Come giunse al fallimento l'ex-presidente dell'Alessandria

Come giunse al fallimento l'ex-presidente dell'Alessandria Dal commercio dei cereali all'edilìzia e all'oreficeria Come giunse al fallimento l'ex-presidente dell'Alessandria Quando ancoro si interessava della squadra di calcio si era dato a speculazioni sbagliate - Ora il passivo è di 122 milioni, l'attivo di 70 (Dal nostro impalo speciale) Alessandria, 23 luglio. Negli ambienti finanziari e sportivi di Alessandria è ricorso sovente oggi il nome (del comm. Mario Moccagatta, il noto commerciante in cereali dichiarato fallito dal Tribunale civile con sentenza del 19 luglio scorso. . . In verità la notizia non ha destato sorpresa, in quanto da tempo si sapeva che la situazione economica del commerciante era assai fragile per cui sarebbe stato difficile evitare il grave provvedimento; più che altro si tratta di penosa impressione perché il comm. Moccagatta era sino a poco tempo fa una delle figure più in vista di Alessandria date le sue molteplici attività, anche in settori estranei al suo lavoro. Egli infatti, aveva ricoperto dal 1946 sino al 1955 la carica di presidente della U. S. Alessandria e contemporaneamente quella di presidente dell'Ente provinciale del turismo e dell'A.C, cariche queste ultime che ha abbandonato solo recentemente in seguito al precipitare della situazione I suoi affari in questi ultimi anni si erano rivolti particolarmente verso la Liguria; malgrado ciò, vivendo egli in Alessandria in piazza D'Annunzio 1, le sue difficoltà non erano sfuggite agli alessandrini ed un segno che la situazione stava facendosi difficile per lui lo si era voluto scorgere sin da due anni fa, quando il comm. Moccagatta aveva lasciato la presidenza della società di calcio. La dichiarazione di fallimento è stato provocato dall'istanza presentata dalla S.p.A. Paolo Agnesi di Imperia che vanta verso il Moccagatta un credito di 12 milioni e mezzo; ma altri creditori si sono aggiunti alla società imperiese per cui risulterebbe che il passivo del commerciante fallito ammonta a 122 milioni. Il Moc- , cagatta possiede ancora beni!immobili (tra l'altro una gros- : sa cascina) che potrebbero permettere un realizzo di circa 70 milioni, ma è probabile che in una liquidazione falli-1mentare il valore di tali atti-|vita debba subire una riduzio-1ne. Circa le cause che hanno |portato il Moccagatta al disse- sto finanziario, queste vanno ricercate in una serie di ini- ziative, forse avventate, in cui si era avventurato sin dal 1953 impegnando considerevoli \capitali e che poi non hanno idato i risultati sperati. Sonojiniziative però che esulavano jdalla sua abituale attività |commerciale e con la quale isi era creata la fortuna. Al- :cune decine di milioni il Mmm. Tw„„„0„„ftD „m.u„.comm. Moccagatta le avrebbe Jfr,! uh* ^ S <PeT co'fstruzioni di Torino, in una jfabbrica di confezioni creata ;ad Alessandria ed n un Ubo- ratono per oreficeria pure fAlessandna. Nella fabbrica di confezioni erano occupati sinoa due mesi fa una ventina moperai e nel laboratorio di ore-- ficeria che a quanto pare il circa una trentina. Ora i due Moccagatta aveva voluto tra-sformare in piccola azienda, stabilimenti sono chiusi e le attrezzature dovrebbero entrara nell'attivo del commerciante. Naturalmente a provocare il dissesto avrebbero pure con- tribuno alcune errate specu- lazioni nel commercio dei cereali che il commerciante ac- resterà Ìn gr°SSe PRrtlte ^Il sistema di vita del Moc- cagatta a quanto pare era prò-porzionato ai considerevoli guadagni del commerciante ; non risulta pero che egli o i suoi abbiano commesso tali stravaganze da giustificare anche solo in parte il dissesto attuale. Mario Moccagatta, nato 49 anni fa a Casttllazzo Bormida, si era costruito la sua notevole fortuna nel giro di due decenni. A 13 anni, in seguito ad una bocciatura a scuola, il padre che era impresario edile, lo aveva occupato come muratore nella sua azien-da e per primo lavoro, il Moc- cagatta costruì la cappella della Madonnina dei centauri di Castellazzo. Terminato il servizio militare, Mario Moc-cagatta iniziò con il fratello Giuseppe, morto nel 1946, la sila attività commerciale nelcampo dei cereali acquistandoun mulino a Novi Ligure. Gli affari si misero ben presto su una buona strada ed i due fratelli diventarono fra i più noti commercianti della zona. Nel 1946. una domenica di settembre, veniva a mancare il fratello Giuseppe le sciando la moglie e due tigli, Dino e Mario. Il comm. Moccagatta qualche anno dopo sposava la vedova del fratello e con i ni- poti. divenuti ormai suoi figli, continuava con fortuna la sua attività commerciale Gli anni dal 1950 al 1953 furono i mi- gllori per il Moccagatta che,come abbiamo detto, si inseri in molte attività cittadine. Poi 1 commerciane si arrischio in una sene di imprese che sfuggivano alla sua competen- za impiegando in esse capitali che il solo commercio non era più in grado di fornirgli. Una prima procedura fallimentare a carico del Moccagatta era stata evitata per poco circa due mesi fa, ma la situazione si era ormai fatta gravissimaè non poteva durare oltre il 19 luglio giorno il cui 11 Tribunale emise sentenza di fallimento L'udienza per l'esame dello stato passivo è stata fissata per A 28 ottobre prossimo b. m. Il commerciante alessandrino Mario Moccagatta, di 49 anni

Luoghi citati: Alessandria, Imperia, Liguria, Novi Ligure, Torino