Anche una quattordicenne ha partecipato alla festa

Anche una quattordicenne ha partecipato alla festa Il giovane genovese ucciso dall'eroina Anche una quattordicenne ha partecipato alla festa La ragazza era stata condotta dalla sorella perché "conoscesse la vita,, - Denunciato in stato d'arresto il padrone di casa che fornì la droga, rilasciati gli altri (Dal nostro corrispondente) Genova, 21 settembre. Anche una ragazzina di 14 anni, sorella di una delle quattro donne, ha partecipato alla riunione «notturna» nell'appartamento di via Madre di Dio, nel corso della quale al giovane Fabio Guidalotti, figlio di un noto spedizioniere genovese, è stata praticata una iniezione con una eccessiva dose di stupefacente. Questo nuòvo particolare è stato appreso stasera dalla polizia che ha concluso la prima parte delle indagini relative al tragico convegno. Gl'inquirenti hanno denunciato in stato di arresto il pregiudicato Franco Fereoli, l'affittuario dell'abitazione; egli è accusato di omicidio colposo traffico e somministrazione di stupefacenti. Al Fereoli la polizia addebita di aver tenuto-in casa una bustina contenente eroina, di averla ceduta gratuitamente o a pagamento al Guidalotti e di aver praticato l'iniezione mor. tale al figlio dello spedizioniere. Gli altri due giovani che hanno partecipato alla «festa», Gianni Cattanj e Mauro Leone, sono stati rilasciati stasera e non saranno denunciati perché gl'inquirenti non hanno accertato responsabilità a loro carico. Lo stesso trattamento è stato riservato alle cinque donno le quali hanno potuto dimostrare la loro completa estraneità all'episodio dello stupefacente. " A proposito del Cattaui, incensurato, oggi si è saputo che è un esponente della locale fe derazione del MSI e che nelle ultime elezioni comunali è stato presentato nella lista del candidati del suo partito. La polizìa non ha voluto rendere noto i nomi delle cinque donne partecipanti al convegno. Si è appreso ad ogni modo che si tratti; di due sorelle sposate, siciliane, di altre due sorelle genovesi — una di 25 anni e una di 14 — e un'amica di queste ultime residente a Fabriano; che si trovava a Genova per una breve vacanza. Le donne abitano in uno stesso; caseggiato. Una delle siciHaniJ, sposata ad un marittimo attualmente in navigazione, è la-proprietaria della «600» sulla' quale le quattro donne gironzolavano per la città quando hanno incontrato il Guidalotti a bordo della sua 1100 insieme al Cattanl e al Leone I sette non si conoscevano, ma hanno subito fatto amicizia. Si sono recati in un locale notturno di corso Buenos Aires, hanno acquistato della pizza e quindi si sono portati nell'abitazione di una delle siciliane sposata. Qui però l'allegra brigata non ha potuto divertirsi molto perché i bimbi della padrona di casa — un maschio ed una femmina in tenera età — stavano dormendo: allora la comitiva ha telefonato al Fereoli il quale ha accettato di buon grr.do di ospitare gli amici vecchi e le amiche nuove. Una delle donne, la genovese nubile; ha allora avuto un'idea: passare da casa per prelevare la sorellina di 14 anni: «Così — avrebbe detto — conosce la vita ». Quanto è avvenuto nell'abl tazione di via Madre di Dio è ormai quasi tutto noto, meno però i significativi particolari sulla questione droga. Stando alle dichiarazioni delle donne il Guidalotti, forse il più ubriaco, di tutti, ha voluto ad un certo momento recitare la famosa parte di Johnny nel film « Un cappello pieno di pioggia ». Quando ha smesso di recitare, il figlio dello spedizioniere si è ritirato in cucina con il Fereoli e il Cattani. Una delle donne, attraverso la porta socchiusa, ha notato che il Fereoli ha preso una bustina da uno stipo e l'ha aperta. Il Guidalotti ne ha aspirato il contenuto esclamando: «Non so che cosa sia. senti tu Cattani, che cosa pensi che sia? ». II Cattani, annusata la strana sostanza, avrebbe risposto: «E' amara come al coca ». Poi la donna è stata sorpresa a curiosare ed invitata a ritornare nella sala dal Cattani, mentre il Fereoli e il Guidalotti rimanevano in cucina. La donna però si è allarmata: «Non prendiamo il caffè, ragazze, ho timore che costoro ci facciano qualche brutto scherzo ». Il Fereoli, lungamente inter rogato dal dott Italo Campen ny, nega di aver posseduto la droga. «L'aveva in tasca il Guidalotti lo stupefacente. Non è vero questo afferma la donna, io non ho aperto nessun stipo in cucina. Nego poi di aver praticato l'iniezione: è stato Fabio a farsela ». La polizia però ha acquisito le prove inequivocabili della grave responsabilità del Fereoli: egli poss< leva la dro^a, ha avuto 25 i. 'a lire dal figlio dello spedizioniere per cederla e gli ha fatto lui stes so 1 iniezione endovenosa. Le donne insistono nell'affermare che erano andate in via Madre di Dio credendo dì partecipare ad una festa quaslasi durante la quale si sarebbe soltanto ballato. « Perciò — ha detto una di esse — ho porta to con me mia sorella». La loro responsabi.; .à comunque non esce dai limiti del campo morale. Per questo la polizia ha ritenuto di scagionarle da una denuncia, rilasciando anche il Leone e il Cattani. c. ni. vènecpgcstodcaacdztidmCsdtvvesnCicLlnsrpccsnBLccSvAslidGlpBTTVMGBFPAP

Persone citate: Cattani, Fabio Guidalotti, Franco Fereoli, Gianni Cattanj, Italo Campen, Mauro Leone

Luoghi citati: Fabriano, Genova