A Praga benessere materiale clima staliniano di Enrico Altavilla
A Praga benessere materiale clima staliniano COME SI VIVE NEL PIÙ' RICCO DEE SATELLITI A Praga benessere materiale clima staliniano // terrore poliziesco continua come ai tempi del dittatore, ma il tenore di vita è abbastanza alto ■ Vespai sione dei tedeschi e l'aumento dei burocrati hanno assorbito i disoccupati - L'industria è prospera e fa con correnza all'Occidente nei mercati afro-asiatici - Tutti funzionari di Stato, anche le commesse od i barbieri (Dal nostro inviato speciale) Fraga, settembre. Se un miracolo dovesse dare vita alla statua di Stalin, il vecchio dittatore preferirebbe non tornare in Russia e, una volta sceso dal monumento da cui domina Praga, resterebbe in Cecoslovacchia per continuare a respirare la buona aria staliniana d'un tempo. Qui sarebbe sicuro di trovare amici fedeli, uomini abituati da un costume antico a non arrischiare gesti di protesta, cauti e ossequienti, tremebondi al solo pensiero d'una rivolta sipile a quella di Budapest. Ai russi, questi comunisti si sono ribellati in una sola oc■ castone, quando in tutti i Paesi oltre la cortina di ferro venne condannata e avvilita l'opera di Stalin. I cechi non si unirono al coro. < Per noi Stalin resta l'uomo che sconfisse Trotzky e industrializzò l'Unione Sovietica », dissero; e più tardi, quando Mosca mitigò la campagna contro la memoria di Stalin, proclamarono di essere stati più consequenti dei russi. Non avevano abbattuto i monumenti a Stalin, come del resto non avevano distrutto le statue di Masaryk; e a Gottwald hanno elevato un mausoleo sulla collina di Zirkow, dove la mummia del < compagno che pensava per tutti noi > riposa nella sua uniforme di gala costellata di decorazioni. Per mantenere immutato il clima staliniano, i dirigenti cechi si servono del paternalismo, reso agevole dal benessere economico, e del terrore, favorito dalla tendenza dei cechi a evitare i rischi, c Vigilate, vigilate >, è il motto frequentemente ripetuto dai giornali. Vigilino i contadini e segnalino alla polizia ogni viso sconosciuto, potrebbe trattarsi di un paracadutista occidentale. Vigilino le persone che abitano nelle, zone di fron tìera e sorveglino i fiumi di confine che potrebbero essere attraversati da uomini-rana nemici. Vigili chi è costretto a mantenere contatti con gli stranieri, per non dover su blre il destino del medico di un diplomatico olandese,' ar restato non appena il suo paziente è stato richiamato in patria poche settimane or so no, o la sorte dei molti impie gati cechi dell'ambasciata bel ga mandati recentemente in galera « per intelligenza con il nemico ». E frequenti sono gli annunci dei processi con tro i < traditori », contro gli intellettuali ribelli e i sacerdoti eroici che si rifiutano di respirare l'aria staliniana. Oltre che con la frusta, i dirìgenti tengono tranquillo il popolo con le carote. La Cecoslovacchia è ricca, è l'unico Paese comunista con un livelli di vita paragonabile a quello di alcune nazioni occidentali. Ma non deve la ricchezza al comunismo. Essa è dovuta alle industrie create dagli Absburgo nella zona più tranquilla dell'Impero, alla prudente condotta tenuta durante la guerra che ha evitato ogni distruzione, alla nascita di un'aristocrazia operaia — operai specializzati figli di operai specializzati — che fra poco godrà della set+imana di 42 ore. Le masse operaie qualificate, insieme con i contadini largamente forniti dì mezzi meccanici, assicurano al Paese un discreto benessere. Non esiste disoccupazione; ma la politica del pieno impiego è stata favorita dalla espulsione delle minoranze te desche (il 21 per cento della popolazione) e dalla creazio ne artificiosa di nuovi posti nei reparti speciali della polizia e del controspionaggio, negli unici degli ammassi e della pianiiìcazione, e nei sindacati che da soli danno lavoro a trecentomila funzionari Del resto quasi ogni cecoslovacco è impiegato statale nana commessa al barbiere, dal macellaio al medico e all'avvocato. Nazionalizzate tut te le industrie e quasi tutti i negozi — Praga ha soltanto ltiu bottegucce private —, <col lettivizzata > la metà delle campagne, lo Stato è onnipresente. Assicura una buona as sistenza sociale, controlla i prezzi spesso tenendoli artifi ciosamente alti (un vestito costa un mese dì salario); e svolge una politica industri la aando ogni appoggio alle industrie meccaniche che han no sensibilmente aumentato la produzione. Più ancora dei russi, oggi fono i rappresentanti delle fabbriche ceche a contrastare agli occidentali il dominio dei mercati di alcuni Paesi arabi e asiatici. Praga manda tecnici in Egitto per installare ufficine di montaggio per automobili e trattori, esporta nel Medio Oriente fabbriche per la produzione di scarpe e di porcellane, fornisce a Nehru interi impianti industriali e a Nasser carri armati e caccia a reazione. (Il mio albergo è affollato da giovani egiziani e siriani, tutti giovani e aitanti, tutti venuti — uflicialmen(o — in Cecoslovacchia come rappresentanti di commercio o, in realtà, per essere adde¬ sgdpcsvscrt—assszèEpGPnptsndqclsdstddlfrtvesdpacrblsrslsdimJseNdncpcctvqC[ strati al pilotaggio dei «Tigre» e dei <Mig»\ L'assenza dì poveri, l'abbondanza delle merci che Induce persino i russi a venire in Cecoslovacchia per fare acquisti, e la stabilità interna servono ad alcuni prudenti oppo sitori del regime da giustificazione per la loro condotta remissiva. Il comunismo è soltanto una facciata. Nel cuore — essi dicono — siamo vicini all'Occidente; e siamo sempre stati i più occidentali degli slavi. Ma come potremmo, da soli, tentare di liberarci? Sen za aluti esterni ogni rivolta è inutile: Insegnino BerlinoEst e Budapest. E non vale la pena di correre i rischi a cui Gomulka sta esponendo la Polonia con le sue Innovazioni, di cui egli stesso non può prevedere le conseguenze ultime. Se un giorno sarà possibile uscire dal mondo comunista per entrare a far parte della « fascia neutrale » — questa è l'ultima speranza a cui si aggrappano cechi e polacchi —, la Cecoslovacchia sarà fra le nazioni più ricche d'Europa E' un ragionamento pensoso soprattutto del benessere materiale. Ma la maggior parte del popolo cecoslovacco spera di poter far sua un giorno la risposta dell' aristocratico francese, al quale domandarono cosa avesse fatto durante gli anni del Terrore. «J'ai vécu », rispose quel francese; e anche ì cecoslovacchi pensano di poter dire un giorno di aver < vissuto », con molto pane e con poco sangue, fino ai tramonto della dittatura comunista. Enrico Altavilla
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