"Soltanto degli uomini,, del regista Branko Bauer di Mario Gromo

"Soltanto degli uomini,, del regista Branko Bauer SULLO SCHERMO DEL LIDO UN FILM JUGOSLAVO "Soltanto degli uomini,, del regista Branko Bauer Anche i calendari delle Mostre hanno piccole risorse, piccoli segreti - Questo è davvero un film da seconda serata: candida buona volontà, sommessa indigenza (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 26 agosto. Anche i calendari di mostre e festival hanno piccole risorse, piccoli segreti. Ormai si stratificano in una splccicla tradizione, e dopo un' po' si svelano in una loro semplicità, quasi in una loro innocenza. Se per la prima serata si scegliesse un nini decisamente importante, ciò potrebbe essere un errore, cosi insegnano esperienze molteplici. Lo si «brucerebbe» inutilmente, in una serata che, come avvenimento, basta a se stessa. Molto meglio quindi, per l'inaugurazione, un film medio, senza alti né bassi, che possibilmente alterni un po' di commozione, sia pure non troppo genuina, a qualche sorriso e a qualche risata, sia pure ncn troppo difficili. Ma se la prima serata esaurisce in sé molte preventivate attese, e parecchie esibizioni assai personali (di chi crede di essere alla sua ma- niera un protagonista, di chi aspira a diventarlo, e di chi non ci riuscirà mai); è inevitabile' che il secondo spettacolo sopporti del primo le conseguenze, qualche volta anche troppo. B' un po' la serata fiacca per entonomasia, di solito la più fiacca di tutta la Mostra. Se si fosse ricchi di film interessanti, si potrebbe tentare di vitaminizzarla con un film di ri auiddlachiamo; ma la solita esperien-t a i a a i e e i za insegna che sarebbero vitamine preziose in gran parte sciupate. L'organismo, vale a dire il pubblico, è stanco dello sforzo compiuto la prima sera, risponderebbe ben poco, quasi non reagirebbe. E tanto vale allora abbandonare la seconda serata al suo segnato destino, liberandesi inoltre di un film che, più tardi, potrebbe apparire piuttosto ingombrante. Sono piccoli calcoli e modeste alchimie, da impresario; ma poiché li cartellone di una mostra è pur sempre un cartel-. Ione, quelle alchimie e quei calcoli sono, più che utili, necessari. Così ogni mostra, di solito, prende poi nelle prime sere un suo tranquillo passo di strada. E' quello che ai più fervidi, e ai più ingenui, fa presto dire che la Mostra non regge, erano molto migliori quelle degli anni passati. (Dimenticano di avere detto le stesse cose in ciascuno degli anni passati). E quando i fatti starebbero quasi per dare loro ragione, ecco scoppiettare l'annuncio di un film più che discreto, si trae un respiro di sollievo, la Mostra sembra avviarsi; e si avvia, perché un'altra norma, verificata, collaudata, suggerisce di offrire i vari spettacoli in un lcro crescendo, rompendo cosi incipienti monotonie e più o meno larvate stanchezze, che la molle bonaccia dello scirocco può anche destare innanzi tempo. Il film di questa sera rientra nella norma, è davvero un film da seconda serata. E persino un po' di scirocco è venuto, puntuale, a fare da sfondo e da contorno. Il regista Branko Bauer, jugoslavo, ha affrontato in Samo Ljudi (« Soltanto degli uomini >) un tema piuttosto complesso. Un giovane ingegnere, invalido di guerra, mutilato di una gamba, dirige, in un bacino alpestre, 1 lavori pet la costruzione di una centrate Idroelettrica, i lavori sono quasi finiti. L'ingegnere, non più di una volta all'anno, e precisamente verso la primavera, si conce de all'alcool, che In lui suscita, puntualmente, una violenta crisi di ira funesta. Insomma, anche questa volta, ha spaccato, a pugni, bicchieri e bot tiglie, e un vetro di una finestra, il mattino dopo deve recarsi a un non lontano sana torio, per farsi medicare liiw mano. Dirige il sanatorio un vecchio professore, suo primo assistente è un giovane me dico, amicissimo dell'ingegnere. E c'è una ancor più giovane ricoverata, Bouba Durante un bombardamento è rimasta cieca, dovrebbe subire un intervento, ma è molto depres sa; per risollevarne gli spiriti il vecchio professore suj' 'erisce ai due amici di accoglier la nella loro stessa pensione. Qui la ragazza un poco rivi ve; l'ingegnere se ne è presto innamorato; anche lei gli di ce certe parolette piuttosto esplicite; e quando Bouba riac quisterà la vista, invano cer cherà l'amico. Questi ha deci so di votarsi alla rinuncia, al sacrificio; non vuole che lei lo veda per quello che è, un minorato, un mutilato. Bouba. però, è presto informata di tutto; corre alla diga, i due s'incontano proprio nel mezzo di una esile passerella sospe sa sullo spumeggiare delle n acque, e tutto dimenticano in un lungo abbraccio. Il film avrebbe parecchie intenzioni, soprattutto quelle di analizzare il lento ritorno di Bouba alla speranza, alla luce, alla vita; e il non meno lento ritrarsi di chi, pure amando, non se ne sente degno. Ma tutto ciò è appena tratteggiato, e con una sommaria ingenuità. Le cose più ovvie sono dette e ripetute, altre necessarie sono dimenticate, scuciture e rattoppi sono evidenti. Persino parecchie risorse ambientali (il cantiere, il bacino, la diga, e le ere-' ste e le valli silenti sotto la neve), anche se facili, sono trascurate; e in ogni sequenza spira una candida buona volontà, alla sua maniera convinta, quasi cocciuta, e qua e là malinconica per una sommessa indigenza che suo malgrado rivela. Cinema provinciale, non certo da Mostra. D'altra parte, fra le cosiddette cinematografie minori, quella jugoslava è fra le più piccole. Ancora non ha dato un'opera davvero significativa, produce fra i dodici e i quattordici film all'anno. Bisogna perciò avere un po' di pazienza, bisogna lasciarla crescere. Mario Gromo Silvana Mangano (che conversa con l'attrice Teresa l'elisiti) ha fatto una breve apparizione al Festival veneziano, ritornando subito a San Martino di Cu strozza dal suol bimbi

Persone citate: Bouba, Bouba Durante, Branko Bauer, Silvana Mangano

Luoghi citati: Samo, Venezia