Arrestato il commesso di banca che s'impadronì di nove milioni
Arrestato il commesso di banca che s'impadronì di nove milioni Arrestato il commesso di banca che s'impadronì di nove milioni Le sottrazioni presso la Cassa Risparmio di Cuneo compiute mediante false registrazioni di assegni Cuneo, 31 agosto. E' trapelata stasera, e ha destato viva impressione, la notizia dell'arresto — operato stamane dalla questura su ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Cuneo — del signor Giovanni Pittavino, di 49 anni, già commesso e fattorino presso la Cassa di Risparmio di Cuneo. Egli, in un primo tempo, era stato incriminato di appropriazione indebita, sia pure aggravata dalla relazione di prestazione di opera. Successivamente però la magistratura ha ritenuto di identificare il reato in peculato continuato. Si tratta di uno scandalo che ha già suscitato vivo scalpore, in quanto riguarda il massimo istituto di credito della provincia: la Cassa di Risparmio. Fu lo stesso direttore dell'istituto, dott. Francesco Occelli, a segnalare nei mesi scorsi la casuale scoperta, avvenuta dopo tanti anni, di un illecito traffico contabile; il Pittavino (che tra l'altro è incensurato), aveva registrato erroneamente due volte un assegno indirizzato al Comune di Vernante. Sorto il dubbio di irregolarità, venne disposta un'in¬ iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii chiesta e la verità venne a galla. Il Pittavino sfuggendo persino al controllo della macchina contabile elettronica installata nella Cassa di Risparmio, segnava a modo suo l'importo di assegni, che riscuoteva alla Banca d'Italia e che in gran parte intascava; in sette od otto anni era riuscito a impossessarsi di circa 9 milioni che non si sa come abbia impiegato. Egli afferma di avere agito da solo, senza alcuna compii cita; agli amici che gli face vano notare come il suo tenore di vita fosse un pò* sproporzionato allo stipendio di commes so bancario, rispondeva di vincere frequentemente al lotto e al totocalcio. Dinanzi alla polizia si è giustificato affermando che aveva cominciato le irregolarità un giorno del 1948, in cui un ladro gli aveva trafugato dalla borsa, momentaneamente di: menticata, una cospicua som ma di parecchie centina ir. di biglietti da mille. Per turare la falla e non rivelare il patito furto, temendo forse di essere licenziato, aveva cercato di rifarsi con l'ingegnoso metodo, ed aveva finito per allargare iiiiiiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii sempre più paurosamente gli ammanchi. La scusa pare fin troppo puerile, ma il Pittavino insiste in tale-versione. Finora il commesso della Cassa di Risparmio godeva di larghe amicìzie e la sua famiglia viveva con una certa agiatezza. Ora l'avvenire si presenta molto fosco. A giorni i suoi familiari dovranno pure abbandonare l'alloggio che veniva gratuitamente fornito dalla Cassa di Risparmio. —
Persone citate: Francesco Occelli, Giovanni Pittavino, Pittavino
Luoghi citati: Comune Di Vernante, Cuneo
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