Il disordine della famiglia alla base del fenomeno di Francesco Argenta

Il disordine della famiglia alla base del fenomeno LA DELINQUENZA DEI MINORI Il disordine della famiglia alla base del fenomeno Ma anche là dove il nucleo familiare è ordinato e compatto può succedere che i figlioli siano spinti al mal fare - Talvolta è l'insorgere di una turba latente, più spesso il nefasto influsso di teorie aberranti II fenomeno -della delinquenza minorilo desta il più acuto e appassionato interesse di sociologi e moralisti. Abbiamo pubblicato ieri un articolo di Francesco Argenta sul problema nella sua generalità; oggi l'inchiesta è rivolta ai rapporti tra i giovanissimi criminali e l'ordine familiare.. Roma, agosto. Nel campo criminologico, tutti gli studiosi sono ormai pienamente concordi nell'accettare la concezione della natura biosociologica del delitto come la più concreta interpretazione positiva della criminalità; nell'asserire che ogni fenomeno criminoso è sempre un fenomeno biosociologico, non essendo possibile staccare l'uomo dall'ambiente e valutare l'influenza dell'ambiente al di fuori di quella che è la particolare reazione psicologica dell'uomo all'ambiente medesimo. Ora, se questo vale per la criminalità dell'adulto, una eguale legge sembra presiedere all'etiologia della criminalità del minore. Il prof. Georges Heuyer, che dirige a Parigi uno dei più accreditati istituti di ricerche sulla criminalità dei minori, sostiene che la profilassi della delinquenza minorile dovrebbe dispiegarsi sin dall'epoca prenatale (i clinici ben conoscono la malattia traumatica del neonato ed anche la malattia chimica, del neonato, entrambe conseguenti alle condizioni in cui la creatura è venuta alla luce ma egualmente funeste per la sua salute mentale) e dovrebbe svilupparsi, poi, con trepida cura, nel corso della vita familiare e della vita scolastica, che i rapporti del bambino con il padre e la madre, con i fratelli e le sorelle — dai tre anni fino alla pubertà — sono all'origine di numerosi conflitti affettivi. Troppa tenerezza o troppa freddezza da parte dei due ge nitori; troppa debolezza o troppa severità da parte del padre; troppo dolcezza o trop pa freddezza da parte della madra, ;ysono, nel bambino, all'originetvdi sorprendenti rea zioni di opposizione. E la forma abituale dell'opposizione è la ribellione, spesso la delinquenza o torbide manifestazioni di aggressività. Cosi è a scuola: l'opposizione al maestro conduce a marinare le lezioni e la diserzione dèlia scuola è non di rado il piano inclinato che sospinge fatalmente al mal fare. Ma per Heuyer, come per la generali tà degli studiosi, uno dei principali fattori della criminalità minorile è rappresentato dalla dissociazione familiare, da un ambiente familiare. « difettoso » o sconvolto. Nel corso di un'indagine fat ta su 400 piccoli delinquenti, Heuyer ha trovato che solo nel 12 per cento dei casi i soggetti vivevano in seno ad una famiglia normale: nell'88 per cento dei casi, la famiglia da cui provenivano era dissociata. Ora, perché il bambino non ha più il padre o la madre, o perché c'è stata una morte o un divorzio, o perché il bambino ha sofferto per la presenza di un-patrigno o di una matrigna*: egli diventa assai frequentemente ansioso ed anomalo. Le conseguenze di questo turbamento profondo da cui è còlto il fanciullo sono facilmente diagnosticabili: secondo Micheaux, le perversioni condizionate portano il fanciullo alla delinquenza; se condo Heuyer, la instabilità condizionata sospinge il ragazzo al vagabondaggio. Ma c'è ben poca differenza fra l'uno e l'altro male, l'una e l'altra jattura: In un caso e nell'altro il fanciullo va dispe ratamente ad ingrossare la schiera degli asociali. Sennonché la dissociazione familiare è uno solo dei fattori — an che." se figura fra i predomi nauti — cui deve riallacciarsi 11 processo della criminogenesl minorile. Il problema etiologico, alla cui penetrazione e chiarilicazione van dando, da anni, la loro opera tanti studiosi in ogni parte del mondo, si presenta giorno per giorno con aspetti nuovi e complessi. E' la vita turbinosa di oggidì, con le trovate offerte dalla civiltà, il decadimento contemporaneo del costume, la febbre da cui le ganti sono assalite per arrivare al traguardo del benessere, qualunque sia il prezzò) — in linea etica — che occorre pagare per arrivarvi, che complica ed Intorbida maledettamente le cose. Le cronache, ogni giorno, ci sottopongono casi ed episodi di criminalità minorile che sono, a prima vista, inspiegabill. Ragazzi che si danno turbinosamente al mal fare pur essendo nati e cresciuti in un ambiente familiare ordinato e sano, pur avendo avuto una educazione esemplare. Quando