Scendono nelle voragini delle acque radio-attive

Scendono nelle voragini delle acque radio-attive Importante spedizione scientifica sulle Alpi Marittime Scendono nelle voragini delle acque radio-attive Sono sei francesi, di cui due donne, e tre cuneesi, e dirigono i loro sforzi nella Grotta del Pas - Vogliono superare la profondità di 463 metri raggiunta nel 1953 (Dal nostro inviato speciale) Chiusa Pesto, 6 agosto. Da alcuni giorni una decina di uomini si avventurano nelle tenebrose ed immense voragini che si aprono, talvolta con fenditure appena visibili dall'esterno, sul massiccio del Marguareis, la punta più alta delle Alpi Marittime. Il nome di questa montagna è noto agli speleologi per gli abissi ancora inesplorati percorsi da violente correnti d'acqua gelida e non è jnosciuto. ai profani perché più volle è stato affermato che fra le sue rocce si trovano vasti giacimenti di uranio. Qui due anni fa un triestino appena v^ntenne.'Eucio MèrsV,"perse"ìa j vita mentre scendeva nella grotta del Pas con altri giovani appassionati come lui. Allora l'esplorazione sotterranea, condotta da italiani e finanziata in parte dal Consiglio delle Ricerche, era stata sospesa in segno di lutto. Oggi, a due anni di distanza, il progetto temerario di scendere a profondità ignote e spaventose, è stato ripreso ed eseguito da una spedizione francese, capeggiata da Raymond Gaché, speleologo di fama internazionale, che ha dato il suo nome ad una delle gigantesche caverne di questa zona; del suo gruppo fanno parte biologi e tecnici di Nizza e di Montpellier. Essi hanno situato il loro campo a quota 2200 sopra Upega, quasi sull'orlo della Grotta del Pas. Lo stesso Raymond Gaché nella sua qua ita di Presidente j ii o i j c. - del a « Soc.ete nat.onale de Spe- ltolpgie», ha invitato a borare nell'impresa la sezione « Specus > di Cuneo. Una squadra dj giovani piemontesi, capeggiati dal cuneese Guidp Peano (segretario Carlo Glletta, esperto topografico Franco Actis Alessina), partecipa quindi a questa nuova fase di esplorazione. Il gruppo ha situato il suo carneo nel versante opposto a quello dei francesi, ossia poco sopra Certosa di Pesio. Scopo comune è quello di scendere nelle viscere della terra fino al limite estremo delle possibilità umane. Le due voragini più importanti sono la grotta Gaché e la grotta del Pas. La prima, il cui imbocco si apre a quota 2680, è un enorme baratro, fatto di gallerie e ciclopiche caverne, spalancatosi in seguito a movimenti tellurici ed a frane solterranee; la seconda (scoperta dal torinese prof. Carlo Capello) è di origine diversa: è stata scavata nei millenni dal corso capriccioso delie acque e presenta per decine di chilometri un dedalo di gole strettissime o di ampie fantastiche caverne, a seconda del materiale più o meno duro incontrato dalle -misteriose correnti del sottosuolo. Accanto ai due abissi principali, essendo la regione di struttura carsica, si trovano numerose altre grotte forse meno importanti, ma ugualmente poco conosciute. La spedizione di questi giorniiniziata alla line di luglio e destinata a concludersi per la metà del mese, concentra I suosforzi particolarmente ne)la Grotta del Pas, dove il professor Capello nel 1951, da soloscese lino a 250 metri e dove francesi nel '53 si calarono fino a 463 metri. Sembra questo ipunto più basso che si possa raggiungere, attraverso budelldove l'acqua arriva tino a' collo e spuntoni rocciosi che lacerano le tute. Per andare più oltre occorre rischiare la vita in un sifone (inora sempre colmo dacqua: per attraversarlo e spingersi verso l'assoluto ignoto, indispepsapUe uno scafandrcon respiratore autor, rhn francesi di Gaché sono decisa varcare l'ostacolo: forse sarlo stesso capo a inoltrarsi nepassaggio disperato. Per ora sstanno apprestando sulle pareti, estremamente irregolardell'abisso le corde, i chiodi, gappigli ed i segnali (il telefonè quasi inservibile per la dispersione di elettricità nell'acquache dovrebbero rendere un pomeno pericoloso l'arduo tentativo. Da sabato a ieri i « h.:v,mPeano, Glletta, Actis e i francesi, di cu< quattro uomini due ragazze (Elisabetta Coure22 anni, bionda e fine, studentéssa appassionata di m'neralogia, ed Adele Gravagne, 2anni, specializzata in biologia)hanno affrontato la « Grotta dBacco ». La prima parte dquesta caverna — che si aprcon una piccola galleria a fiodi terra e si inoltra sempre piin basso allargandosi in caverne, sprofondando in pozzi colmi d'acqua e serpeggiando igole anguste irte di stalagmite stalattiti — era già stata ispezionata l'anno scorso fino auna profondità di 90 metrOra si è scesi lino a 170 metrattraverso strettoie dalle paretbrulicanti di insetti biancastria cui specie finora si credevvivesse soltanto nelle grottdel Carso. Dopo un pozzo piofondo trentadue metri, si è spalancato un « salone > vasto challa luce delle lampade ha pie dentato tutto un bagliori rossastri. Fer compire i| percorso, gli speleolohanno impiegato 11 ore. Ltemperatura è sui zero gradi eil bivacco nelle caverne comporta sacrifici tutt'altro chlievi riverbeio Per compiL'esplorazione ha diversi gep4: lo studio della fauna spterranea e delle rocce che giaciono sotto i grandissimi blpchi dj calcare dolomitico, cerca di chiarire la meteorlogia nelle viscere della terra di stabilire i collegamenti idrifra j vari torrenti della supeflpie. Non si cerca espressniente l'uranio, ma è noto chdalle viscere di queste monta gne partono 1 filoni d'acqua che alimentano lo vicine sorgenti di acqua radio-attiva. Ed è noto anche che gli speleologi francesi nelle precedenti spedizioni sul Marguareis fecero ricerche specifiche e al loro ritorno in patria una società industriale d| Parigi chiese al Governo italiano la concessione di sondaggi nella zona ritenuta rjeca di ur,,»io- c. n.

Persone citate: Actis, Capello, Carlo Capello, Carlo Glletta, Elisabetta Coure22, Franco Actis, Peano, Raymond Gaché

Luoghi citati: Carso, Cuneo, Nizza, Parigi