Soffocò il figlio appena nato perché aveva le mani difettose

Soffocò il figlio appena nato perché aveva le mani difettose Soffocò il figlio appena nato perché aveva le mani difettose L'uomo, un sarto romano, è stato giudicato incapace d'intendere e di volere - Lo attende il manicomio giudiziario Roma, 24 agosto. Norberto Palla, il sarto romano che nel dicembre di tre anni or sono soffocò suo figlio nato poche ore prima con un grave difetto alle mani, non era capace di intendere e volere allorché commise il delitto. Non -il carcere, per lui; ma soltanto il manicomio giudiziario. Il magistrato ha ritenuto che la legge, questa volta, debba adeguarsi al parere della scienza ed ha concluso la sua indagine uniformandosi all'opinione degli psichiatri. Erano le 18 e 30 di venerdì 2 dicembre, quando nella clinica ostetrica Regina Elena nacque il piccolo Palla II bimbo era bello, biondo, robusto. Ma il destino lo aveva segnato con un suo orribile marchio: la mano destra mancava dell'anulare e del mignolo, la sinistra era addirittura un moncherino a cui l'indice e un rudimento del medio collegati fra loro con una spessa membrana davano la forma di una zampetta d'animale. La notizia fu taciuta alla madre: ma fu informato subito il padre. Norberto Palla, un giovane di 34 anni che aveva sposato dieci' mesi prima, quando gli dissero che | suo figlio era nato deforme non reagì. Soltanto più tardi, il mattino dopo si confidò con un amico: «Vuol dire che sono proprio predestinato alle disgrazie ». Nove anni prima sua sorella Anna Maria, una ragazza di appena vent'anni, s'era ammalata di leucemia e aveva saputo resistere al male sino ai 1949. Poi era morta ed il fratello che, tornato prigioniero dagli Stati Uniti, s'era battuto con tutte le sue forze per la vita della ragazza, aveva subito una crisi morale dalla quale praticamente era uscito soltanto quando, conosciuta quella che doveva essere sua moglie si accìnse al matrimonio. E per arrivare alle nozze non aveva badato a sacrifici. Norberto Palla l'indomani tornò in clinica a visitare suo tìglio. Rimase a lungo accanto alla culla Improvvisamente si decise. Per un attimo l'infermiera si allontanò dalla stanza. Quando tornò il dramma del sarto s'era compiuto. Il giovanotto aveva afferrato il piccolo e lo aveva soffocato. < Non volevo che non fosse come tutti gli altri » si limitò a spiegare quando gli chiesero la ragione di questo suo delitto. I professori Gerin e Bini dissero che l'omicida era da ritenersi incapace di intendere e volere. Il magistrato è stato del medesimo avviso.

Persone citate: Anna Maria, Bini, Elena, Norberto Palla

Luoghi citati: Roma, Stati Uniti