Malogodi chiede al governo il riesame del sistema fiscale
Malogodi chiede al governo il riesame del sistema fiscale ■La discussione dei trattati a Montecitorio Malogodi chiede al governo il riesame del sistema fiscale Il segretario del PLI invita ad alleggerire i tributi sui costi di produzione ed a ridimensionare il Piano Vanoiii • "Col tempo sarà anche necessaria una moneta comune,, -1 discorsi dei d. c. Cavalli e Vedovato - Roma, 20 luglio. - L'assemblea di Montecitorio ha ripreso stamane l'esame dei trattati' europeistici per il Mercato comune e l'Euratom ascoltando il giudizio di tre altri oratori, i democristiani Cavalli e Vedovato e il liberale Malagodi L'on. Cavalli, che rappresenta la Camera italiana nell'Assemblea della CECA, ha portato nella discussione elementi positivi originati appunto dall'esperienza che egli ha acquisito nella Comunità carbo-siderurgica divenuta — egli ha detto — un elemento fondamentale dell'economia europea. Anche l'on. Cavalli, come altri oratori che lo hanno preceduto, ha ammonito che occorre evitare il rischio di ridurre 11 Mercato comune ad una semplice Unione doganale: «E' necessario — ha avvertito — che gli organi sopranazionali godano effettivamente di un ampio potere autonomo. Gli aspetti sopranazlonali già contenuti nei trattati vanno perciò potenziati onde assicurare l'unità di indirizzo dell'economia europea in senso interventista ». L'oratore ha poi suggerito al Ministro degli Esteri di agire in modo che la scelta della sede per la Comunità economica europea cada su una delle nostre maggiori città: c Penso che Milano — ha detto — sia la sede più adatta per la sua ubicazione e per essere un grande centro europeo industriale, commerciale e culturale ». Il secondo oratore democristiano, l'on. Vedovato, professore ordinario di Storia dei trattati e di Politica internazionale all'Università di Perugia, ha espresso il parere che il graduale abbattimento delle barriere dogai avrà il duplice scopo di stimolare una sana concorrenza tra le industrie nazionali e di contenere, entro certi limiti, il livello dei prezzi al consumo. I timori espressi per il settore agricolo non sono condivisi dall'oratore: l'agricoltura italiana potrà inserirsi in un più vasto mercato, con possibilità di espansione e di affermazione e con un incremento della mano d'opera occupata ottenuto mercé il fondamentale istituto della libera circolazione. Il Mercato comune offrirà inoltre all'Italia vantaggi generali dovuti al movimento di capitali, all'aumento degli investimenti, all'aumento della emigrazione e al pareggio della bilancia dei pagamenti. L'associazione al Mercato comune del territori d'oltremare (oltre 15 mila milioni di chilometri quadrati con una popolazione di 60 milioni di abitanti) porterà non soltanto allo sviluppo economico e socla'e dei Paesi sottosviluppati, ma porrà le basi per la creazione di un'Eurafrlca, nella quale l'Europa troverà nuovi motivi di rinnovamento e di rafforzamento economico. Il segretario del P.L.I., on. Malagodi, ha Iniziato dichiarando di ritenere infondati i timori per le conseguenze che i trattati europeistici potrebbero avere nell'economia italiana: « Le critiche socialiste e comuniste si rivelano nella loro reale natura di meschine argomentazioni protezionistiche, analoghe a quelle degli agrari e degli industriali meno capaci e più egoistici, sostanzialmente reazionarie e restrittive. Una politica di estraniamento dell'Italia dalla costituzione del nuovo grande mercato europeo metterebbe il nostro Paese in tali condizioni di inferiorità da compromettere non solo il suo sviluppo, ma anche il mantenimento dei suol attuali livelli di vita». L'on. Malagodi ha voluto, però, avvertire che, se il suo è un pensiero altamente positivo verso il Mercato comune, non pertanto egli ha una visione dirigistica della comunità economica: « I concetti di libertà di mercato per tutti i fattori della produzione, di cornice istituzionale della libertà e , di interventi pubblici conformi alle necessità dell'economia di mercato, sono agli antipodi della grossolana pianificazione di cui persino in Russia si cominciano ad avvertire gli effetti deleteri. Qualsiasi tentativo di sottrarsi alla impostazione fondamentalmente liberale, dei trattati stessi, attraverso una politica interna di carattere dirigistico o collettivistico, significherebbe togliere all'Italia il beneficio dei trattati stessi, esponendola indifesa a tutto il rigore della concorrenza europea ». Il segretario del PLI ha poi indicato quelli che, a suo avviso, dovrebbero essere i punti fondamentali della politica italiana riguardo < all' immenso fatto nuovo che è' il mercato comune » : riesame del sistema fiscale affinché non incida sui costi di produzione; preparare l'Agricoltura alla grande competizione con la specializzazione delle colture che faccia dell'Italia < il verziere d'Europa»; attuazione di patti agrari senza vincolismi; applicazione del concetto di minima unità colturale; revisione dello schema Vanoni per una cosciente industrializzazione, per il rapido sfruttamento dell'energia nucleare, per l'intensificazione dell'opera meridionalistica. Malagodi ha poi suggerito che i compiti propulsori per il Mercato comune siano affidati ad un ministro (quello del commercio con l'Estero), assistito da una segreteria permanente e da un apposito comitato di ministri; ed infine, esaminando taluni aspetti di politica generale in relazione al trattati, ha affermato che sarà necessario giungere ad una moneta comune: «Moneta comune che implica nel mondo odierno governo comune. Ciò potrà oggi apparire eccessivo o impossibile. Ma quando, fra pochi anni, avremo in comune in Europa l'acciaio, il carbone, l'energia nucleare e saranno in via di scomparire 1 dazi e gli ostacoli al movimento dei capitali, degli uomini e del servizi, ciò apparirà logico e indispensabile ». L'on. Malagodi è il primo uomo responsabile di partito che interviene nella discussione. Altri interventi di rilievo sono previsti per la prossima settimana. . d. m.
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