A Chioggia centinaia di famiglie vivono con il sussidio dell'E.C. A. di Gigi Ghirotti

A Chioggia centinaia di famiglie vivono con il sussidio dell'E.C. A. Luoghi celebri e pittoreschi dove la gente Motta contro la miseria A Chioggia centinaia di famiglie vivono con il sussidio dell'E.C. A. Da quarantanni l'edilizia è ferma e la popolazione cresce rapida - In qualche calle si pigiano fino a quattro persone per vano - Statistiche che fanno rabbrividire - Sottomarina sta cambiando volto: un'avventura molto costosa (Dal nostro inviato speciale) Chioggia, 24 luglio. Due ragazzini si contesero la mia valigia, un giovanotto si offrì di pilotarmi ad una € bella stanza con vista del mare», ed un vecchietto, balzato dal tavolo che occupava al caffè, mi corse incontro per propormi un acquisto di sigarette americane. Avevo da pochi istanti messo piede a Sottomarina: alami altoparlanti incrociavano la piazza, issati a bordo di vecchie automobili; annunciavano un tè danzante per il pomeriggio, presieduto da Silvio Noto, una festa da ballo per la sera, con omaggi floreali alle signore, e per l'indomani l'elezione di < Miss Sottomarina ». Ddi manifesti appresi che Nunzio Filogamo era appena partito e che una grande gara di ballo tra villeggianti era in preparazione. Il cameriere che mi servì al ristorante parlava tre lingue. Il passeggio serale, animato ed elegante, mi parve simile a cento altri passeggi già osser¬ aiiiiiiiiiiiriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiii a a r i a ; i vati in altre Mozioni climatiche ben più celebri. Eppure mi trovavo a Sottomarina: vent'anni fa, fra la borghesia più parsimoniosa del Veneto, questo paese andava famoso per il carattere burbero e perfino squallido della sua ospitalità. Il villeggiante abitava le case degli ortolani, divideva con essi el fogo e le pignate. Dormiva sui loro letti: la notte, se tendeva l'orecchio, sentiva salire, dal vano dello scantinato o dal capanno degli attrezzi, giù, in cortile, il sano Tonfare dei padroni di casa. Sottomarina , ha cambiato connotati: un febbrone di rinnovamento ha distrutto vecchie catapecchie, ha alzato villini, aperto strade, spianato l'arenile. Anche le sordide stradicciolc, che sapevano di cor naie morto e di salsedine, sono irriconoscibili: scomparsi gli addobbi di biancheria proletaria tra finestra e finestra, oggi odorano di conegrina e di tinta fresca. Un furore creativo iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii impazza fra gli ortolani di Sottomarina: -it modulo di un referendum della «Pro loco* annuncia per l'anno venturo l'acqua in ogni casa, nuovi alberghi, nuove pensioni, nuovi chilometri d'arenile. Domandai qual fosse a Sottomarina — che è zona depressa — il pozzo di S. Patrizio che faceva girare questa spensierata giostra di feste e di progetti: < Le carote e i debiti, sior ». Quest'anno le carote di Sottomarina sono partite a centinaia di vagoni per la Svizzera e per la Germania: il guadagno è stato messo a frutto, tutti i risparmi del paese sono stati chiamati a raccolta e profusi nelle nuove costiruzioni. La stagione è incominciata in un volteggiare irrequieto di cambiali: l'estate, torrida agli inizi di luglio, ha spinto verso la montagna gran parte della clientela abituale; molte decine di appartamenti sono ancora sfitti, e il tempo si mantiene malcerto. A prima vista Sottomarina ha l'aspetto di una felice sjtiaggia adriatica; ma un nervosismo ansioso corre sulla distesa degli ombrelloni, traspare dagli sguardi degli ortolani trasformati in bagnini. Le cambiali sono prossime alla scadenza, e l'estate è breve. Andai a Chioggia: un pbnte sulla Laguna lungo ottocento metri, unisce Sottomarina al suo capoluogo. Ma antichi dissapori e due opposte concezioni di vita dividono t due centri. Sottomarina è radicata ai suoi orti, Chioggia legata alla laguna e al mare. Silenziosi e sparagnini i <sottomarinanti» ; queruli e spenderecci i chioggiotti. La miseria li accomuna: ma quelli tentano l'avventura balneare, questi, che non hanno spiaggia, campano alla giornata. < Viviamo di pesca e di assegni familiari», mi confida Verìgola, veleggiatore espertissimo dell'Adriatico, padre di dieci figlioli. Quando Carlo Goldoni attraccò con la « barca dei comici* al porto di Vigo, v'incontrò < una numerosa e tumultuante popolazione di pescatori, di marinai e di donnicciole che altro luogo non hanno di conversazione