Peschereccio speronato nella notte da una motovedetta della Finanza

Peschereccio speronato nella notte da una motovedetta della Finanza Paurosa collisione ol largo dello costa di Nervi Peschereccio speronato nella notte da una motovedetta della Finanza Dei cinque marinai che erano a bordo, uno è disperso e quattro sono feriti (Dal nostro corrispondente) Genova, 5 settembre. Un pescatore disperso e quattro altri feriti, tre dei quali in modo grave, sono il bilancio di una collisione avvenuta stanotte seicento metri al largo della costa tra Nervi e Quinto. La motovedetta della Guardia di Finanza < Fais » — una barca di cento tonnellate, munita di radar —, in perlustrazione sul tratto di mare da Genova alla Spezia, poco dopo l'una ha investito e affondato il grosso peschereccio di Multedo < Costante Padre », della Cooperativa Piccoli Pescatori di CornigPano, il quale aveva appena 'teso le reti. L'investimento è avvenuto improvvisamente: dai finanzieri non era stato scorto il piccolo fanale dell'imbarcazione, e dai pescatori non era stato avvertito l'avvicinarsi della motovedetta che nella sua veloce corsa solcava silenziosamente il mare. L'urto con il < Costante Padre », avvenuto con eccezionale violenza, ha fatto virare paurosamente la motovedetta; poi si sono udite le grida invocanti soccorso dei pescatori investiti in pieno dai frammenti della barca e dalla prua del veloce natante. Alla luce di un forte riflettore venne iniziata l'opera di salvataggio: quattro dei cinque uomini erano aggrappati alle tavole del peschereccio, frantumato e inabissatosi immediatamente: ad uno ad uno venivano issati a bordo della < Fais » Uno mancava: era Giovanni Diamadi, di 69 anni, abitante a Sestrj Ponente, che ogni se¬ ra veniva imbarcato per aiutare a tirare le reti a pesca finita. La motovedetta scandagliava il mare nel tratto dell'investimento, ma tutto fu inutile: il poveretto, forse stordito dal colpo di una tavola, ha perso conoscenza ed è scomparso tra i flutti senza che i finanzieri potessero individuarlo. E' stato richiesto per radio l'ausilio di altre barche a motore e da Ponte dei Mille è subito salpato il rimorchiatore « Olanda », comandato dal padrone marittimo Carlo Avvenente detto Carlin, che univa i suoi sforzi a quelli di altri tre pescherecci pegliesi che pescavano agli ordini del < Costante Padre » e che avevano da tempo accese le lampare, forti di 12 mila lumen. L'« Olanda » ha perlustrato fino all'alba il tratto tra Nervi e Quinto e più oltre, seguendo la corrente, ma tutto inutilmente. Altri natanti stamane tornarono sul posto, guidati da un elicottero della Finanza. La rete tesa dal pescatori è stata recuperata: si pensava che il Diamadi fosse rimasto in essa impigliato, ma la rete presentava solo un largo squarcio, evidentemente provocato dalla prua della c Fais »' prima della collisione. Rientrata a Genova, la motovedetta investitrice, affidava i quattro naufraghi alla Pubblica Assistenza del porto che li trasportava all'ospedale di San Martino. Essi sono: Carlo Michelini, di 32 anni; Enrico Isola, di 31 anno; Cesare Camini e Francesco Michelini. padre del Carlo, dì 50 anni, padrone del motopescherec¬ cio affondato, tutti abitanti a Pegli. Carlo Michelini, Enrico Isola e Cesare Camini sono stati ricoverati in gravi condizioni per vaste ferite riportate alla testa e fratture in ▼arie parti del corpo. Il giovane Michelini è stato sottoposto ad intervento chirurgico dal prof. Balduzzi, mentre suo padre è stato dimesso nella mattinata guaribile in dieci giorni. Il capo-barca Francesco Michelini ha raccontato che quando il < Costante Padre » aveva da poco ultimata la tesa della rete e uno dei suoi compagni stava per accendere la lampada, mentre gli altri dormivano, si è visto investire dalla massa nera della motovedetta, e cosi improvviso è stato l'urto che né lui né i suoi compagni delle barche vicine hanno avuto il tempo, non solo di cercare di manovrar'- per evitare il peggio, ma neppure di gridare. Solo quando si è trovato in acqua e si è afferrato ad un relitto della sua barca, egli ha potuto gridare al soccorso. Il brigadiere Caminiti, comandante della motovedetta, e il timoniere Garulli nel corso del primo interrogatorio hanno detto che videro le luci .ielle tre barche collegate al « Costante Padre », ma non il fanale di questo, e credettero di poter passare. Neppure il radar aveva segnalato la presenza del natante. Sulle cause del sinistro le autorità del porto e la Guardia di Finanza hanno aperto una inchiesta. c. m.

Luoghi citati: Genova, Olanda, Sestrj Ponente