il caso non ha una genesi pslcopatologica, è la conseguenza cioè dell'inopinato prorompere dì v.na turba mentale, inavvertita o latente (il rapporto fra l'Insanita mentale e la criminalità minorile è strettissi mèj talché si può dire che la prevenzione della delinquenza dovrebbe intrecciarsi e confondersi con l'igiene mentale dell'infanzia) la spinta al mal fare, al delitto, viene da meccanismi che sono il prodotto della civiltà, ed al quali ognuno di noi non vorrebbe attribuire un potere di suggestione funesta. Prendendo atto della curva incendente presentata dal fe- nnrlflsedsCscsgc1lvacmpcnslsoebtf2ofatptel pmeadcmnarnnrrflficLLddznomeno della criminalità minorile, il dipartimento svizzero dell'interno ha disposto, l'altr'anno, un'indagine sull'Influenza che li cinema esercita sulla criminogenesl minorile e, conseguentemente, sull'andamento del fenomeno. La risposta, da parte delle diverse Camere cantonali, è stata positiva, nel senso, cioè, che il cinema ha un'influenza funesta sulla condotta sociale degli adolescenti, anche se è difcile stabilirne la misura, e se 11 carattere nocivo delle prolezioni si manifesta non attraverso un diretto incitamento al mal fare —: il che si verifica, solo, in via eccezionale — ma attraverso l'esaltazione di principi etici falsi ed assurdi, che fanno della ricchezza il fine della vita, dei piaceri e dei successi materiali lo scopo dell'esistenza. I risultati di questa inchiesta erano, ancore oggetto di classificazione ed esame, allorché dinanzi al tribunale di Zurigo ere. tradotta una piccola gang di malfattori: ragazzi fra i 18 ed i 20 anni, appartenenti, tutti, ad onorate famiglie, autori di furti commessi con estrema abilità, ma, altresì, con sfrontata audacia ed inaudito im piego di mezzi violenti. Ebbene, allorché 11 magistrato contestò loro la lunga catena dei delitti che erano ad essi attribuiti, i giovani accusati confessarono, l'uno dopo l'altro, che l'idea delittuosa era venuta loro dai film che avevano visto proiettati sullo schermo: i Noi andiamo al cinema ogni giorno, quando sono in programma film di banditi. Li osserviamo e li studiamo con cura. All'uscita, ognuno di noi fa le sue osservazioni, i suoi rilievi, e le osservazioni ed 1 rilievi dell'uno sono comparati con le osservazioni ed i rilievi degli altri. Si tratta, in effetti, di una "critica" della operazione che abbiamo vista proiettata sullo schermo; qualcosa di simile all'esame criti co che lo stato maggiore del l'esercito fa, in occasione delle manovre, di un episodio delle esercitazioni. Questo sistema ci ha fatto abili ed esperti nelle nostre imprese; ci ha evitato, molte volte, di commettere degli errori ». Non è, del resto, una novità che' l'esempio, la spinta, là suggestione al mal fare venga al giovane sprovveduto di ini blzione e di senso morale dal l'opera narrativa (e il film non è un'opera narrativa?) che l'artista ha messo senza subdole intenzioni in circolazione, Roger Vaultier, che ha, recentemente, evocato 1 fasti della criminalità minorile nei tempii passati (nell'età di -mezzo, ilj Ft problema era angosciante come lo è oggidì, anche se non era agitato e dibattuto come ai nostri tempi) ha esumato dagli archivi parigini il fascicolo processuale di Felix Lemaitre, un ragazzo di 15 anni che sgozzò un bimbo di sei anni, senza un movente apparente, solo per crearsi della notorietà. Lemaltre era un lettore tenace di romanzi: per procurarsi gli ultimi vient de paraitre aveva rubato cento franchi al salumaio presso cui lavorava. I romanzi galeotti figurarono, poi, sul tavolo dei corpi di reato, In assise, dove Lemaltre fu giudicato. Erano Les romans du feudi, La dame de Montsoreau, Le chevalier de Maison Rouge... All'udienza, felice di far parlare di sé, ■iiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii lo sciagurato narrò come gli era venuta l'Idea del delitto: l'aveva tratta dalla lettura dei romanzi a sfondo giallo o poliziesco che erano la sua passione. L'episodio risale al 1881. Nulla di nuovo, dunque, sotto il sole! La Influenza nefasta che può esercitare sul l'animo giovanile la letteratura deteriore è un fenomeno ti pico di tutti ì tempi. Ma, og gi, la narrativa gialla o poli ziesca è subissata dal cinema e dai fumetti. E il pericolo che ne deriva è "maggiore. Si tratta di un fenomeno che è stato indagato da sociologi e psicologi e che merita una trattazione particolare: fra 1 fattori della criminogenesi minorile esso figura, purtroppo, in primo piano. Francesco Argenta iiiiiiiiiiiiiiiiiiii miiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiimii

Persone citate: Felix Lemaitre, Francesco Argenta, Georges Heuyer, Roger Vaultier

Luoghi citati: Parigi, Roma, Zurigo