se non la pubblica via*. Se egli ritornasse a percorrere oggi il Corso di Chioggia, le sue strette calli disposte a spina di pesce, vi ritroverebbe intatta, viva e moltiplicata, la folla dei chioggiotti. Da quarant'anni l'edilizia è ferma: non c'è più, spazio per nuove case. Su una lingua di terra lunga ottocento metri e larga forse quattrocento, si stipano ventottomila abitanti. Le statistiche fanno rabbrividire, sono 805 persone per ettaro, più del doppio consentito dalle buone norme igieniche e urbanistiche, più del triplo della densità di Milano. In talune calli vivono quattro o cinque persone per vano; entro alloggi di tre stanze si pigiano fino a tre < matrimoni », cioè la coppia dei genitori, e i due figli sposati, con le mogli e la prole. Le abitudini imposte da tanta, ristrettezza si notano nelle calli: una girandola infaticabile di bambini, vecchietti sull'uscio ohe riparano le reti, dotine che grattugiano il ghiaccio per la granatina del paron, giovanetto al telaio. E nel Corso: da cima a fondo il Corso è una catena ininterrotta di bar e di caffè, una distesa di migliaia dt seggiole e di tavolini dove ardono a ogni ora arrabbiatissime < briscole >. La città è nottambula: alle due di notte vidi i camerieri impegnati nell'estrema fatica della l giornata, certo la più estenuante; quella di sospingere gli avventori alla porta. Questi non se la davano per inteso, attaccavano briga sul conto delle consumazioni, si ribellavano, come ad una offesa personale, all'idea di andare a letto. j II maggior Introito del Comune di Chioggia è il dazio sul vino, la maggiore spesa — cento milioni all'anno — il pagamento delle spedalità ai po} veri. Più di 1100 famiglie — tra Chioggia e Sottomarina — vivono con il sussidio dell'ECA Più che i disoccupati, sono numerosi i sottoccupati, cioè coloro che lavorano saltuariamente. Il reddito dei pescatori è difficile a calcolare: la barca parte carica di debiti, e quando ritorna in porto, ritrova i creditori: chi ha venduto la rete, chi il carburante, chi la corda, chi la vernice, chi le provviste per la famiglia. Le oscillazioni del mercato, il maltempo, le punte troppo spinte di caldo e di freddo, aggiungono altre incertezze. Malgrado tanta precarietà nei redditi, si contano nel territorio comunale settanta osterie bettole trattorie, settanta bar caffè gelati fiaschetterie, venti alberghi pensioni e locande, trecentocinquanta televisori. Quando arrivano le compagnie di varietà, il questore deve mandare a Chioggia la Celere, per tenere la disciplina. Spesso U televisore è acquistato — a rate, ben s'intende — da qualche vecchio pescatore a riposo, che l'accende sul tavolo della propria cucina come una lanterna magica scacciapensieri a beneficio dell'intera calle: venti lire per assistere a uno spettacolo, trenta lire se c'è l'opera oppure < Lascia o raddoppia», metà prezzo i bambini. I bambini sono la nota più acuta del < pittoresco » di Chioggia: ne nascono mille all'anno (meno della metà sono i funerali). La « Coopesca », che è la più forte organizzazione di pescatori, conta 780 iscritti: essi hanno sulle spalle S.100 figlioli. I bimbi, a Chioggia, strepitano e corrono e si organizzano, come consapevoli di una loro forza autonoma. < Quando fan chiasso in calle — mi racconta un amico — gli lancio dalla finestra un fascio di album a fumetti, e qualche pera: così, per un quarto d'ora, mi lasciano quieto». II problema più assillante di Chioggia è quello dei giovani: non ci sono industrie dove possono essere avviati, e d'altra parte è insano mandarli a ingrossare la falange dei pescatori. Fino a pochi anni fa esisteva una sorte di servitù della barca: il figlio doveva troncare le scuole elementari per salire a bordo e aiutare il padre nella pesca e apprenderne il mestiere. Oggi la laguna si è fatta ..varissima di pesca e il mare più stretto che in passato, dopo la perdita delle co ste istriane e dalmate. Gli adolescenti, per ora, rimangono per lo più a terra, Ma la spensieratezza di Chioggia è venata d'inquietudine. Per il momento, ci si arrangia; € si coltiva l'industria della figliolanza». Ma il domani è oscuro. Domandai a un assessore comunale qual fosse, tra i pescatori di laguna, i più, infelici, l'aspirazione più sentita. <Mi spiace dirlo: è quella!». E mi indicò uno spazzino municipale. Gigi Ghirotti

Persone citate: Carlo Goldoni, Motta, Nunzio Filogamo, Silvio Noto, Vigo