L'alpinista più bravo è anche il più prudente

L'alpinista più bravo è anche il più prudente II terribile monito delle recenti sciagure L'alpinista più bravo è anche il più prudente Dichiarazioni del Presidente del CAI di Torino La notizia della nuova scia-gura alpinistica sul Monviso ila suscitato profonda impres sione nell'ambiente degli alpinisti torinesi, fra i quali Antonio Perosino godeva di stima e considerazione. Tuttavia sorge il dubbio che sull'impressionante serie delle recenti disgrazia non sia soltanto la fatalità ad evvere parte preminente. Il presidente della sezione torinese del Club Alpino Italiano, dott. Emanuele Andreis, rileva a tal proposito che in 1 questa stagione si verificano i ogni anno molte disgrazie al¬ pinistiche. La ragione è semplice: in nessuna ultra epoca le montagne sono così frequentate. * Non esistono statistiche approfondite, ma sono convinto che l'indice degli infortuni alpinistici mortati non sia quest'anno superiore a quello registrato negli anni precedenti. Debbo tuttavia osservare che in queste ultime settimane il numero delle sciagure è salito in modo sensibile, perché nel luglio scorso il tempo incerto aveva costretto molti appassionati della montagna a rimandare le loro ascensioni. Gli alpinisti si sono mossi tutti insieme e per non perdere altro tempo prezioso, per non sacrificare altri giorni di vacanza, molti hanno trascurato di osservare una delle più elementari norme di prudenza. Non hanno cioè atteso che le condizioni della montagna fossero veramente propizie alla realizzazione dei loro progetti. Le Alpi sono quest'anno molto innevate, dopo Je abbondanti precipitazioni della primavera scorsa. Come se ciò non bastasse, anche all'inizio dell'estate 11 maltempo ha continuato ad imperversare e ancora oggi la situazione atmosferica è estremamente instabile. Le conseguenze di questo stato di cose dovrebbero essere note ad ogni alpinista: «cornici» pericolose sulle creste, rocce ricoperte da " vetrato " prodotto dalla fusione delle nevi e dal rigelo, frequenti cadute di pietre (anche queste cagionate dal disgelo) e ghiacciai ammantati da coltri di neve che occultano i crepacci». «Un tempo si intraprendeva un'ascensione 2-3 giorni dopo ogni nevicata, e talvolta, a seconda dell'esposizione delle pareti da scalare, l'attesa si protraeva anche di più. Oggi si ha invece troppa fretta e molti alpinisti affrontano la montagna non appena il sole torna a risplendere, di- j mentlchi delle insidie cui vanno Incontro. L'alpinismo è uno sport, o meglio, un gioco, Lo pratichiamo per nostro piacere ed è bellissimo, ma non lo è più quando varca i limiti dell'ammissibile. Si ricordi quanto ebbe a dire Gaston Rebuffat, uno degli scalatori dell'Annapurna, al ritorno da un tentativo di scalata della parete nord dell'Eiger frustrato dal maltempo: " Poche volte ho avuto una soddisfazione grande come quella che mi ha dato l'aver saputo rinunciare " ».

Persone citate: Antonio Perosino, Emanuele Andreis, Gaston Rebuffat

Luoghi citati: Torino