci perché la furia del mare aveva impedito ad altri nostri compagni di prendere posto. Cinque di noi sono scomparsi durante la prima notte. Fu una notte terribile: non c'era che da tenersi aggrappati, sperare di resistere, e pregare, pregare. « Non sappiamo che cosa sia avvenuto dell'altra scialuppa. Le onde, altissime, la nascosero in breve ai nostri occhi. E cosi fu del < Pamir »; ma l'ultima volta che potemmo ve derlo, il nostro veliero era an cora a galla ». Stasera un comunicato dira mato a Londra della « PamlrPassat », Z* società proprietaria del veliero scomparso, afferma che < a 75 ore dal S.O.S. lanciato dalla nave-scuola non esiste ancora alcuna prova che essa sia affondata ». E' un comunicato ottimista, non condiviso dai comandanti delle navi e degli aerei impegnati nelle ricerche. Ma se la sorte del « Pamir » sembra segnata, non sono perdute tutte le speranze di ritrovare dei superstiti. La ambasciata degli Stati Uniti a Londra precisa questa sera ohe numerosi apparecchi americani continuano le ricerche volando a bassissima quota — circa 1B0 metri dal pelo dell'acqua — su una striscia di mare dell'ampiezza di circa S chilometri. Tutti gli aviatori tengono gli occhi fissi sulla superficie dell'oceano in modo da non lasciarsi sfuggire nessun punto. « Questo metodo è lento — ha detto un portavoce dell'ambasciata — ma solo così ogni miglio di mare viene rastrellato come in un sottile pettine ». u. p.

Persone citate: Karl Dummer Geesthandt, Karl Heinz Kratz, Klaus Fredrichs, Saccon, Wirth, Wolkert Anders

Luoghi citati: Azzorre, Bad Kissinsen, Londra, Stati Uniti