Il capannone tranviario crollato non avrebbe resistito alle vibrazioni

Il capannone tranviario crollato non avrebbe resistito alle vibrazioni L'inchiesta sulla sciagura del Pvenestino. Il capannone tranviario crollato non avrebbe resistito alle vibrazioni L'edificio non sarebbe stato adatto a sostenere l'attività d'una officina Le altre ipotesi - Migliorano i feriti - Oggi i funerali alle tre vittime (Nostro servizio particolare) Roma, 11 luglio. Le sirene delle officine e delle fabbriche suoneranno insieme domani pomeriggio per dare l'estremo saluto della città ai tre operai dell'Azienda Tranviaria comunale, che ieri sono rimasti uccisi nel crollo di un capannone del deposito del Prenestino. I funerali, che saranno celebrati in forma solenne con la partecipazione di rappresentanti del governo e del Parlamento e di tutte le autorità cittadine, si muoveranno dall'Istituto di medicina legale, ove le tre salme sono state trasportate e composte in una camera ardente. Nel medesimo istante in cui il corteo si muoverà per raggiungere il vicino cimitero del Verano, tutti i mezzi dell'ATAC e della STEFER sosterranno ai capolinea, per quindici minuti, in segno di lutto. Le condizioni dei 65 operai rimasti feriti continuano a migliorare. 'Quindici hanno potuto lasciare oggi l'ospedale e per gli altri i medici non nutrono alcuna preoccupazione. Anche i tre che ieri apparivano gravissimi sono stati giudicati fuori pericolo e guaribili in due mesi. L'impressione suscitata dallo spaventoso sinistro continua ad essere grandissima in ogni strato della popolazione e da ogni parte viene invocato che l'inchiesta dell'autorità giudiziaria proceda in modo spedito e rigoroso per l'accertamento delle eventuali responsabilità. Si chiede, inoltre, di controllare gli altri reparti del vasto deposito nel quale lavorano più di mille operai al fine di prevenire il ripetersi di incidenti del genere. I vigili del fuoco hanno a questo proposito ordinato lo sgombero di un capannone, adiacente a quello crollato ieri, nel timore che le sue strutture abbiano risentito dei danni. Ancora non si conoscono le cause che hanno determinato la disgrazia ed è naturalmente compit.- della Magistratura stabilirle. L'ipotesi avanzata ieri dal Presidente dell'azienda tranviaria è che le strutture metalliche che sorreggevano 11 tetto si siano dilatate per il caldo in misura troppo sensibile provocando così la sciagura. E' doveroso però osservare che il capannone crollato è il più vecchio del deposito del Prenestino. Costruito nel 1919l un serio colpo alla sua stabilita gli venne inferto nei bombardamenti dell'estate del 1943 e della primavera dell'anno dopo. Un incendio, infine, lo colpì tre anni fa. Alcuni tecnici sostengono che la causa del crollo va ricercata nelle continue vibrazioni a cui le travature metalliche'andavano soggette per l'attività del pesanti torni, dei trapani e soprattutto per gli spostamenti del carro-ponte. La vecchia costruzione non sarebbe stata dunque adatta a sostenere la attività di una officina aggiornata con macchine di maggiore potenza per la riparazione di mezzi di trasporto di grande mole quali le vetture tranviarie delle linee circolari. All'interno del capannone lavoravano di sòlito circa 300 operai. Ieri per fortuna, essendo periodo di ferie, ve ne erano solo centoventitrè altrimenti la tragedia avrebbe potuto assumere più vaste proporzioni. Gli operai pare abbiano fatto presente più volte alla direzione dell'azienda il cattivo stato in cui si trovava il capannone. L'anno scoio» per poco un calcinaccio non avrebbe investito un operaio. E che il tetto aveva comunque urgente necessità di esseic riparato starebbe a dimostrarlo anche il fatto che proprio da una ventina di giorni avevano avuto inizio i lavori di rafforzamento. g. fr.

Luoghi citati: Roma